Domani sarò felice anche per te

Questi ultimi due anni ci hanno insegnato o meglio, avrebbero dovuto insegnarci, a riscoprire e riapprezzare la normalità. La libertà di andare dove vogliamo, di stare insieme a chi vogliamo, uscire con gli amici, i baci, gli abbracci. Ed ora, di fronte ad una possibile crisi energetica, magari apprezzeremo di più uno doccia calda, i termosifoni accesi, la possibilità di fare un pieno e andare dove ci porta la macchina senza lasciarci lo stipendio. Sono cose banali, che abbiamo da sempre e per questo, inevitabilmente, abbiamo dato per scontato. Quando vengono a mancare o anche solo l’ipotesi del loro venir meno, ce le fa apprezzare nuovamente, ci fa comprendere appieno la loro importanza.

Ma queste emergenze mi sollecitano anche un’altra considerazione. Anche chi non ha avuto il Covid ha vissuto la pena di quelle bare, l’angoscia di quei giorni in cui eravamo in balia di un male sconosciuto. Così come anche noi che vediamo la guerra solo da lontano viviamo e soffriamo l’angoscia di quei poveretti. La compassione, il sentire come nostro il dolore altrui, è un sentimento che ci appartiene in quanto esseri umani e proprio in questi momenti di difficoltà si riaccende e ci fa capire quanto non siamo soli, quanto in realtà facciamo parte di un tutto.

Ma non solo. Se riusciamo a partecipare, mentalmente, ma soprattutto emotivamente, alle difficoltà e al dolore altrui, perché non gioire con loro per una guarigione o per una salvezza riuscita. Se riusciamo a con-patire, perché non dovremmo con-gioire? Questo è quello che avremmo dovuto imparare da questi due anni di tragedie. Non soffriamo da soli e non gioiamo da soli. Magari domani sarà una giornataccia, pioverà, ma forse dalle tue parti splenderà il sole ed io potrò con-gioire con te. E’ vero, esiste l’invidia: c’è chi gode delle disgrazie altrui e chi non riesce proprio a gioire dell’altrui felicità. Ma al di là delle considerazioni morali, costoro andrebbero compatiti, perché si perdono molte cose belle. E si autoescludono da un evento globale.

Infatti, quando arriverà il momento favorevole, quando arriverà Il giorno della salvezza, non sarà un evento individuale. Come insegnano le favole, alla fine vissero tutti felici e contenti. Tutti, non solo alcuni. E se non siamo ancora tutti felici e contenti, significa solo che ancora non siamo alla fine.

Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora è il momento favorevole, ecco ora è il giorno della salvezza“. (2Cor, 6,2)