Hanno suscitato molte polemiche le parole del Papa riguardo cani, gatti e figli: si fanno pochi figli, le adozioni sono complicate dalla burocrazia, molti hanno dubbi e mentre ci sono moltissimi bambini senza famiglia, qualcuno pensa di surrogare l’affetto per un figlio con quello per cani e gatti. Questo in sintesi quello che ha detto.
Premetto che a memoria mia non mi sono mai sentito così in sintonia con un Papa come con Francesco. Ma questo non significa sottoscrivere in bianco tutto quello che dice. L’infallibilità del magistero papale (che è stata introdotta nel 1870) non riguarda qualsiasi opinione del Papa, su qualsiasi argomento: avere opinioni, idee, valutazioni differenti non è reato, né peccato. E penso che questo Papa sarebbe il primo ad essere d’accordo su questa banalità.
Detto questo, per quanto amore posso avere per la mia Rose e per i cani avuti in passato, non ho mai pensato potessero essere paragonati ai miei figli. Come scrivevo qui (https://viaggiermeneutici.com/2020/03/18/non-siamo-mamma-e-papa/), lei potrà anche pensare che noi siamo i suoi mamma e papà, ma lei non è nostra figlia. E non potrebbe esserlo neanche se non ne avessimo già due figli. E neanche i miei amici cinofili e gattofili penso che confondano l’amore, a volte sconfinato, che hanno per i loro amici pelosi con quello per i figli. Ma l’uno non esclude l’altro.
Questo direi a Francesco. Non abbiamo un cuore limitato: possiamo amare alla follia i nostri figli e insieme amare da impazzire i nostri amici a quattro zampe. Preoccupati al limite, di chi non è capace di amare. Perché chi ama, chi ama veramente, non si pone limiti.
Detto questo però, leggendo commenti in giro, mi rimane un dubbio relativo ai miei amici non credenti: ma a voi, esattamente, di quello che dice il Papa, ma che ve ne importa?
Sono pienamente d’accordo con te. Ho una figlia ormai adulta e ho avuto tre cani.
Non ho mai scambiato il tipo di amore, ci mancherebbe 🙂
Sttoscrivo ogni parola che hai scritto!!! Bravo!!! ❤ 🙂
😋
Sinceramente, per me è l’opinione di una persona come un’altra. È un simbolo di una religione e di un gruppo religioso che non sento mio, nè mi sento di appartenere. Credo che la religione sia una cosa intima e personale.
Non solo non mi importa, ma moltissime volte non sono d’accordo. E lo dico da cattolica praticante.
Legittimo!
Se conosci il vero Amore nel tuo cuore può entrare tutto, non amo fare distinzioni nè che siano gatti, cani, figli, fiori…Amore è tutto. Per me.
Non mi importa ma mi irrita, e non riesco a ignorarlo perché, vuoi o non vuoi, quando è un argomento così delicato te lo ritrovi ovunque. Non sono d’accordo con quanto ha detto, minimizza un problema in cui cani e gatti c’entrano come cavoli a merenda, e per di più chi vorrebbe figli ma non può averne non può ritrovarsi quasi “colpevolizzato” per questo. Per il resto sottoscrivo quanto hai detto tu
Caro Romolo, a me pare che papa Francesco si riferisse non in generale a come, quanto e se si debbano amare gli animali. Penso che il riferimento fosse a quelle situazioni specifiche ma, a me pare sempre più diffuse, in cui il proprio animale è quasi idolatrato. Per esso si impegano risorse emotive ed ecomiche molto consistenti. Si acquistano costosissimi animali di razza (alimentando un mercato in certi casi anche dubbio legalmente), li si fornisce di corredi (giochi, cucce, abbigliamento) degni di un principino…La pubblicità propone una varietà infinita di cibi per animali sottolineando le più raffinate o salutari proprietà nutritive. Insomma mi pare che l’intento di Francesco fosse non quello di biasimare chi ama gli animali ma piuttosto quello di invitare a mettere questo amore in una giusta prospettiva. Uno stimolo per coloro che magarari non si sentono di fare figli perché sarebbe troppo impegnativo dal punto di vista esistenziale ed economico poi però riversano le loro energie affettive ed economiche su un gattino o un cagnolino. Insomma un problema di prospettiva e di priorità su cui riflettere
Si può leggere così, senza dubbio, ed è difficile non essere d’accordo. Ma c’è anche uno sminuire il rapporto con gli animali (e non è la prima volta che lo esprime), che probabilmente non rientra nelle sue corde
Ho 3 figli e 2 gatti, uno dei quali anziano e sotto terapia farmacologica, quindi due volte al giorno devo spalancargli la bocca per dargli una pastiglia. Mi curo di lui, mi dispiace pensare che non resterà con noi a lungo ancora, ma certo non lo consideravo come un figlio nemmeno quando di figli non ne avevo.
Un punto del discorso del papa è però particolarmente critico: anche ora che devo comprargli le medicine, il gatto mi comporta una spesa di qualche decina di euro al mese, i figli richiedono un impegno economico e una mole di lavoro enormemente superiore… se non si trova lavoro, o lo si trova a stento e sottopagato, quanti sono pazzi come noi e mettono al mondo un figlio?