Come ho scritto e descritto altrove, ieri abbiamo accompagnato i giovin virgulti al ritiro estivo con la squadra di calcio. Nel pomeriggio grande sfida genitori figli: un giorno potremmo raccontare di aver avuto il privilegio di giocare a pallone con i nostri figli! Ma questa, almeno per me, non è stata la cosa più particolare e più bella della giornata.
Considerato che era il 29 giugno, festività di San Pietro, mi ero portato anche il mio vetusto genitore (che si chiama come il patrono della città eterna), nonché ormai nonno a tempo pieno, primo tifoso del nipote di cui non si è perso una partita in tutto il campionato. Con il freddo e con il caldo, in casa ed in trasferta, lui era lì, ad esultare per un goal o imprecare contro l’avversario scorretto. Io e lui fino a qualche anno fa avevamo un rapporto demmerda, non eravamo proprio in sintonia, come già vi avevo raccontato qui https://giacani.wordpress.com/2014/03/19/di-padre-in-figlio/
Alla fine della giornata, tornati a Roma, sotto casa, mentre mi ha salutato, un po’ sorpreso, un po’ orgoglioso, mi ha detto “ma lo sai che non giochi male!” E così ho pensato che in fondo, a 47 suonati, è stata la prima volta che mio padre mi ha visto giocare a pallone. Ed io, un po’ sorpreso, un po’ orgoglioso, sono stato felice come un bambino!