Il colore del Natale è azzurro, azzurro e giallo come la mia lavalamp, con le bolle che salgono e scendono, creano e disfano, girano e tornano. Sempre uguali e sempre nuove, un po’ come le nostre giornate, un po’ come tutti i Natali. Anche se questo non potrà essere come gli altri, perché è il primo senza il mio papà e mi manca ed insieme lo sento accanto, come e più di prima.
L’odore di Natale è appena accennato, una traccia tenue ma assolutamente identificabile, che non puoi confondere con nessun altra. fa parte dell’odore di casa, dei ricordi più antichi, come quello dei mobili, delle cose, dei vestiti, qualcosa che appartiene al passato, ma che basta un attimo per far tornare nel presente. Un profumo che hai paura di dimenticare, ma che in realtà fa parte di te. Come l’ansia e la gioia della scoperta dei regali, il saccone di Juta che Babbo Natale immancabilmente lasciava in sala da pranzo, vicino ai biscotti sbriciolati e la tazza vuota della colazione che gli avevamo lasciato noi. L’odore di Natale è quello del sacco di Juta.
Il tocco di questo Natale è ruvido come la corteccia di un albero. La corteccia di un tronco altissimo e grande, che non riesci a circondare neanche allargando tutte le braccia. Grande e solido, che ti ci puoi appoggiare e scivolando fino a terra senti quel raschiamento piacevole, che aiuta a mandare via il prurito e il fastidio di tutto quello che ti provoca malessere. E’ proprio così che mi piacerebbe appoggiarmi a questo Natale, per grattare via la pelle vecchia ed insieme tutte le scorie di quest’anno difficile.
Il gusto del Natale è un sapore antico, che torna dopo tanto tempo. Durante il pranzo di Natale, fra gli antipasti, mamma preparava sempre questi fagioli al sugo. A memoria mia non li ho mai mangiati al di fuori del giorno di Natale. Tutti gli altri giorni dell’anno sparivano in un limbo, per riapparire uguali a se stessi l’anno dopo. Sono grossi e bianchi, al mercato quando ho cercato di spiegare cosa volessi, la fruttivendola mi ha detto “ah sì, i ciavattoni!”. Ecco, quest’anno ritornano i ciavattoni. Ma solo per un giorno, poi rispariranno!
Anche il suono del Natale è un ritorno al passato. Quest’anno niente Michael Bublè (Fuck Christmas! come ha detto lui stesso a febbraio quando siamo a sentirlo in concerto ad Assago), niente Abba che hanno accompagnato gli ultimi Natali. Quest’anno la musica che mi risuona dentro sono i Pink Floyd: un gruppo che ho amato moltissimo e poi ho lasciato da parte. Per molto tempo non sono più riuscito ad ascoltarli, per la tristezza che mi facevano tornare su. Forse serviva proprio un Natale un po’ malinconico come questo per farmici riappacificare.
In definitiva, cari lettori ermeneutici, vi auguro di assaporare questo Natale, questo periodo di stacco dalla quotidianità, in tutte le sfaccettature possibili!




Bellissimo questo Natale da godere con tutti i sensi!
Tanti cari auguri 💝💝💝
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L’anno scorso avevo appena perso la mamma… quest’anno è il primo che vivo con la coscienza di averli persi entrambi…
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❤️
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Post davvero bellissimo e originale, oltre che denso di ricordi ed emozioni. Complimenti e naturalmente buone feste. 🌹❤️🎄
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Grazie Alice, auguroni anche a te! ❤️
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Bello, malinconico e poetico questo Natale, molto intimo e senza frestuono, come si conviene alle feste del cuore. Buon sereno Natale Romolo!!! ❤️🎄🤶🎅
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Grazie Vitty! ❤️
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Eccomi! grazie per avermi solleticato un po’… e grazie per per questo articolo.
Sono iscritta alla newsletter di una esperta di mindfulness. Ecco, occhio giorni prima del Natale ne ha mandata una in cui descriveva tre categorie: gli amanti del Natale; gli ostili al Natale e gli indecisi. Lei si rispecchiava in questi ultimi e ho scoperto di farne parte anche io. Vivo in quel limbo in cui sento repulsione al pensiero dell’arrivo del Natale e contemporaneamente stupore, estasi e pace quando arriva. Un po’ per quello che hai scritto tu: affetti e tradizioni che mancano ma anche affetti e tradizioni da condividere e tramandare. Nonostante tutto.
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Io appartengo alla prima, decisamente, ma capisco anche gli altri punti di vista. Poi appunto quest’anno è stato davvero particolare. Ma comunque sono stato bene. Nonostante tutto
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