Il problema è che spesso ci innamoriamo delle nostre idee. O forse sono le idee che si innamorano di noi. Ci fanno prigionieri delle loro (buone e meno buone) argomentazioni. E non ci lasciano più andare. Ma non solo delle idee, anche delle persone (buone e meno buone). Che poi il concetto di buona idea o persona buona è evidentemente soggettivo. Non solo perché non vale per tutti, ma anche perché non vale per sempre. Quella che oggi è una buona idea potrebbe non esserlo tra un anno. Quella che è una relazione sana oggi, potrebbe non esserlo più fra qualche tempo.
La “Teoria del Cavallo Morto” è una metafora usata per illustrare la tendenza a persistere con strategie, progetti o processi inefficaci, anche quando sono chiaramente falliti o non più sostenibili. Il concetto deriva da un proverbio dei nativi americani che dice: “Quando scopri che stai cavalcando un cavallo morto, la strategia migliore è smontare”.
Strategia migliore che però spesso non riusciamo ad adottare. Perché invece spesso tendiamo ad aggrapparci al passato, a persone, progetti, metodi già sperimentati: per orgoglio, paura di cambiare, o per l’investimento (affettivo, monetario o di qualsiasi altro tipo) già fatto. Purtroppo, ciò che una volta funzionava può non funzionare più e continuare a insistere su soluzioni inefficaci non fa che aumentare la frustrazione e rallentare i progressi.
E voi, viaggiatori ermeneutici, sapete riconoscere i cavalli morti? Avete la forza di lasciarli andare e proseguire, a costo di andare a piedi? Perché invece il rischio è quello di far finta di nulla. Di limitarci a cambiare sella. O magari a provare a rianimare il cavallo con qualche zuccherino. Dando la colpa alle buche sul terreno, al destino cinico e baro, ad altri cavalli: tutto pur di non ammettere l’evidenza. Ma non riconoscere il proprio “cavallo morto” impedisce di andare avanti. Dobbiamo convincerci che lasciare andare, voltare pagina non è un fallimento, ma un atto di maturità. È capire che non sempre si può costruire il futuro aggrappandosi al passato.

Interessante. A volte credo che la teoria si scontri però con l’ostinazione, il sentimento, il desiderio e tanti fattori che ci fanno credere che il cavallo morto possa resuscitare.
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Esatto. Il problema è riuscire a riconoscere ed accettare la realtà delle cose
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Difficilissimo in certi casi
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Sì, assolutamente. Ma anche necessario
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Sono d’accordo, io ci provo, ma i ricordi del passato sono sempre molto vividi. Ci provo a lasciar andare e a vivere il presente. Il passato spesso bussa alla porta
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