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10 buoni propositi

Era da un po’ di tempo che non vi intrattenevo con un post di elenchi di cose. E quale miglior periodo dell’inizio di un nuovo anno, per mettere giù qualche buon proposito da perseguire nei prossimi 12 mesi?

Il primo proposito che voglio perseguire nei prossimi mesi riguarda il coltivare le abitudini. Coltivare vuol dire reimparare ad apprezzarle, non lasciare che i giorni, le settimane, i mesi si costruiscano in automatico. Non voglio nuove cose, vorrei godermi appieno quelle che ho.

Ovviamente, insieme al proposito precedente, vorrei non diventare schiavo delle abitudini. Anche le più belle, anche quelle che mi calzano meglio. C’è comunque sempre posto per qualcosa di diverso. E non va trascurato.

Nel contempo vorrei ricordarmi più spesso di apprezzare ciò che si ha, senza dare per scontato che ci sarà anche domani. Perchè purtroppo non sarà così per sempre.

Quindi vorrei seguire solo ciò che mi fa stare bene. Non è un proposito scontato: ci sono tante cose che sappiamo non ci fanno bene. Tante persone che dobbiamo frequentare, impegni da prendere, ma anche vizi che non riusciamo a mettere da parte. Evitare sarà un impegno da non trascurare.

Sopportare una piccola fatica, se ci garantisce un buon risultato futuro. Quanto piccola? Lì è tutta la questione! Non ci sembrerà mai troppo piccola, ma solo una volta superata potremo giudicarla in modo serio.

Oziare, perdere tempo, procrastinare. So che questo è il proposito più complicato per me. Ma ce la posso fare.

Un altro buon proposito è quello di vincere la voglia di stabilità e impegnarsi, ogni tanto, a cambiare aria. Aprire le finestre, fisiche e mentali: una boccata di aria nuova è vitale, direi quasi indispensabile.

Evadere ogni tanto. Chiudere tutto e fuggire, vicino o lontano poco importa.

Imparare da chi ce l’ha fatta. Imparare dalla mia amica R. Perchè si può fare! Se ce la mettiamo tutta, se ci impegnamo veramente, si può fare. SI PUÒ FARE. Anche una maratona, anche a New York.

Quindi bisogna crederci fino in fondo. Fino a che l’arbitro non fischia, la partita non è finita. E bisogna tirare fuori tutte le risorse, anche quelle più inaspettate, quelle che non sapevi nemmeno di avere. Perchè anche il portiere può fare goal, anche oltre il tempo massimo, se ci credi fino in fondo.

Cosa si può dire nelle poesie di Capodanno,
che non sia già stato detto tutto l’anno?

Gli anni nuovi arrivano, quelli vecchi serran le frontiere e noi sappiamo di sognare o sogniamo di sapere.

Ci alziamo con la luce del mattino sorridenti
e ci corichiamo con le tenebre pieni di lamenti.

Ci avvinghiamo il mondo finché non ne siam feriti
e allora lo malediciamo sentendoci traditi

Viviamo, amiamo, ci fidanziamo, ci sposiamo,
festeggiamo i matrimoni e i morti seppelliamo.

Ridiamo, gemiamo, pieni di speranza o di amarezza e di ogni anno questo fardello è la greve certezza.

(La traduzione libera è della mia amica Luisa Zambrotta, che ringrazio)