Sei un ragazzetto spensierato, fiducioso nel futuro. L’Italia ha appena disputato un grande mondiale in Argentina, la Lazio vivacchia a centro classifica, Venditti sta sotto il segno dei pesci, Bennato nell’Isola che non c’è e tu diventi fan degli Elo. Al cinema all’aperto di Santa Severa hai visto per 4 volte consecutive Grease e tra un po’ salirà sullo scranno di San Pietro un Papa polacco che rivoluzionerà il mondo.
Ancora non lo sai, né puoi proprio immaginartelo, ma qualche anno dopo Giordano si venderà le partite facendoci retrocedere in serie B e Manfredonia andrà a giocare nella Roma. Un trauma da cui non ti riprenderai mai più. Poi crolla il muro di Berlino e la guerra fredda non c’è più. Purtroppo diventa calda in Yugoslavia, che nel frattempo non esiste più, la mafia dichiara guerra allo Stato e la magistratura arresta mezzo parlamento italiano.
Tu ovviamente non puoi neanche lontanamente presagirlo, ma i computer cambieranno la nostra vita, così come i telefoni, che diventeranno inseparabili compagni delle nostre giornate. Nel frattempo un aereo, anzi due, buttanno giù i più grandi grattaceli del mondo, Beppe Grillo fonda un partito (ma solo perché Troisi è morto, Benigni è impegnato a vincere gli Oscar e Verdone è troppo ipocondriaco) e il saluto romano diventa un elemento di folclore (tipo, oh ciao, bella zi). Infine un morbo sconociuto chiude in casa mezzo mondo, costringendoci ad andare in giro come turisti koreani e a salutarci toccandoci i gomiti.
Tu giovane adolescente del ’78 tutto questo non te lo puoi immaginare nemmeno nel più iperbolico sforzo di fantasia. Soprattutto mai e poi mai, neanche sotto botta dei funghi allucinogeni, ti penseresti un giorno di vedere John Travolta, pelato, con la barba e qualche chilo di troppo che fa il ballo del qua qua al festival di San Remo.
Datemi retta, torniamo al 1978.
