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Consigli di lettura non richiesti. 36 / Panowich

Agosto lavoro mio non ti conosco!” Non è proprio così, ma sicuramente ci avviamo ad un tempo di vacanze e cosa fare di meglio se non tuffarsi nelle letture, compagne fidate del nostro tempo libero? Ecco quindi che torna questa rubrichetta in cui vi do qualche suggerimento, assolutamente non richiesto, sui miei autori preferiti.

Solitamente vi segnalo autori diversi, magari farò a breve un nuovo richiamo, ma oggi mi concentro su un unico autore che secondo me vale assolutamente la pena approfondire, seguendo cronologicamente le sue opere. Si tratta di Brian Panowich, autore americano che ambienta i suoi romanzi in un’America poco conosciuta, fuori dalle rotte turistiche, ma anche da quelle già raccontate da Hollywood: la regione degli Appalachi, fra la Georgia e il Sud Carolina. Storie di emarginazione, l’altra faccia dell’America o se vogliamo, quella più autentica, fuori dalle grandi metropoli, nella quale convivono tradizioni contadine, povertà, delinquenza e pregiudizi razziali. Insomma, posti da cui è difficile fuggire, ma che raccontano di riscatti individuali e di redenzioni impossibili.

Il primo romanzo della serie è Bull Mountain, dove si seguono le vicende di una famiglia di spacciatori, prima di alcolici, quindi di stupefacenti, nella quale il protagonista ha la forza di intraprendere una strada diversa, diventano lo sceriffo della contea. La storia viene raccontata dal punto di vista di vari personaggi, dalla metà degli anni 50, fino ai giorni nostri. Un romanzo appassionante, che potrebbe ricordare in qualche modo le saghe delle famiglie mafiose e che ti tiene incollato alla lettura verso un epilogo inevitabile, ma allo stesso tempo inaspettato.

Il secondo romanzo, Come leoni. Ritorno a Bull Mountain, inizia dove finisce il primo, riprendendo alcuni fili della trama solo accennati nel precedente romanzo, ma proseguendo nella storia e svelando un altro scenario che dà un senso diverso anche al racconto iniziale. In effetti poteva essere tranquillamente un unico romanzo, fatto appunto di due parti.

Nel terzo capitolo, Hard Cash Valley. All’ombra di Bull Mountain, c’è un nuovo protagonista che si muove nello stesso territorio, con la stessa ambientazione, ma sviluppa una vicenda completamente nuova. Nuovi personaggi, legati sempre alla storia originaria, che viene narrata con il ritmo incalzante e coinvolgente dei primi romanzi.

Che succede quando una storia ha concluso le sue trame, ma i personaggi hanno ancora tanto da raccontare? Ci si sposta indietro nel tempo! Con Nient’altro che ossa, l’autore ci porta ad un prequel delle prime due storie narrate, partendo da un personaggio solo accennato negli altri romanzi, ma che ha una sua vicenda importante all’interno della saga complessiva. In effetti, anche se è l’ultimo uscito, si potrebbe iniziare la lettura proprio da qui.

Quattro romanzi che però, come dicevo, potrebbero essere quattro capitoli della stessa storia, che tiene il lettore incollato con la voglia di saperne di più, per capire come proseguiranno le vicende della famiglia Burroughs terribile e affascinante al tempo stesso. Per capire se in tutto quel male, in tutta quella violenza, alla fine c’è una luce e una speranza di redenzione. Se iniziate vedrete che probabilmente passerete agosto in loro esclusiva compagnia, con l’unico rammarico che – almeno per il momento – non ci sia un seguito ulteriore.

Buona lettura!

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