Consigli di lettura non richiesti. 30 / Diaz, Brooks, Gyasi

Non sentite anche voi questo profumo di primavera? In quest’ultimo week end in realtà, in alcune parti d’Italia sembrava già estate, ma io resto umile e mi accontento del clima mite che fa spuntare i primi germogli sulla Capitale e invita di nuovo a prendere la bicicletta chiusa in cantina ormai da troppo tempo. Ma il bel tempo, almeno a me, non toglie certo la voglia di tuffarsi in un bel romanzo e quindi ecco a voi una raffica di consigli di lettura, rigorosamente non richiesti, ma comunque spero utili.

Cominciamo col botto, come si suol dire in queste occasioni. Un romanzo fra i più belli letti in questi ultimi anni, una storia molto particolare, raccontata in modo ancora più particolare, La breve favolosa vita di Oscar Wao di Junot Diaz. Protagonista un immigrato domenicano ciccione, sfigato, molto nerd, appassionato di fantasy e fumetti. E attorno a lui gli altri componenti della sua famiglia, attuali e passati. La storia si svolge tra il New Jersey e la Repubblica Domenicana, quest’ultima descritta soprattutto nel corso del 900, lungo la feroce dittatura di Trujillo Molina. Romanzo divertente e romantico, pieno di citazioni fumettistiche e fantasy, raccontato in un linguaggio mezzo inglese e mezzo spagnolo, tipico degli immigrati dominicani, che solo in parte può essere reso dalla traduzione (ma sono molto accurate le note al margine). Si ride e ci si commuove, soprattutto ci si innamora di Oscar e dei suoi familiari.

Il secondo consiglio riguarda un classico romanzo da epopea americana, con i suoi miti, le sue legende e le sue grandi contraddizioni. Come il vento di Geraldine Brooks si svolge in due epoche differenti: la prima ambientata nel 1850 racconta le gesta di un cavallo eccezionale, capostipite di una razza di campioni, quando le corse erano ancora quasi agli albori ed i primi ippodromi erano luoghi di aggregazione per tutte le fasce sociali. L’altra linea narrativa è dei giorni nostri e si intreccia alla prima in modo sempre più profondo. Al di là della trama, bella, appassionante, travolgente, il messaggio che c’è dietro è purtroppo molto amaro e riguarda la situazione razziale, ancora irrisolta dopo oltre 150 anni di storia.

E di questioni razziali parla anche il terzo ed ultimo romanzo, Non dimenticare chi sei di Yaa Gyasi. A partire da uno sperduto villaggio dell’Africa nel 1700 circa, due donne e la loro discendenza vengono raccontate come gli anelli di un’unica catena di eventi, fino ai giorni nostri. Con qualche similitudine a Radici, il romanzo da una prospettiva diversa al tema schiavitù, coinvolgendo in modo diretto anche alcune popolazioni africane: la differenza di fondo quindi non è fra bianche e neri, ma fra sfruttati e sfruttatori. La lunga rincorsa alla ricerca di un’identità perduta diventa così in realtà la costruzione di un’identità nuova, che assume in sé le caratteristiche passate, di tutti coloro che ci hanno preceduti, ma che si apre anche ad un qualcosa di diverso, perché appunto la storia ama ripetere gli stessi percorsi, ma in modi sempre sorprendentemente nuovi.

Buona lettura a tutti!

Consigli di lettura non richiesti. 29 / Robertson, Christie, Dalton, Gutfreund

Si appropinqua Natale, una volta preparati albero e presepe, sfidando la pioggia e le folle oceaniche di questi giorni, ci si tuffa alla ricerca dei regali. E potevo io, dispensatore di luce e dolcezza, rimanere insensibile ai dubbi e alle angosce dei miei viaggiatori ermeneutici in cerca di un’idea originale? Ecco dunque ritirare fuori questa rubrichetta di consigli di lettura, assolutamente non richiesti, ma non per questo meno utili. Debbo dire che quest’anno è stato particolarmente fecondo per me: facendo i conti l’altra sera ho visto che ho superato i trenta titoli, che in un anno sono due libri e mezzo al mese. Non male! E fra questi ecco quali mi sento di consigliarvi.

