Siamo nell’epoca dei social. Chissà se Marx intendeva questo quando preconizzava il trionfo del socialismo, ma temo di no. Siamo avviluppati dai social, ma non per questo abbiamo aumentato il nostro livello di socializzazione. Facebook, Instagram, Linkedin, Twitter (che non si chiama più così, ma è stato ribattezzato X) e tanti altri che si fa fatica a stargli dietro. In fondo lo stesso WordPress e quindi anche i nostri Blog possono rientrare in questa grande famiglia. Sono rimasti in pochi a non avere nemmeno un profilo: niente di nuovo sotto il sole, in fondo già tremila anni fa, gli antichi egizi si facevano ritrarre nelle piramidi solo di profilo!
Piattaforme che nascono, crescono, si diversificano, alcune muoiono, magari per risorgere sotto altre spoglie. Alcuna intercettano determinate fasce d’età: Facebook è ormai superato, i ragazzi gli preferiscono di gran lunga Instagram. Quest’ultimo, più immagini che testo, è quello più in voga, ma già ha figliato una nuova propaggine digitale, Threads. Ed è qui che volevo arrivare.
Avendo un account Instagram, in modo quasi automatico (o almeno, io non ho capito come ho fatto) mi si è creato anche un profilo su questo nuova piattaforma, che a differenza di altre è “aperta”. Similmente al vecchio Twitter puoi scegliere se seguire qualcuno, ma in ogni caso tutti possono leggere tutto. FB è come il bar del Paese, con il vantaggio che sei tu a scegliere chi incontrare. Threads è come salire sulla metropolitana e cominciare ad ascoltare quello che dice la gente. E debbo dire, non è per niente divertente. Non che su FB si trovino chissà quali perle di saggezza, ma se non altro hai la possibilità di rimanere in contatto con persone che non vedi abitualmente, ma con cui c’è stato un qualche legame, amici che vivono lontano o che appartengono a luoghi del tempo ormai lontani.
Su questi social aperti si leggono banalità disarmanti, fatti privati di nessun interesse, provocazioni gratuite, insomma tanto disagio. Disagio giovanile, ma non solo e francamente non so se l’età sia un’attenuante o un’aggravante. Sotto quasi tutti i post che leggo mi verrebbe da scrivere, “e allora?” Oppure, “cosa ti spinge a raccontarci questa cosa?” O ancora meglio, “perché piuttosto non esci e provi a farti degli amici?” Quando eravamo adolescenti esternare il disagio al massimo, poteva essere vestirsi di nero e ascoltare i Cure.
Sul serio questo è il mondo che ci circonda? E poi ci stupiamo di chi è stato eletto al governo? Lasciamo stare, i miei figli direbbero che sono domande da boomer. Anzi, me lo dico da solo e quindi taccio. O meglio ancora, mi sa che cancello il profilo Threads, prima che mi venga la depressione per il disagio altrui. Allora molto meglio riascoltare i Cure.