Conversazioni rubate alla letteratura (winter version)

Ovindoli, una domenica di marzo, sulla spianata in fondo alle piste da sci, incontriamo nuovamente i nostri amici Umberto e Cristina di cui qui vi avevo raccontato qualche perla di saggezza estiva.

LUI. Umberto, già lo conosciamo è grosso, tanto grosso, del resto la palestra è la sua principale occupazione. D’inverno non può sfoggiare i suoi mitici tatuaggi, ma la bandana in testa non manca, occhiali da sole, tuta da sci verde ramarro con inserti gialli e arancioni. Praticamente uno stabilo boss ambulante.

LEI. Cristina è bionda tinta, è più minuta, ma il fisico palestrato non è da meno. Anche lei bandana in testa, occhiali da sole, tuta da sci fucsia e celeste (gli altri due colori degli evidenziatori che mancavano a lui, perché certa gente ci tiene ad essere precisa).

LEI. Aho! Sei arivato, ma quante piste te sei fatto, me ne stavo annà. Poi tu me lasci tutta sola, nun sai ch’ è successo…io stavo qua tutta tranquilla a ripià fiato e ce stava uno che me guardava. Sai quanno te guardeno come pe’ dì, ma io te conosco, ma io mica o conoscevo. Allora s’avvicina e me fa, “Ciao bionda, ma dove ci siamo già visti? Che per caso d’estate stai ar Trocadero a Ladispoli?”  “No, guarda, te stai proprio a sbaja. Io vado a Torvaianica”  “Però me pareva, senti io comunque so Cristian e tu come t’antitoli”  “Eva”  “Aho, bello è un nome bibblico, come Abramo e Eva!”  “No, come evapora, che mo’ ariva er ragazzo mio e si te vede qua ‘ntorno t’appiccica ar muro come ‘na gomma da masticà.” Ma n’hai capito, amo’? Ce stava a prova’. Amò, ma me stai a sentì?

LUI.  Eh? Sì, amò hai fatto proprio bene.

LEI. Er fatto è che tu me lassi sempre sola, te ne vai de qua e dellà, cori, ma che te cori? Che te credi da esse Arberto Tomba, io nun je la faccio mica a statte dietro.  E poi manco ce volevo venì, oggi a Porte de Roma ce staveno pure le svendite da eccendemm, Giorgia m’aveva detto e dai, viecce pure tu, che ce vai a fa, a te la neve manco te piace, giusto perché tu madre ha ‘nsistito “e dai, annate a scià, c’abbiamo casa, nun ce va mai nessuno, allora me la vendo” Ma anfatti, perché nun s’avendono sta casa? Eh amò, secondo te?

LUI. Eh? Sì, amò t’ho detto che hai fatto bene.
LEI. Seeee ciao ni. Umbè o vedi come fai? Io parlo ma tu mica me stai a sentì.
LUI. A Cristì io devo annà ar bagno, dev’esse stato er cappuccino co la bomba calla. Nun te sto a sentì, perché se no me caco sotto.
LEI. Amo, sei propio ‘na bestia.

Conversazioni rubate alla letteratura

LUI. Gigantesco, bandana in testa, tatuatissimo (sirene, forme geometriche, scritte varie), costume a pantaloncino rigorosamente arrotolato per far sì che l’abbronzatura arrivi dove altrimenti non arriverebbe.

LEI. Biondissima, bandana in testa, tatuatissima (sirene, forme geometriche, scritte varie, ma in più anche due ali sulla schiena. Sì, proprio due ali. Da angelo, anche se forse da gallina sarebbero state più azzeccate), costumino “chiappadefori” e “siserialzate”.

IO. Seduto sotto l’obrellone vicino, assorto nella lettura dell’articolo domenicale di Scalfari che, individuati i tipi, a mo’ di giaculatoria ripetevo tra me e me…Speriamo che siano dei loro, speriamo che siano dei loro, speriamo che siano dei loro…

LEI. So indecisa se prende l’s4, anche perché er mio s3 è pieno de applicazioni ‘na cifra importanti pe’ me. E me dovrei ariscaricà tutte, amo’ tu che dici? Ma e’ vero che uozzap mo se paga amo’? Comunque amo’ me ce porti aaaaromanina da mediauord a vedello e se me pia bene me o faccio, eh amo’? Che dici? Sai quante applicazioni ciò amo’? Tooo dico? Amo’ me senti? Me ne so scaricate 56! Hai capito amo’, CINQUANTASEI APPLICAZIONI!!!!! (N.d.R. con la mano rigorosamente a conchetta vicino la bocca) Ao’ ma me stai a sentì amo’?
LUI. A Cristì l’unica applicazione che te dovevi scarica’, nun taaaa sei scaricata
LEI. Quale amo’?
LUI. L’applicazione pe nu rompe er cazzo! Ma noovedi quanto fa cardo?
LEI .Sei ‘na bestia amo’

IO. Speriamo che siano dei loro, speriamo che siano dei loro, speriamo che siano dei loro…

LUI. Amo’, certo che str’artranno nun je lo damo mica er Circomassimo ai rollinston
LEI. E perché amo’?
LUI. Perché ciannamo a festeggià o scudetto daamaggica!!!

E il mondo torna a sorridere.