Cominciamo con un’eccezione, almeno per me. E’ successo che quest’estate, nei vari passaggi fra Roma e la montagna ho dimenticato lì il kindle: per una settimana sono dunque tornato al cartaceo e così ho sfruttato l’occasione per leggere un libro che non ha la versione digitale. Ne è valsa assolutamente la pena! Il più grande spettacolo del mondo è un romanzo di Don Robertson, la storia di un ragazzo normale ed insieme straordinario, che decide di attraversare la sua città per andare a trovare un amico. La storia, ambientata a Cleveland nel 1944, si svolge in una sola giornata: una giornata tragica e memorabile perché proprio quel giorno in cui il protagonista si mette in cammino, scoppia un incendio devastante che distrugge mezza città. Romanzo di formazione, il primo di una trilogia con lo stesso personaggio, che ricorda la grande tradizione americana del genere (Tom Sawyer, Huck Finn), con una galleria di personaggi che ruotano intorno al protagonista e sono lo specchio di un’umanità variegata, raccontata con ironia, dolcezza e crudeltà. Romanzo veramente eccezionale.

Con il secondo consiglio andiamo invece a spasso nel tempo, per seguire le vicende dei Greenwood, di Michael Christie. La storia inizia in un futuro distopico, intorno al 2030, quando una grande catastrofe ambientale ha ridotto gli spazi vivibili sulla terra e torna indietro nel tempo agli inizi del 900, per seguire la storia delle diverse generazioni della famiglia. Romanzo molto interessante, che riesce a chiudere mirabilmente tutti i fili delle storie che lascia inizialmente appesi, come in una spirale in cui tutti i pezzi del puzzle trovano la loro giusta collocazione.

Il terzo consiglio è dedicato ad un autore che vi avevo già consigliato (se vi interessa recuperarlo lo trovate qui), Trent Dalton. Molto bello anche questo suo secondo romanzo, Tutti i bagliori del cielo che vale assolutamente la pena leggere, soprattutto se vi era piaciuto il primo. Anche questo ambientato in Australia, ma qui siamo durante la seconda guerra mondiale: come il precedente, la storia riesce a mischiare realtà e fantasia, poesia e tragedia in maniera davvero mirabile. Una sorpresa ed insieme una conferma!

Per l’ultimo consiglio ci spostiamo in Israele, Amir Gutfreund con Per lei volano gli eroi ci racconta la storia di cinque ragazzi di Haifa dagli anni 60 fino ai giorni nostri. Storie che si intrecciano con la Storia con la S maiuscola, quella che coinvolge un popolo costantemente in guerra, che li trascina e li travolge lasciando ferite aperte anche in coloro che sembrano uscirne indenni.

Buoni regali dunque e buona lettura!

Consigli di lettura (come sempre rigorosamente non richiesti)

Che strano giorno che è oggi! Nella stessa giornata ci concentriamo sulla condanna della violenza contro le donne (e già il fatto che bisogna dedicare una giornata a questo tema dovrebbe far riflettere. E dico “riflettere”, perché “incazzare” pare brutto) e insieme ci diamo alle spese pazze alla ricerca dell’occasione e dello sconto più vantaggioso (si dice che questo venerdì dopo il Thanksgiving americano sia black con riferimento ai registri contabili: i negozianti li compilavano a penna, usando inchiostro rosso per i conti in perdita e nero per i conti in attivo. Così i loro libri erano neri, mentre i nostri conti vanno sempre più in rosso!)

Non so chi abbia avuto l’idea di combinare insieme queste due cose e non so a voi che effetto faccia: a me sale un certo fastidio, al limite dell’insofferenza. E quindi, per distrarmi e parlare d’altro, come sempre vi fornisco un consiglio non richiesto. Non richiesto da voi, né tantomeno dal soggetto che vado a consigliare. Infatti stavolta non si tratta di libri, ma di blog.

