Partiti da Istanbul la nostra tappa successiva è stata Ankara, capitale della Turchia a partire dalla prima metà del secolo scorso, oggi una città di oltre 5 milioni di abitanti, centro politico e amministrativo del Paese. Non c’è molto da vedere, è stata una tappa di avvicinamento alla Cappadocia, comunque abbiamo avuto modo di visitare il mausoleo di Mustafa Kemal Ataturk, il padre della Turchia moderna.
Una figura molto amata in tutto il Paese, il nostro Umut nonostante il suo cinismo ce l’ha descritto come un vero e proprio eroe, capace di rivoluzionare il Paese, ricostruendolo dalle ceneri dell’impero ottomano, uscito sconfitto e praticamente distrutto dopo la Prima Guerra Mondiale. In una quindicina d’anni, imponendo riforme profonde riuscì a risollevare la Turchia proiettandola nel future grazie a una visione moderna, laica e direi europea del Paese.
Da lì un’altra tappa di avvicinamento è stato Tuz Golu il Lago Salato. Un bacino enorme gran parte ormai secco da cui vengono estratti grandi quantità di sale. Un panorama davvero molto particolare!


E così, dopo parecchie ore di pullman, siamo arrivati finalmente in Cappadocia. “Ciao Lucio Licio, vieni dalla Tracia o dalla Cappadocia?” Per me fino ad oggi la Cappadocia era una posto quasi di fantasia, uno sciogli lingua usato da un personaggio di Alto Gradimento, la mitica trasmissione radiofonica di Arbore e Boncompagni che ascoltavo da ragazzo. Prima tappa, Goreme e le Chiese rupestri, paesaggio stile western con queste costruzioni scavate nella roccia dove trovarono rifugio i primi cristiani e poi successivamente anche le altre popolazioni del luogo, sempre esposte alle scorribande dei popoli vicini e lontani. All’interno di alcune grotte sono ancora ben conservati dipinti molto antichi di grande bellezza.



Il giorno dopo sveglia all’alba per una delle attrazioni principali di tutto il viaggio: la gita in mongolfiera! Un’esperienza davvero unica, assolutamente da fare almeno una volta nella vita. Molto cara (il prezzo varia a seconda dei periodi e delle persone presenti, ma è comunque molto elevato), noi abbiamo pagato 220 euro a testa, ma non ce ne siamo pentiti.




Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non c’è il problema delle vertigini. Un po’ come succede in aereo, se non c’è un contatto diretto con il suolo non si ha quella sensazione di vuoto e invece ci si gode un panorama dall’altro assolutamente fantastico.
La giornata è proseguita con la visita alle valli di Avcilar e Guvercinlik per ammirare i famosi Camini delle fate, delle formazioni rocciose determinate dai fenomeni atmosferici che nel corso dei millenni hanno determinano l’erosione delle rocce, creando degli effetti spettacolari.



Abbiamo concluso questa lunga (e bollente!) giornata con la visita della città sotterranea di Kayasehir. Anche queste costruzioni avevano lo scopo di preservare la popolazione dalle scorribande degli invasori, in Cappadocia ne sono stati scoperti oltre un centinaio di siti. Questa regione infatti si trova esattamente lungo la famosa via della seta e quindi nel corso dei secoli ha subito il passaggio di persiani, macedoni, romani, unni, selgiuchidi, mongoli, non sempre (anzi, direi quasi mai) con intenzioni pacifiche.



Almeno lì dentro il caldo ci ha dato una tregua! Consiglio per viaggi futuri: se volete visitare con tranquillità questi posti evitate luglio ed agosto. Una volta usciti da Istanbul abbiamo sofferto davvero tanto, sia in Cappadocia, sia nelle prossime tappe che vi racconterò nella terza ed ultima puntata del viaggio.

Grazie Vale! ❤️
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Una puntata davvero avvincente, ciao Romolo!
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A te Romolo! ❤️
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Romolo, perchè non mi arrivano piu’ i tuoi resoconti e riflessioni sulla mia mail?
Roberto
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Non saprei, prova a registrare di nuovo la email, però è strano
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