All’ombra dell’ultimo sole, s’era assopito un pescatore. E ti credo che si era assopito! Con questo caldo che fa! Che poi non è tanto il caldo alle due del pomeriggio, quando fanno 40 gradi. Piuttosto è quello delle due di notte, quando ne fanno 30.
Dicono che non è tanto il caldo, quanto l’umidità. Io in realtà non so bene cosa sia l’umidità. Me la immagino come un cremino squagliato sotto la maglietta, mentre tu sei più bagnato di un piede dentro uno scarpone da sci, e sudi stando fermo, sudi respirando, sudi battendo le ciglia, sudi sbadigliando, sudi anche senza muovere l’ombra di un muscolo. Infatti sudi anche all’ombra.
Ma non è tanto il caldo, quanto la puzza dei cassonetti per strada, che ti viene il dubbio che dentro quelli dell’umido evidentemente ci dev’essere finita la salma di un piccione morto dopo aver mangiato un panino con la mortadella andata a male. Per il caldo.
Non è tanto il caldo, quanto i consigli di giornali e tv che dicono di evitare le ore calde e bere molto. Un po’ come Calcutta che canta paracetamolo 500 se ne prendi due diventano 1000.
Non è tanto il caldo, quanto la Lazio che ha il mercato bloccato. E ora di cosa parleranno le radio per tutta l’estate?
Non è tanto il caldo, quanto Salvini che come Ministro dei Trasporti riesce a mandare in tilt i treni, gli aerei, i taxi. Fossi un noleggiatore di Risciò sarei molto preoccupato.
Non è tanto il caldo quanto la macchina parcheggiata al sole, che quando ti avvicini ricorda tanto quella santa donna di mamma che dice, “viè qua che nun te faccio niente“.
Non è tanto il caldo, quanto la gente che si agita, che corre di qua e di là e telefona, fissa riunioni, perché poi se no “se ne parla a settembre“. Ecco! Non è il caldo è l’incubo di settembre, stracolmo di tutte le cose che non riusciremo a fare prima.