Ci sono tanti blog interessanti/divertenti/appassionanti che potrei segnalarvi, alcuni che ho scoperto proprio recentemente, altri che seguo ormai da anni. Ma il consiglio che voglio darvi oggi, riguarda il blog di Almarita meglio noto come “tuttacolpadimurphy”, che con eleganza ed arguzia riesce sempre a strapparmi un sorriso: un vero ricostituente per il buon umore! Nel suo ultimo post si parlava di ritorno al cinema dopo la pandemia. E questo è lo scambio di commenti che ne è venuto fuori dopo…

Ma cosa andate a pensare? Noi intendevamo lo sci. Comunque, datemi retta per una volta, seguitela, perché ne vale la pena!

Consigli di lettura non richiesti. 28 / Ford, Lansdale, Towles

Nonostante tutti i sintomi siano andati via già da qualche giorno, i tamponi continuano a uscire positivi. Che dire? Pensiamo positivo! E speriamo che almeno per Pasqua questo cavolo di virus sia diventato un ricordo. Ma come dice una delle frasi più famose del mio amato This is us, “non esiste limone così aspro da non poterci tirar fuori una buona limonata” e quindi anche questa forzata permanenza domestica ha i suoi risvolti positivi. Per esempio la scorpacciata di libri che sono riuscito a fare!

E di conseguenza, in vista delle prossime festività pasquali, posso aggiornare la mia personalissima rubrichetta di consigli di lettura, rigorosamente non richiesti. Nel numero odierno mi concentro su un genere che mi piace moltissimo (infatti non nuovo su questo pagine), quello del romanzo di formazione. Che vi devo dire, Tom Sawyer e Huck Finn restano in assoluto i miei miti dell’infanzia e forse il loro influsso regge il passare degli anni. Più banalmente trovo le storie che raccontano la crescita dei personaggi nel tempo sempre stimolanti, capaci di coinvolgere il lettore più di qualsiasi altra. E arriviamo quindi ai consigli di oggi.

Comincio con Canada di Richard Ford, un gran bel romanzo, ambientato negli anni 60. E’ la storia un po’ surreale di due gemelli adolescenti alle prese con degli adulti (i genitori in primis) più adolescenti di loro, che li costringono a crescere prima del tempo, lasciandogli delle ferite che li condizioneranno per tutte le loro esistenze. Un romanzo psicologico, molto introspettivo, sulle responsabilità, dirette e indirette che abbiamo verso gli altri e sulle conseguenze che le nostre azioni possono avere anche per lungo tempo.

Proseguiamo con uno dei miei autori preferiti. Lasciati momentaneamente da parte i mitici Hap & Leonard, il mio amico Joe Lansdale ci fa immergere nelle atmosfere dark di Moon Lake. Se non conoscete l’autore qui c’è un piccolo compendio della sua arte: ironia, denuncia sociale, temi razziali, descrizioni accurate, thrilling, sangue e scazzottate, ritimi travolgenti. Lansdale è come i Rolling Stones o se preferite, come il ragù di mamma. E’ sempre quello, ma che altro vuoi di più dalla vita?

Il terzo consiglio è per Lincoln Highway di Amor Towles. Grandissima sorpresa, per un romanzo travolgente. Ci sono tutti gli elementi classici del romanzo di formazione/romanzo on the road americano: il mito della frontiera, la voglia di riscatto, la volontà di inseguire i propri sogni, ragazzi perduti e ritrovati. Il tutto raccontato magistralmente, dalle diverse voci narranti dei protagonisti, senza fronzoli, ma con un respiro profondo, nell’eterna antitesi fra il destino già tracciato e la volontà di costruirsi una strada alternativa. Personaggi memorabili, menzione speciale per Sally, l’unica fanciulla del gruppo, veramente straordinaria!

Buona lettura!

