Non so se ci avete fatto caso, con uno degli ultimi aggiornamenti di sistema del vostro cellulare, dovrebbe essere apparsa sulla schermata di Whatsapp una nuova funzionalità di Meta, legata all’intelligenza artificiale. Tu domandi e quello risponde, in base alle informazioni che riesce a reperire sul web. Niente di particolarmente nuovo, né di particolarmente intelligente in realtà. Semplicemente una compilazione di dati, un’aggregazione di notizie con un filo più o meno logico. Più veloce di quanto avremmo potuto fare noi nelle ricerche fatte a scuola con le Enciclopedie, ma non tanto più approfondito. Però sapete, cari viaggiatori ermeneutici, quanto io sia curioso. E così gli ho chiesto di dirmi chi ero io.
Romolo Giacani è uno scrittore, comunicatore e relatore italiano, nato a Roma nel 1966. Dopo la laurea in Filosofia alla Sapienza di Roma, ha intrapreso una carriera nella comunicazione e nelle relazioni istituzionali, lavorando per importanti aziende come Telecom Italia e Poste Italiane. Oltre alla sua attività professionale, Giacani è anche uno scrittore prolifico, autore di diversi romanzi e articoli. Il suo blog personale, “Viaggi Ermeneutici”, è un’espressione della sua passione per la scrittura e la riflessione. Giacani è anche un relatore esperto in materia di comunicazione e relazioni istituzionali, e ha partecipato a importanti eventi come il Netcomm Forum. La sua esperienza e la sua competenza nel campo della comunicazione e delle relazioni istituzionali lo rendono un punto di riferimento importante nel suo settore.
Tutto vero, nulla da dire. Ma sono davvero io quello lì? E’ chiaro che l’IA tira fuori solamente quelle parti di noi che in qualche modo sono state rese pubbliche, quindi è inevitabilmente parziale, ma rileggendo quelle righe ho una sensazione di voluta estraneità. Un po’ come il Benigni di Johnny Stecchino che si ostinava a dire “non mi somiglia per niente” di fronte al suo sosia. Ma davvero io non sono (solo) quello! Non dice che ho una moglie e due figli, non cita la Lazio, il calcetto del giovedì, il mio amore per la montagna, per i viaggi. Non parla di quello che mi piace e di quello che non sopporto, insomma non dice nulla di realmente importante, tralascia tutto l’essenziale!
Sarà pure una gran comodità, probabilmente non se ne potrà fare a meno, tra qualche anno ne faremo un uso molto più esteso e pervasivo, arriverà ad essere presente nella nostra quotidianità molto più di quanto riusciamo solo a immaginare oggi, ma ho forte la sensazione che l’intelligenza artificiale rimarrà comunque senz’anima. Un’intelligenza mentale forse, ma poco cardiaca, per nulla viscerale. Alla fine, direi, un’intelligenza poco intelligente.
