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Inspiegabile magica miscela

Ed eccoci arrivati. Sapevo che sarebbe stata dura, ma d’altra parte sarà solo il primo di tante cose. Il tuo primo compleanno, poi ci sarà il primo Natale e poi via via tutto il resto. La certezza di pensarti felice insieme al tuo amore, a festeggiare insieme finalmente di nuovo, mi consola solo in parte. La serenità non cancella la mancanza e tu mi manchi ogni giorno. Mi manca la telefonata delle 10 della mattina, mi manca la visita prima di cena, la telefonata della buona notte.

Sto facendo i conti con questa nuova situazione di orfano. E’ buffo pensarsi così quando si è ben oltre i cinquantanni, i veri orfani sono bambini, adolescenti, insomma non le persone adulte. Ma c’è poco da ragionare, senza i genitori si torna bambini. Ed è una strana sensazione, quasi dimenticata in questi ultimi anni in cui i ruoli si erano necessariamente invertiti ed eri tu il bambino da accudire. Ma anche debole, anche bisognoso di cure e di attenzioni, eri comunque la mia roccia e il mio scudo, la persona che mi ha sempre sostenuto senza mai il minimo dubbio. In fondo che cos’altro è l’amore se non questo strano miscuglio, questa inspiegabile magica miscela di dare e ricevere, di accogliere ed essere accolti, di cercare riparo ed insieme essere scudo?

Non deve essere un brutto giorno oggi. Anzi, tutt’altro, festeggeremo, magari con qualche lacrima, ma alzeremo i calici e brinderemo perché così starete facendo lassù e perché così avresti voluto quaggiù. Tanti auguri Pietro nonno, come disse qualche anno fa la mia Elisa. E da domani continueremo ad andare avanti, al meglio delle nostre possibilità. Un po’ più soli, ma con la certezza che tu sarai sempre con noi ugualmente.

Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.” (Le Confessioni, Agostino di Ippona)