Consigli di lettura non troppo (ma un po’ sì) richiesti. 27/ Langan, Rash, Everett, Lang

Nella mia bacheca di FB alcune giovin donzelle mi richiamano ai miei doveri. Quelli di diffondere luce e dolcezza, direte voi? No – cioè anche quelli – ma nella fattispecie piuttosto quelli di diffondere consigli di lettura. Ecco perché ho dovuto fare una piccola precisazione al titolo di questa rubrichetta del blog. Considerando che è passato qualche mese dagli ultimi consigli, come la volta scorsa voglio esagerare e vi segnalo 4 romanzi e per aiutarvi nella scelta alla fine li sintetizzo con un unico aggettivo.

Partiamo con la provincia americana, il profondo sud e la sua montagna di pregiudizi, nascosti nel perbenismo imperante: ricchi e arricchiti, cerchie ristrette e forestieri, così che la problematica razziale (anch’essa presente) diventa solo una sfaccettatura di una problematica molto più ampia. I buoni vicini di Sarah Langan racconta con tono soave, quasi idilliaco, le paure e le cattiverie che si nascondono appena sotto una leggerissima patina di buone maniere. Nel mondo degli adulti i buoni vicini diventano i peggiori nemici e chi ne fa le spese è l’innocenza dei ragazzi, la cui unica posibilità è quella di provare a non diventare come loro. Amaro

Con Un piede in paradiso di Ron Rash torniamo agli anni 50. Sempre provincia americana, ma siamo fra gli Appalachi, in mezzo ad una natura incontaminata: un posto che potrebbe essere il paradiso dove però si consuma un dramma, figlio di una guerra combattuta dall’altra parte del mondo. Temi solitamente affrontati parlando dei reduci del Vietnam: qui sono reduci della Corea, una guerra dimenticata, ma le dinamiche sono le stesse. Un’unica storia, uguale e diversa perché raccontata dai diversi punti di vista dei protagonisti che ne danno ognuno una sua lettura ed una sua verità. Avvincente.

Un romanzo davvero originale è Telefono di Percival Everett. Anche questo ambientato negli States, in California, ma anche in quel west ancora selvaggio al confine con il Messico, che almeno per me non smette di avere un grandissimo fascino. Una storia molto originale, quasi onirica, che racconta di questo moderno Don Chisciotte che per darsi una nuova ragione di vita si lancia contro i moderni mulini a vento impersonati nei trafficanti di esseri umani. Come finisce? E qui è il bello! Quel mattacchione dell’autore ha scritto diversi finali e quindi, casualmente, in base alla copia che acquisterete, troverete finali differenti. Che in ogni caso non cambieranno l’originalità di questo racconto. Intrigante.

Per concludere la carrellata andiamo in Francia con La tentazione di Luc Lang. Romanzo impegnativo, incentrato sul rapporto padri – figli, ma con interessanti riflessioni sulla relazione uomo e animale, in cui si riflettono crudeltà e tenerezza che caratterizzano entrambi i rapporti. La voce narrante del protagonista analizza con lucidità le contraddizioni della sua esistenza, senza soluzioni e senza redenzione. Spietato.

Buona lettura!

Consigli di lettura non richiesti / 26. Wilson, Woods, Rosof, Cleave

Da qualche tempo mi sono iscritto ad una newsletter della rivista Internazionale, dedicata agli Stati Uniti (giust’appunto si intitola Americana). Ogni domenica racconta i principali fatti accaduti negli States e ha degli approfondimenti molto interessanti su fatti accaduti nel passato, che hanno un qualche rapporto con l’attualità. Nell’ultimo numero prima delle vacanze riferisce l’usanza dei presidenti di raccontare le loro letture: da quelle si poteva ricostruire gli interessi privati di queste grandi figure pubbliche. Dai tempi di Lincoln fino a Nixon, Reagan, Clinton, Obama: quest’ultimo poi, ogni anno dal 2009, scrive un articolo in cui descrive quali saranno le sue letture estive, un po’ una sorta di consigli di lettura.

