Sull’ennesimo fatto di cronaca di quest’estate, ai sette cani di Palermo che hanno abusato della inerme gatta, Ermal Meta ha augurato in carcere di essere messi sotto dai lupi. Un auspicio che salvo qualche critica hanno trovato moltissimi estimatori, nei social e nei media in generale. Di fronte all’ennesimo fatto di violenza sulle donne, soprattutto di fronte alla ricostruzione di quello che è successo con tanto di affermazioni riprese dai telefonini, la voglia di vendetta, la richiesta di linciaggio è quasi scontata.
Io ho un figlio e una figlia. Francamente non so, dovendo scegliere, se preferirei essere il padre della vittima o quello di uno dei carnefici. Forse nel primo caso anch’io mi augurerei il linciaggio, pretenderei l’occhio per occhio, chiederei la castrazione chimica. Ma nel secondo caso? Mi sentirei responsabile, penserei di aver sbagliato tutto, di aver completamente fallito la mia vita e non so cosa mi augurerei per mio figlio.
Ci si redime dopo un crimine del genere? C’è davvero possibilità di cancellare quello che si è fatto, di tornare ad essere persone normali? Si può ancora fare progetti, sorridere alla vita, ricevere fiducia dagli altri dopo una cosa simile? Sono tutti ventenni o giù di lì. Se vent’anni di vita ti hanno portato ad essere così marcio da compiere uno schifo simile, quanti anni servirebbero per cambiare davvero, per riuscire a capire, per mettersi alle spalle l’orrore?
Sono domande a cui non so rispondere. Torno quindi all’affermazione inziale, alla generale richiesta di giustizia (che sa molto di vendetta). Essere sbranati dai lupi, servirebbe a qualcosa? Farebbe capire a quei sette degenerati la vigliacca oscenità di quello che hanno fatto? Eviterebbe che si ripetano fatti del genere? Se sulla capacità redentrice possiamo avere dei dubbi, se non altro la certezza della pena quanto meno dovrebbe funzionare da deterrente. Ma se non proviamo a cambiare qualcosa in quei vent’anni che hanno preceduto l’orrore, se non interveniamo sulla genesi e sui presupposti che lo hanno reso possibile, temo che nessuna pena sarà mai sufficiente e neanche capace di non far succedere di nuovo tragedie simili.
Un ultima cosa. Lasciamo stare cani, gatti e lupi. Nessun animale compirebbe simili mostruosità.

Bellissime, profonde ed estremamente condivisibili le tue riflessioni, la chiusa poi non fa una piega. Che tristezza, Romolo, non so davvero se ci si possa redimere e tornare ad una vita cosiddetta “normale” dopo aver compiuto una mostruosità simile!
Un abbraccio ❤️
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Un abbraccio che ricambio, carissima. Veramente una pagina tristissima
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Grazie carissimo.
Io, come sai, non sono madre e quando sento queste cose mi fanno ribollire il sangue….tristissima e avvilente.
Come quando senti di quei genitori che uccidono i figli o li maltrattano
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Una pagina davvero molto triste Romolo, ciò che è accaduto a quella ragazza. Le tue riflessioni ti fanno onore perchè comunque, è un dramma per tutti da ambo le parti. Azzardo un ipotesi sul plauso che hanno avuto le parole di Metal. Purtroppo , ed ogni giorno ne abbiamo la prova, non esiste la certezza della giusta pena. Neppure chi uccide rischia più l’ergastolo. Il delinquente è tutelato più della vittima. Da qui nasce la voglia di farsi giustizia da soli, con tutta la rabbia che l’accaduto comporta.
Buona serata Romolo 🙂
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È così infatti, ma io penso che quelle parole rischino di alimentare quella stessa cultura del branco e della sopraffazione che vorrebbero contrastare
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Come sempre hai trovato le parole giuste per raccontare lo schifo di questi giorni. Ho il vomito.
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Ciao Jò! Sì, davvero da vomito
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Nessuno di loro potrà tornare indietro. Lo schifo li accompagnerà sempre. Tutta la vita. Urge un’opera educativa e preventiva a tutti i livelli. Ogni ora di ogni giorno.
