I lettori sono personaggi immaginari creati dalla fantasia degli scrittori (Achille Campanile)
La civiltà nasce quando gli uomini non si limitano più a vivere, procacciandosi il cibo e cercando di riprodursi, ma cominciano a raccontare delle storie. Quando vivere la realtà non gli basta più, ma hanno il bisogno di creare una realtà diversa, interpretando quello che è successo, immaginando quello che accadrà. Cambiano i mezzi, ma non gli obiettivi: i racconti orali intorno al fuoco, i primi scritti nei papiri e poi i libri nelle biblioteche, il cinema, i film, le serie sulle piattaforme digitali, di fondo sono la stessa cosa. La realtà così com’è non è sufficiente: come esseri umani abbiamo la necessità di raccontare delle storie. Persino il Figlio di Dio venuto sulla terra si è espresso attraverso le parabole. Oggi magari avrebbe fatto dei video su tik tok.
Ed anche nella forma più semplice, ogni racconto non si limita a descrivere oggettivamente quello che succede: non esiste cronaca che non sia interpretazione dei fatti. E come diceva allegoricamente Achille Campanile, ogni racconto è fatto per qualcuno a cui è rivolto. Dalle favole (perfette metafore della realtà) ai racconti più impegnati, chi crea la storia si immagina anche l’interlocutore e plasma il suo racconto sulla base di questo. Per questo dice bene Umberto Eco, che l’unica cosa che scriviamo per noi stessi è la lista della spesa.
E chi sono i narratori migliori che travalicano il tempo e restano a futura memoria? Quelli capaci di racconti straordinari, che non si limitano a descrivere, ma creano realtà. Dante, Shakespeare, Tolkien solo per citare gli scrittori, ma potremmo continuare citando registi o autori di canzoni, perché in ogni campo si può applicare questo principio. Anche nel calcio. E qui senza dubbio dobbiamo toglierci il cappello e riconoscere l’assoluta grandezza di Josè Mourinho.
Che al di là delle capacità come allenatore (26 titoli vinti in carriera dal Portogallo, all’Inghilterra e all’Italia non lasciano dubbi) ha delle straordinarie doti di narratore, di creatore di storie. Prima di essere un allenatore infatti Mou è un personaggio: non si limita a spiegare ai giocatori schemi o tattiche, lui diventa il simbolo della sua squadra, ne incarna lo spirito. Ed in questa narrazione è il condottiero di un popolo, divide i buoni dai cattivi, individua i nemici, si prefissa il lieto fine, l’Obiettivo finale verso cui andare dritti, senza indugi.
Si dice che la storia sia scritta dai vincitori. “The Winner takes it all“, dicono gli inglesi. Non c’è posto per chi perde. Forse nella realtà, ma con la potenza della narrazione si riesce ad andare oltre, si riescono a creare dei miti e delle leggende destinate a durare nei secoli. C’è il signor Taylor un arbitro inglese (figlio della perfida Albione, riferimento culturale perfetto!) che improvvisamente diventa il Nemico (chissà poi perché un arbitro inglese dovrebbe avercela contro una squadra italiana, per favorire una spagnola). Ci sono episodi della partita volutamente tralasciati (un goal a favore probabilmente viziata da un fallo, un rigore tolto agli avversari) ed altri insistentemente sottolineati (un possibile rigore non dato, un’espulsione negata). C’è una lotteria dei rigori inspiegabilmente caduta nel dimenticatoio. Tutto per poter dire il giorno dopo, noi questa finale l’abbiamo vinta!
Ora il capolavoro finale. Con un’uscita di scena che viene già raccontata non come la certificazione del suo fallimento, piuttosto come il tradimento degli amici, altro grande archetipo di ogni narrazione (già si sussurra i nomi dei calciatori che gli avrebbero remato contro). Così non si ricorderà che questo è il quarto esonero negli ultimi quattro incarichi avuti. Né tantomeno che grazie a questi esoneri è riuscito a guadagnare 96 (NOVANTASEI) milioni di euro senza lavorare. Il tutto per far sì che la narrazione che ne viene fuori sia quella dell’eroe vittima del destino cinico e baro, di nemici infidi che riescono a vincere solo con l’inganno, di amici che lo pugnalano alle spalle. L’eroe sconfitto, ma mai domo, che vince anche se ha perso.
Un genio assoluto.
P.S. Per la cronaca, il vituperato Taylor è stato eletto da una giuria di esperti fra i migliori arbitri europei del 2023. Ma anche questo è un dettaglio che la storia dimenticherà.
