Bravi ma basta

Avete presente quando una cosa bella, una cosa che vi piace, una cosa che ritenete buona, a un certo punto esagera? Un po’ come dice il detto, “l’ottimo è nemico del buono“, oppure anche “il gioco è bello finché dura poco“. E’ vero, ci sono cose di cui non ci stancheremmo mai, cose che non ci saziano e di cui ne vorremmo sempre di più. Ma altre no. Altre cose o situazioni sono piacevoli nella misura in cui finiscono, perché, per quanto ci piacciano, per quanto le apprezziamo, dopo un po’, debordano, travalicano e ci fanno esclamare “bravi ma basta!”

Uno spiritual cantato da un coro Gospel è bello, direi anche molto bello. Il secondo ti fa cogliere elementi in più, con il terzo scopri che le parole si legano alla perfezione con la melodia. Al quarto cominci a sbadigliare guardando l’orologio. Al quinto valuti la possibilità di fingere un attacco terroristico per darti alla fuga. E potrei continuare con altri esempi musicali (avete presente una compilation degli Inti-Illimani?), oppure quelli culinari. Io adoro la carne, ma dopo 18 giorni negli Stati Uniti vi assicuro che anche un convinto carnivoro come me anelava un piatto di spaghetti al pomodoro!

Altro caso esemplare sono le cene da amici al termine delle quali questi ultimi, da buoni padroni di casa, vorrebbero allietare la serata con la proiezione delle foto delle vacanze. Oppure con il filmino del saggio di danza dei pargoli. Bravi eh, ma poi basta. Perché sì, insomma ci sono delle situazioni brutte – andare dal dentista – , ci sono situazioni belle – andare in ferie – a poi ce ne sono di belle, che quando finiscono diventano ancora più belle (un pranzo di nozze).

Ma non solo situazioni o oggetti. Il bravi-ma-basta è un principio che dovrebbe essere applicato alla vita di tutti i giorni ed anche alle grandi scelte della vita. L’altro giorno ad esempio Ale mi ha detto che ha conosciuto una coppia con 8 figli. Il più grande ha 9 anni. Ecco, bravi questi due genitori, bravissimi! Però…

E voi invece, cari lettori ermeneutici, in quali situazioni avete esclamato o solamente sospirato fra voi, un liberatorio “bravi, ma basta?” Su, forza, raccontate!