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È un tema che mi colpisce sempre profondamente caro Romolo per esperienza personale e pur essendo consapevole di non essere oggettiva e di provare sentimenti distruttivi e di profonda rabbia in presenza di tali situazioni , condivido totalmente ciò che hai scritto… La cultura del branco, della violenza non si combatte con altra violenza.. Come giustamente riportato da te per arginare questi mostruosi fenomeni di violenza servirebbero interventi seri sulla genesi e sui presupposti che li scatenano e risposte coerenti da parte di tutte le istituzioni e sedi.. il problema è proprio questo.. molto, troppo spesso queste risposte non ci sono.. quindi si scatena altra violenza… Personalmente provo profonda rabbia, tristezza e impotenza di fronte a tutto questo…
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Finalmente… in sti giorni un mio social che guardo poco si è riempito di persone che “morite tutti”. Io ho commentato solo dentro me stessa perché non voglio finire in un tunnel. Credo solo che violenza non cancelli violenza. Non mi hai rubato le parole, me le hai date. Se non ti scoccia la userò come “risposta”.
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Sono tutte tue!
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La tua considerazione finale mi trova pienamente d’accordo.
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Fa caldo, ci sono meno notizie, ci si indigna più facilmente…. tutte le estati c’è qualche Terribile Stupro Di Gruppo che lascia tutti molto scossi, e i giovani d’oggi, e dove andremo a finire eccetera.
A me l’indignazione collettiva fa anche piacere, ma quando la vedo ripetersi identica anno dopo anno con sempre i soliti discorsi in sottofondo sulla ragazza che, via, un po’ se l’è cercata, mi viene il sospetto che di tutta questa indignazione alkafine si fa il solito uso: una spazzata, e via nel cassonetto dell’indifferenziato. Ecosì ho risposto alla domanda finale, che eraaktrettanto bella di tutto il resto del post.
Il primo stupro di gruppo che ho seguito più nel dettaglio è stato il delitto del Circeo, roba davvero di tanti anni fa. Da allora comunque qualcosa è cambiato nella mentalità collettiva: le vittime sono più arrabbiate e più consapevoli di aver subito un torto, la complicità maschile è in calo – tant’è che alcuni cercano di tirarsi fuori dalla categoria anche in modo maldestro, com’è stato il caso di Ermal Meta (ma si apprezza comunque l’intenzione, credo), si trova meno strano parlarne. Però continua a succedere.
Ci si può redimere dopo aver fatto una cosa del genere? Certamente sì, il potere della redenzione è enorme e serve appunto per i delitti più gravi, non per quando freghi un po’ di cancelleria in ufficio.
Si può superare un trauma del genere? Certamente sì, il poteredell’autorigenerazione è grande e c’è una scuola di pensiero che sostiene che sia più forte nelle donne. In tutti i casi ci sono persone (non tutti, purtroppo) che hanno la splendida capacità di trasformare in combustibile per il miglioramento spirituale le peggio cose fatte o subite, e credo che questo sia l’aspetto più importante: dove c’é stato qualcosa di orrendo è importante cercare di fare il possibile per estrarne comunque qualcosa di buono. Spesso si può.
E scrivere tutto ciò da parte mia è molto nobile&profondo, non fosse che l’avevo già scritto con metà parole diversi giorni fa ma qualcosa se lo è mangiato: ormai da tempo commentare su questo blog è un’avventura che raramente va a buon fine, eppure stavolta almeno il “mi piace” l’aveva preso… 😢
Misteri della rete. Ci si riprova.
Buona domenica 😃
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Grazie amica mia, sempre preziosi i tuoi commenti ❤️
P.S. A proposito di stranezze informatiche, non mi arrivano più le notifiche del tuo blog! È tanto che non vengo a trovarti lì, ma perchè? Boh, vallo a capire
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Non lo so! 😭😭😭 il blog comunque è aggiornato piuttosto regolarmente e non ho cambiato niente nelle impostazioni.
Probabilmente il tuo computer o tablet o quel che è pensa che tu abbia cose più interessanti da leggere. E magari ha anche ragione, non voglio dire…
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🙄
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L’unica azione possibile per estirpare questo male è l’educazione, che manca già nelle famiglie. Quindi ciò che accade è il frutto di decenni di continuo degrado culturale. Nell’immediato prevenzione e repressione, che sono un palliativo, ma – a mio avviso – devono essere applicati a prescindere, perché l’essere umano – sempre a mio avviso – non è recuperabile e pertanto devi cercare di proteggere gli altri, le persone per bene. Infine bisogna smettere di demonizzare i consigli della nonna sull’essere prudenti
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