E così mi sono detto, ma se lo fa il good-old Barack, perché io no? E quindi ho riesumato questa rubrichetta del blog che ogni tanto, in modo del tutto non richiesto, vi racconta i miei consigli di lettura, stavolta da utilizzare sotto l’ombrellone.

Partiamo con Kevin Wilson ed il suo I bambini sono calmi. Romanzo molto divertente che allo stesso tempo fa riflettere: un’amicizia nata fra i banchi di scuola, due amiche che hanno preso strade diverse, anche per una scelta fatta allora, che ne ha condizionato i percorsi. Una strana richiesta che porta una delle due, la protagonista che racconta in prima persona tutta la storia, ad accudire due bambini apparentemente normali. Basta non farli innervosire, altrimenti prendono fuoco! Dentro questo paradosso, metafora di tante difficoltà di un’infanzia difficile, il lettore viene proiettato in un susseguirsi di vicende fino alla non così banale conclusione della storia. Molto bello, vi assicuro che non riuscirete a staccarvi fino alla fine.

Passiamo a John Woods, con Lady Chevy, un romanzo di tutt’altro tono e sapore. Se il primo va giù liscio come uno Spritz, quest’altro ha bisogno invece di un buon digestivo di acocmpagnamento. Specchio dell’America attuale, delle sue fobie, delle sue grandi contraddizioni, racconta la storia di un’adolescente alle prese con problemi più grandi di lei, (un disastro ecologico, un omicidio involontario, un senso di colpa enorme) e soprattutto una serie di adulti che non le sono di nessun aiuto. Molto bello anche questo, nonostante l’amaro che vi lascerà in bocca.

Con Meg Rosof ed il suo Un attimo perfetto, torniamo invece a temi più leggeri. Romanzo che racconta la storia di un’estate e di una vacanza familiare, sempre con una ragazza adolescente come voce narrante. In questa numerosa famiglia allargata accadono fatti che segneranno per sempre il futuro di molti e faranno uscire la protagonista dall’innocenza per proiettarla nel caotico mondo degli adulti. Una storia molto bella, che riesce ad essere originale, pur nel pieno solco della tradizione dei romanzi di formazione (che come avrete intuito, mi piacciono molto).

Termino questa carrellata di consigli con Chris Cleave ed il suo I coraggiosi saranno perdonati. Romanzo ambientato a Londra (e poi in parte a Malta) agli inizi della seconda guerra mondiale, con i bombardamenti sulla capitale inglese e quella paura di un’incombente invasione dell’isola da parte dei tedeschi. In questo contesto una ragazza della High Society decide di uscire dal suo mondo dorato per darsi da fare in aiuto degli altri. Anche i fatti più tragici non riusciranno ad abbatterla, anche grazie ai legami che riuscirà a stabilire con persone appartenenti a mondi totalmente lontani dal suo. La storia rievoca quella dei nonni dell’autore e ha il pregio di far luce su un punto di vista non troppo banale: i tedeschi avrebbero davvero potuto vincere la guerra? Come sarebbe finita senza l’intervento degli USA? Lettura interessante e dai ritmi più cadenzati rispetto alle precedenti. Ideale per il periodo estivo!

Mi rendo conto solo ora che vi ho consigliato 4 romanzi con 4 protagoniste femminili. Forse è un caso, forse no. Il punto di vista che racconta la storia non è mai neutro rispetto alla storia stessa e probabilmente il punto di vista femminile riesce ad essere molto spesso più originale e più profondo rispetto a quello maschile.

Cari viaggiatori ermeneutici, buona lettura e buone vacanze!

Consigli di lettura non richiesti / 25. Ward

L’altra sera una delle più affezionate viaggiatrici ermeneutiche chiedeva il ritorno della rubrica sui consigli di lettura non richiesti. Come fanno ad essere richiesti dei consigli non richiesti? Non saprei, ma ho sempre amato gli ossimori, quindi non potevo non darle retta e dunque eccoci qui. In questi ultimi mesi ho letto molto (grazie pandemia!), ma in realtà nulla di così avvincente da spingermi ad avventurarmi in consigli non richiesti.

