Viviamo a cento all’ora. Gli eventi si susseguono con una velocità spesso fuori dal nostro controllo. Passiamo dai postumi di una pandemia a una guerra in piena Europa, ma non finisce quella che scoppia un’altra guerra in medio oriente, mentre l’ultimo scandalo dell’estate ci distrae dal caldo asfissiante figlio dei cambiamenti climatici. Meno male che c’è Sinner, per qualcuno il campionato di calcio, per qualcun altro la Ferrari, anche le distrazioni vanno e vengono velocemente. E neanche te ne accorgi e arriva l’autunno, bisogna riporre il costume da bagno e tirar fuori le giacche. I figli crescono e noi invecchiamo, velocemente, ma senza fretta, tra le ore lente e gli anni veloci. Festina lente, lo dicevano già i latini, ma forse mai nella storia c’è stato un periodo più adatto di questo.
Affrettati lentamente, un ossimoro per cercare di vivere senza indugi, ma anche senza perdere nulla. Perché il rischio invece è proprio il contrario: indugiare nella fretta, rimanere fermi mentre tutto il resto corre e ci lascia indietro. A volte può anche essere comodo restare indietro, perché ti fa rendere conto meglio di dove devi andare. E se nel frattempo ti perdi qualcosa pazienza, magari lo raccoglierai dopo. Certo, il rischio è raccogliere solo le briciole, gli avanzi, ma per fortuna a volte sono quelli che fanno la differenza.
Festina lente vale anche con gli altri. Vale soprattutto con gli altri. Per non lasciarli indietro e per non farli scappare via. Perché poi quando si crea la distanza è difficile ricomporla e magari ti accorgi che quello che avevi lì con te, quello che davi ormai per scontato, non c’è più. Forse è inevitabile, ma tu trova il tuo passo, affrettandoti lentamente: qualcuno corre avanti e lo perdi, qualcuno si ferma ma lo ritrovi anche se lo hai perduto per un po’, qualcuno è rimasto indietro e ti manca e non lo ritroverai più, qualcuno ha cambiato strada ma non ti manca neanche un po’. Perché di tutto questo sei tu quello che resta. E alla fine è proprio con te che dovrai fare i conti.

Questo tuo scritto casca a fagiolo. La parte finale mi ha riempito gli occhi di commozione. Tante verità, tutte condensate. E alla fine è vero, noi siamo sempre ciò che resta e con cui dover fare i conti. Grazie per queste parole.
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❤️
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In fondo è con noi stessi che trascorriamo la maggior parte del tempo. Ciao Romolo!
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È proprio così cara Vale
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Sì, caro Romolo! ❤️
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