Era da un po’ di tempo che mancava la rubrica dei consigli di lettura. Perché ultimamente mi è capitato di approfondire autori già citati in precedenti post e quelli nuovi non hanno acceso la scintilla dell’entusiasmo, quella che ti fa stare sveglio una mezz’ora in più o ti fa saltare la stazione giusta della metropolitana. Quella scintilla che, a mio insindacabile giudizio, merita una citazione in questi consigli: che essendo rigorosamente non richiesti, sono del tutto arbitrari!
Con le dovute eccezioni. Perché, ad esempio, il primo consiglio è per un vero e proprio capolavoro, che oggettivamente è una spanna sopra la stragrande maggioranza delle cose che si trovano in giro e che mi capita di leggere. Si tratta del secondo romanzo di un autrice georgiana (non della Georgia americana, quella dei Rem per intenderci, ma quella caucasica di Stalin) da un nome improbabile, Nino Haratischwili, il romanzo si intitola La luce che manca. Un volta tanto mi sono lasciato sedurre dal titolo e dalla copertina (cosa non così rara) ed anche dalla voglia di esplorare mondi letterari diversi. Mai scelta fu più azzeccata! Una storia bellissima, un romanzo di formazione, in cui quattro amiche (anzi, tre più una direi) si ritrovano dopo anni a ripercorrere le loro vite che si incrociano e si sviluppano negli anni 90, dopo la caduta dell’impero sovietico. Storie drammatiche, tenere, ironiche, appassionanti, che fanno volare la lettura e ti proiettano in quel mondo lontano, ma allo stesso tempo familiare. Grande scoperta, ho subito preso anche il suo primo libro, che probabilmente finirà in uno dei prossimi consigli!
Per il secondo suggerimento mi sposto nella confort zone del romanzo americano. L’autore è uno dei preferiti del mio amato Lansdale, quindi andavo un po’ sul sicuro, parliamo di Les Edgerton, il romanzo si intitola Tempi difficili. Romanzo crudo, diretto, adrenalinico. Classica storia ambientata nel sud degli States, nel periodo della grande depressione: una grande protagonista alle prese con mille difficoltà, un marito alcolizzato, una natura ostile, ma con un carattere di ferro e una fiducia incrollabile che le cose in qualche modo si sitemeranno. Gran libro, da leggere tutto d’un fiato.
Per il terzo consiglio invece torniamo a casa nostra, con uno dei miei autori italiani preferiti, Alessandro Piperno ed il suo Aria di famiglia. Il titolo è assolutamente appropriato al mio approccio con questo autore: leggere Piperno, già l’ho scritto forse in qualche consiglio precedente, per me è come leggere una persona che conosci. L’ambientazione dei suoi romanzi (Roma nord), l’età dei protagonisti, le storie che racconta, potrebbero essere tranquillamente la cronaca delle nostre vite, di quelle dei miei amici o conoscenti (con una certa soddisfazione vi dico solo che il protagonista, immancabilmente, è tifoso della Lazio!). Mi ritrovo nelle sue storie, in quelle che vivono e che pensano i suoi personaggi, nella Roma pigra, disincantata e piaciona in cui si muovono. Quest’ultimo romanzo, assolutamente all’altezza dei precedenti, rispecchia l’oggi, le sue difficoltà, con un occhio inevitabile alla situazione in Israele (la radice ebraica dell’autore, unica reale differenza che ci separa).
Buona lettura!



