“Se il servizio è gratis, il prodotto sei tu”. Un’affermazione che ormai non dovrebbe suonare strana a nessuno. Sappiamo bene che tutti questi servizi social di cui ormai non possiamo fare a meno (da Facebook a Whatapp, da Instagramm a Twitter e via andando) reggono la loro gratuità sull’utilizzo più o meno illimitato dei nostri dati. Del resto sì, forse senza FB vivremmo lo stesso (qualcuno direbbe che vivremmo anche meglio), senza Instagramm senz’altro. Senza Whatapp comincerei ad avere qualche difficoltà di dialogo con i miei figli, ma si potrebbe comunque ovviare.
Ma pensate a collegarvi su internet senza utilizzare un motore di ricerca. Impossibile! Google, che probabilmente ci conosce e sa i nostri gusti meglio di nostra madre, è gratuito proprio perché ha classificato quei gusti e li rivende al migliore offerente. Lo sappiamo, a volte lo dimentichiamo o comunque facciamo finta che la cosa non ci importi, ma è evidente che senza ragionarci troppo su, regaliamo a delle multinazionali qualcosa di molto intimo che ci riguarda. I nostri desideri, le nostre preferenze, le necessità a volte, i bisogni.
Questo preambolo per dire che aprire un blog gratuitamente poteva sembrare una grande cosa. E finché si è limitato ad essere un raccoglitore di pubblicità, la cosa poteva disturbare, ma fino ad un certo punto. Quando però dentro questa pubblicità si sono infilati virus o comunque bag che automaticamente aprono pop up e finestre come se non ci fosse un domani, la cosa è diventata insopportabile!
E così ho ceduto anche io. Come forse vi siete accorti, Viaggi Ermeneutici si è traslocato su….viaggiermeneutici.com! Alla modica spesa di 48 euro annui, ho registrato il dominio e fatto in modo che non ci fosse più pubblicità. Vediamo se apportare anche qualche cambiamento estetico, per il momento fatemi sapere se in questo modo è migliorata la fruizione dei contenuti e soprattutto se non si aprono più quei fastidiosissimi pop up.
E buona lettura!