Con un’eccezione. Jesmyn Ward, giovane autrice afroamericana, che racconta storie di uno degli Stati più poveri degli Stati Uniti, fuori dai percorsi più noti (il West, la California, New York), parliamo del Mississippi. Uno Stato del sud, devasto dagli uragani, arretrato e un po’ fermo nel tempo, così ai margini che paradossalmente non viene toccato neanche dalle classiche tematiche legate alla segregazioni razziale. I poveri non hanno colore, bianchi o neri cambia poco. In Italiano sono usciti tre romanzi: Salvare le ossa, La linea del sangue e Canta spirito canta. Pur non essendo legati fra loro vi consiglio di andare in ordine, iniziando dal primo.

Jesmyn racconta un’America diversa, lontana dalla narrazione abituale, storie molto reali, quotidiane, ma insieme di una grande profondità. Indissolubilmente legate a quella realtà e allo stesso tempo evocative di tematiche universali. Sono tutti e tre romanzi di formazione, raccontati dal punto di vista dei ragazzi. Adolescenti che si affacciano alla vita e che non curanti delle difficoltà e delle situazioni difficili in cui stanno crescendo fanno grandi sogni, immaginando un domani diverso, lontano dalle difficoltà del presente.

E chissà che non abbiano ragione loro. Chi siamo noi per giudicare i sogni degli altri? Forse proprio questo ci vuole dire l’autrice: troppo facile sognare un futuro roseo per chi ha la pancia piena, per chi ha tutte le strade aperte e mille possibilità da realizzare. Provateci voi a crescere con genitori assenti o alcolizzati, in luoghi dove un posto di lavoro è un miraggio e un giorno o l’altro un cataclisma naturale potrebbe spazzare via tutto quel (poco) che hai. Eppure i protagonisti di queste storie ci riescono, inseguono i loro sogni e almeno in parte riescono a realizzarli.

Buona lettura!

Consigli di lettura non richiesti / 24. Dalton

Tra un Lansdale (Caldo in inverno) e un altro (Una Cadillac rosso fuoco), chiudo quest’estate ricca di bellissime letture con il romanzo di un esordiente australiano, tale Trent Dalton, intitolato Ragazzo divora universo. Un romanzo di formazione semplicemente bellissimo, il racconto della vita difficile di un adolescente di Brisbane, città della costa orientale dell’Australia, che ha un ex galeotto come baby sitter, un padre alcolizzato ed una madre ex tossicodipendente e spacciatrice. Ed un fratello che sa predirre il futuro scrivendolo nell’aria perchè pur sapendo parlere, preferisce rimanere muto.

Detta così sembra una tragedia, in realtà la bravura dell’autore sta (anche) nella leggerezza con cui fa raccontare ad Eli la sua storia. Una storia in cui il male non è mai banale ed il bene non è mai perfetto. Una storia onirica, in cui sogno e realtà si confondono e si fondono insieme per far sì che non si perda mai la speranza, la convinzione profonda, che le cose finiranno bene. La cosa più incredibile poi è che, come dice l’autore, il 50% della storia è la sua autobiografia!

Un romanzo insolito, che scorre leggero e imprevedibile verso un finale pirotecnico che realizza un amore impossibile e chiude mirabilmente tutti i fili lasciati in sospeso. Insomma, un romanzo straordinario. Buon lettura!

Consigli di lettura non richiesti / 23. Markley

L’estate sta finendo…cantavano i Righeira qualche anno fa. Ma a giudicare dal caldo di questi giorni, in realtà penso che ne avremo ancora per un bel po’. E non è che la cosa poi mi dispiaccia. In ogni caso, ne avete ancora di tempo libero per un buon libro? Se la risposta è sì, ecco a fagiolo un consiglio di lettura non richiesto.

