Ebbene sì, viaggi ermeneutici compie 10 anni. Mi fa strano pensare che sia passato tutto questo tempo, per una cosa nata un po’ per caso, un po’ per necessità. Quando aprii il blog mi serviva un posto dove mettere le cose che mi passavano per la testa, condividendole soprattutto con gli amici di FB, perché era soprattutto lì che scrivevo. Un’estensione virtuale del social, che pian piano ha preso piede ed è diventata un’altra cosa. O forse no, perché in realtà è sempre quello scatolone dove vanno a finire pensieri, sfoghi, ricordi che altrimenti non avrebbero un luogo unico dove poi andare a recuperarli.
In dieci anni sono cambiate tante cose e tante sono rimaste le stesse. Come me, come chi frequenta abitualmente questo posto, uguale e diverso com’è in fondo la vita in generale. In questi dieci anni ho scritto poco meno di mille articoli, si sono iscritti al blog poco più di duemila persone, ci sono state oltre 200 mila visualizzazioni fatte da 135 mila visitatori (gli abitanti di Ferrara o di Salerno). Umberto Eco diceva che l’unica cosa che si scrive solo per se stessi è la lista della spesa, quindi è scontato (anche se qualcuno mentendo anche a se stesso può dire il contrario) che quando scriviamo qualcosa, soprattutto in uno spazio “aperto” com’è il blog, è per condividere i propri pensieri, nell’auspicio che qualcuno lo legga.
Se così è, posso ritenermi più che soddisfatto. Il blog è stata l’occasione per conoscere tante belle persone, per stringere amicizie autentiche, per confrontarmi con gente vicina e lontana che ha viaggiato con me in questi anni. Ringrazio tutti: i viaggiatori abituali, quelli saltuari, gli occasionali, tutti voi che ci siete stati qui dentro e più in generale nella mia vita in questi dieci anni. Avete la responsabilità di aver fatto crescere la mia presunzione (chi scrive presume di avere qualcosa da dire e quindi, come tutti gli scrittori o pseudo tali, sono presuntuoso), ma spero almeno in minima parte di essere riuscito a regalarvi un po’ di luce e dolcezza, che come ormai sapete è la mia missione su questa terra.
Soprattutto però il blog è stato il modo per viaggiare con me stesso e per ricordarmi ogni volta il come, il quando, il dove e il perché di quello che accade intorno a me. A questo prima di ogni altra cosa serviva questo blog. Chi mi conosce personalmente lo sa, non sono intonato e quindi è meglio che evito di cantare. Però, facendo mie le parole di Brunori sas, se togliamo canzoni e mettiamo articoli, posso dire anche io…Ma non ti sembra un miracolo che in mezzo a questo dolore e in tutto questo rumore, a volte basta una canzone, anche una stupida canzone, solo una stupida canzone. A ricordarti chi sei.