Il bello delle storie è che quasi sempre non finiscono. Non finiscono mai del tutto, perché dopo una cocente sconfitta ci sarà sempre un’altra partita in cui potrai rifarti. Dopo una disfatta elettorale, ci saranno nuove elezioni che potranno ribaltare la situazione. Quando ti bocciano ad un esame, sai che ci sarà un nuova sessione per recuperare. E se il sabato mattina ti svegli con l’influenza, pensa che comunque ci sarà un altro week end di sole.
Insomma, il più delle volte, la vita ci dà una nuova possibilità, un’opportunità ulteriore da sfruttare. Bisogna pazientare, aspettare il momento opportuno, ma prima o poi la nuova occasione arriva e ti dà modo di recuperare quello che avevi perduto, a volte anche con gli interessi. E quindi, se è brutto perdere, l’idea di una possibile rivincita ci rende meno amara la sconfitta, così come quando perdiamo qualcosa (o qualcuno) possiamo sempre avere la speranza prima o poi di ritrovarlo.
Ognuno di noi però ha fatto esperienza anche della irreparabilità delle cose: alcune storie finiscono in modo inconfutabile. Poi magari ce ne saranno altre, ma quella determinata situazione è finita, terminata, conclusa. E cercare di prolungarla, affannarsi per dargli una nuova possibilità è del tutto inutile. Anzi, dannoso! Il rimedio in quei casi può essere peggiore del male. Bisogna arrendersi all’irreparabile, letteralmente, quello che non può essere riparato. Bisogna imparare a convivere con le situazioni che non sono andate come avremmo voluto, dobbiamo avere la forza di voltare pagina, senza indugio e senza troppi rimpianti.
L’altra sera sono rientrato tardi e per cena mi sono preparato un piatto di spaghetti: un po’ la fame, un po’ la fretta di preparare, ho dimenticato di mettere il sale nell’acqua. Non so come la pensiate voi, ma la pasta sciapa è una di quelle sciagure, tipo salire in ascensore con uno che ha mangiato un quintale d’aglio, oppure avere La Russa come seconda carica dello Stato. E aggiungere un po’ di sale dopo non risolve il problema, anzi se possibile lo accentua, rendendola ancora più immangiabile. Ecco, la pasta sciampa è irreparabile, non si può aggiustare: ci saranno altre pastasciutte, ovvio, ma quella lì devi mangiarla così com’è, fino in fondo, senza soluzione.
E’ vero, qualcuno potrebbe dirmi, possiamo buttarla nella spazzatura e cercare in frigorifero un po’ di affettati. Ma perché, qualcuno pensava seriamente che stavo parlando di cucina?
Grande Romolo!
Una frase recita: “Non perdo mai o vinco o imparo!”.
Si vince, si perde, ma come hai detto più che giustamente tu, avremo sempre una seconda possibilità!
Ti auguro il meglio!!!
Un abbraccio
Valeria
L’esempio della pasta sciapa è assolutamente realistico e indicativo!
Grazie Penny!
Io dico: sante parole le tue!
…qualcuno pensava che stavo parlando seriamente di cucina?
Sei unico Giac, le butti lì con leggerezza…
Aggiungere sale dopo non funziona, hai ragione. È strana questa cosa.
Ma siccome io sono uno di quelli convinti che c’è vita dopo la morte, penso anche che qualsiasi rinuncia in questa vita non sia persa ma anzi ricompensata, nell’aldilà. Quindi onore a te che hai mangiato la pasta che era sciapa. D’altronde il cibo non si butta. La Russa, invece, quasi quasi…
Prova a inondarla di parmigiano. Ti assicuro che migliora la situazione. Ah, no, scusa, è vero, non parlavi seriamente di pasta. 😉
Giac è il mio nuovo eroe 😂
Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!
❤️