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Resoconto semiserio di un viaggio in Turchia / 3 Pammukkale, Efeso e Bursa

Lasciata la Cappadocia, ci aspetta nuovamente un lungo percorso in pullman per raggiungere le mete successive. Sulla strada verso Konia ci siamo fermati ad un Caravanserraglio Selgiuchide. Questi erano luoghi fortificati, costruiti lungo la via della seta, come stazioni di sosta per i viaggiatori.

Nel pomeriggio siamo arrivati a Pammukkale (che in Turco significa Castello di cotone). Un posto davvero straordinario! In questa regione infatti i movimenti tettonici hanno determinato la nascita di fonti termali con un’acqua molto ricca di carbonato di calcio. Il risultato dà luogo a delle formazioni rocciose molto particolari, costituite da strati bianchi di calcare lungo tutto il pendio della montagna, che sembra completamente innevata.

Queste sorgenti erano conosciute anche nell’antichità e molto apprezzate dagli antichi romani, che le ritenevano ricche di proprietà salutari (che in realtà non hanno). Non è un caso che proprio in prossimità delle sorgenti si trovava l’antica città di Hierapolis. Fra le rovine spicca il teatro, rimasto in uno stato di perfetta conservazione.

Il giorno successivo abbiamo continuato la parte archeologica del nostro viaggio, visitando le rovine della città di Efeso. Una vera e propria metropoli dell’antichità, che arrivò ad ospitare oltre 200 mila abitanti. Le rovine risalgono soprattutto al periodo augusteo, molto particolare la facciata della biblioteca di Celso, oltre a vari templi e numerosi stabilimenti di bagni pubblici.

Purtroppo del monumento più celebre di Efeso, Il tempio di Artemide, considerato il più grande edificio del mondo antico e inserito nelle 7 meraviglie del mondo, non rimane che una singola colonna (sormontata da un nido di cicogne!)

Molto caldo anche qui, siamo riusciti ad entrare alle 9, al momento dell’apertura, ma il termometro era già ben oltre i 35 gradi, alle 11 ci siamo rifugiati nel museo multimediale, che ricostruisce la storia della città nel corso dei secoli. Molto interessante e soprattutto un’oasi di fresco!

Nel pomeriggio abbiamo fatto una breve visita a Smirne, tappa intermedia verso Bursa, ultima meta del nostro viaggio prima del ritorno a Istanbul. Bursa è stata capitale dell’impero ottomano fino alla caduta di Costantinopoli, la sua attrazione principale (o forse unica) è la grande Moschea Verde (che poi, in realtà è soprattutto azzurra!)

Questa cosa della gonna mi stava sfuggendo di mano! Di fronte alla moschea c’è il mausoleo con le tombe di alcuni sultani ottomani: anche questo è chiamato mausoleo Verde, ma in realtà è blu. Mi stava venendo il dubbio che i turchi fossero daltonici, ma in realtà Umut ci ha spiegato che nel corso dei secoli le mattonelle originali verdi sono state sostituite da mattonelle prevalentemente azzurre.

E così siamo giunti alla fine del viaggio. Ci è piaciuto molto, nonostante il caldo e le distanze percorse, la bellezza dei luoghi ha fatto passare in secondo piano le difficoltà. Sicuramente Istanbul merita un tempo maggiore: troppe le cose da vedere in due giorni soltanto, ma ci ritorneremo.