Emozioni ferragostane

Come può una bruschetta, arginar la fame, anche se non voglio torno già a mangiare, pappardelle al sugo e l’abbacchio arrosto e poi le patate, anche quelle a posto.
Domandarsi perché quando cade il parmigiano sulle fettuccine, non fa rumore. E mangiare a quattro palmenti per vedere, se poi è così difficile digerire. Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi, cosce di pollo.
In un pranzo che, non finisce più, il mio digestivo, sei tu. Grappa barricata, la mia preferita, poi un sorso di limoncello, e va! Li bevo alla salute della gente a tutti i sorrisini indifferente, sorretto da un anelito di Averna, di amaro Averna…e digerisco te. Pe pe, perepè!

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