Ohio di Stephen Markley è giusto il libro per concludere alla grande questa stagione vacanziera. Un romanzo perfetto per chi come me ama le atmosfere dell’America profonda: quattro personaggi, quattro voci narranti che raccontano una notte nella città di New Canaan, ideale metafora della periferia americana. Andando avanti nella lettura però si comprende che non sono 4 storie separate, ma come fossero telecamere riflettono e raccontano la stessa realtà dai diversi punti di vista.

C’è l’America di oggi, insieme a quella dell’11 settembre, c’è la solitudine e l’amicizia, quella profonda, che nasce nonostante tutto, che rimane anche nelle distanze che il tempo inevitabilmente scava fra i quattro giovani adulti. La guerra in Iraq e la crisi dei subprime che distrugge i risparmi di una vita. Le droghe per fuggire da una realtà difficile e un senso religioso che permane in mezzo a mille contraddizioni.

La realtà dell’oggi unita in modo inscindibile con quella di ieri, con il percorso che ognuno dei 4 ha compiuto per arrivare a quella notte. E come un puzzle ogni elemento ha un suo posto determinato o forse meglio, come un cerchio perfetto in cui tutte le linee si chiudono, questa romanzo potrebbe scatenarvi la voglia di leggerlo due volte. La prima per capire come vanno a finire le storie, la seconda per cogliere appieno come si intrecciano in maniera mirabile fra di loro. Scoprirete così che si parte quasi dalla fine e l’ultima voce inizia e chiude il percorso circolare che vi dicevo.

A me almeno è capitato così. E non sono riuscito a smettere fino al termine della seconda lettura. Forse, non avessi avuto altro, avrei anche ricominciato nuovamente, tanto l’autore riesce ad immergere il lettore nella storia. L’epilogo poi dà la chiave di volta e svela l’andamento complessivo, anche se nella rilettura ci si può arrivare da soli.

Leggetelo e ditemi se non ho ragione. Uno dei libri più belli degli ultimi anni.

Consigli di lettura non richiesti/22. Cummins

Per la seconda volta voglio fare un’eccezione e dedicare il post di consigli di lettura ad un unico libro: perché è veramente bellissimo, fra i più belli che mi sia capitato di leggere negli ultimi tempi. Appassionante e struggente al tempo stesso, una storia che non ti può lasciare indifferente e che ci tocca da vicino, molto più di quel che avrei immaginato prima di iniziare il libro.

L’autrice è Jeanine Cummins, il libro si intitola Il sale della terra (traduzione orrenda del titolo American Dirt, che secondo me rende molto di più l’atmosfera del romanzo, ma va be’). Scappati miracolosamente alla strage della propria famiglia, mamma e figlio cominciano un incredibile viaggio da Acapulco verso gli Stati Uniti, nelle rotte dei migranti, sperando di salvarsi dalla furia omicida del capo di un cartello di Narcos che ha giurato di sterminarli. In questo viaggio assurdo, in cui non possono fidarsi di nessuno (men che meno della corrotta polizia messicana), incontreranno un’umanità sofferente, spezzata e nonostante tutto ancora capace di slanci di generosità incredibili.

La loro avventura, pur svolgendosi dall’altra parte del mondo, potrebbe essere molto simile a quella che vivono quelli che si affacciano nelle spiagge di Lampedusa, vittime della violenza, della fame, di aguzzini senza scrupoli, che sul sangue e sulle loro sofferenze hanno creato un sistema per arricchirsi.

Personaggi talmente autentici, che si fa fatica ad immaginare siano solo frutto di invenzione: i due protagonisti, le due sorelle che si uniranno al loro viaggio, il jefe dei Narcos, persino gli incontri occasionali lungo la strada, tutti hanno una caratterizzazione profonda, che esce dalla pagine scritte (per me dal video del kindle) e fa sì che la storia da opera di fantasia sembra quasi diventare cronaca.

Per raccontarci che al di là dell’American Dream, anche dall’altra parte del muro, di qualsiasi muro dietro il quale vorremmo proteggere i nostri privilegi, esistono i sogni e persone disposte a tutto pur di realizzarli.