(questo post nasce e proseguo da qui http://shockanafilattico.wordpress.com/2014/09/19/obbligo-dopo-il-semaforo-doveri-doveri/)
Doveri dov’eri? Ma dove vuoi che fosse? Il signor Doveri se ne sta in quella torre isolata in un angolino del cranio in cui lo releghiamo. Chiuso tutto il giorno gira e rigira in quella stanza due metri per due e urla, urla (che cazzo ti urli? mi verrebbe da chiedergli). Il suo intento è quello di svegliare quell’orso del Senso di Colpa.
A volte quello si gira dall’altra parte, lo manda affanculo e si rimette a dormire. O almeno ci prova, ma il più delle volte ormai il sonno è passato e quindi si tira su, prende la sua mazza e comincia a picchiare forte sul suo disco di bronzo. Sbrang, sbrang, sbrang…e così si presentano all’appello del gong quella baffona della signora Opportunità, accompagnata dalla sua amica zitella, Buone Maniere e da sua sorella la pelosissima Riconoscenza.
Tutti insieme prendono il neonato – che in realtà ancora forse deve nascere – e lo rapiscono. Lui se ne stava lì beato sulla spiaggia, ingenuo ed incosciente affacciato al mare della spontaneità, pronto a prendere il largo, ma il signor Doveri urlava, il Senso di colpa si è svegliato, e quelle tre grandissime zoccole se lo sono portato via, con intenti non proprio casti.
Sorrido pensando alla mia zingarella che in questi giorni, all’angolo fra via Statilia e Via Emanuele Filiberto, si chiederà che fine io abbia fatto. Va be’ dai, lava ‘sto vetro! Lo vedi anche tu che è già pulito, ma tanto lo sai che con me non devi neanche chiedere. Penso a lei e a me e mi viene un po’ da piangere. Ma come cantano i Cure, i ragazzi non piangono.