“Solo chi non conosce i romagnoli può stupirsi di quello che sono riusciti a fare.” Così mi diceva un collega che ha lavorato a lungo da quelle parti, sul fatto che in meno di ventiquattro ore la spiaggia di Milano Marittima, devastata da un uragano fuori dal normale, fosse di nuovo in perfetta efficienza. Non posso dire di conoscerli così bene da poter esprimere un giudizio: i romagnoli che ho conosciuto, provando a voler fare una sintesi, mi sono effettivamente sembrati gente determinata, come si dice “gran lavoratori”. Tra l’altro è sempre troppo banale e semplicistico generalizzare in questo modo: probabilmente ci saranno scansafatiche e perdigiorno anche lì, come ci saranno brave persone o malandrini, come ce ne sono ovunque.
Personalmente sono stato a Rimini diverse volte, ma sempre fuori dalla stagione estiva, in occasioni lavorative, e quello che è evidente fin da subito è la predisposizione al contatto umano, la disponibilità verso l’altro, tipica di chi è abituato ad avere a che fare con persone che vengono da fuori. Lavoratori affabili e cortesi, sempre pronti a mettersi a disposizione degli ospiti, fissi o di passaggio che siano.
Tornando alla questione quindi e dando per scontato che senza dubbio il proliferare di attività di commercio e di turismo abbia sviluppato un’intraprendenza e una voglia di lavorare più spiccata rispetto ad altri luoghi, il vero miracolo accaduto in riviera secondo me è un altro. Il vero miracolo è che nessuno se l’è presa col destino cinico e baro per piangersi addosso, nessuno ha chiesto soldi a Romaladrona e soprattutto, il vero miracolo sono i bagnini di Cattolica, di Cervia, di Rimini, che sono andati lì a dare una mano, senza fare troppi proclami.
Insomma il vero miracolo dovrebbe essere la normalità delle cose. Forse questo è il vero segreto dei romagnoli. Lavoratori col sorriso e pronti alla battuta. D’altra parte, se ci pensiamo già mettere insieme nello stesso nome Milano e Marittima…ma dai! Non vi sembra una battuta straordinaria?
Sono nata in Romagna e, anche se ci sono stata per poco, ho passato a Milano Marittima diverse estati. La ricordo con tanta nostalgia… è vero, noi ci rimbocchiamo le maniche e ci diamo da fare, quel che è stato è stato.
Concordo con te la cosa bella di questa vicenda è stato il collaborare tra i Romagnoli che si sono dati una mano. Io abito e lavoro lì e posso testimoniare che è stato davvero così. Sono Romagnola, ma dell’Appennino e ricordo che mio nonno mi raccontava che quando dovevano mettere il grano ci si aiutava tra contadini vicini di campo a vicenda e a fine mietitura di faceva tutti insieme una festa. Montagna o mare, questa è la Romagna. Su le maniche e via andare!
Un bell’esempio da imitare anche altrove!
Mia madre è riminese, e nonostante la diaspora praticamente tutti noi cugini, anche quelli più benestanti, abbiamo la tendenza a prendere le cose come sono e rimboccarci le maniche.
Senza dare al lavoro quel ruolo preponderante che ha per esempio a Milano, il lavoro è da considerarsi una cosa seria. Prima lo fai, prima finisci e meglio è.