Tutto ciò che si può dire lo si deve dire chiaramente. su ciò di cui non si può parlare si deve tacere. (L. Wittgenstein)
Leggevo la notizia di questa Brittany Maynard, una ragazza americana, malata di tumore, che ha deciso di togliersi la vita, scegliendo, come ha detto in un ultimo tragico video, “di morire dignitosamente”.
A parte il fastidio per la spettacolarizzazione mediatica che questa notizia ha (direi inevitabilmente) suscitato, mi veniva una riflessione, condivisa anche da Chiara di Squarcidisilenzio. Perché morire in quel modo sarebbe più dignitoso di morire lasciando che la malattia segua il suo corso?
Lungi da me dare una valutazione su questa vicenda. Non ho gli elementi per giudicarlo e se anche li avessi non vorrei assolutamente dare un giudizio: come diceva il saggio Ludwig, su ciò di cui non si può parlare sarebbe meglio tacere. Il gesto di questa ragazza potrebbe essere stato di grande coraggio o di grande viltà, di grande egoismo o di altrettanto grande altruismo. Purtroppo, come spesso accade in queste occasioni, si perde di vista la persona, la sua sofferenza e si prende spunto da qui per schierarsi, per alzare il sipario su un circo mediatico che specula sulla vicenda, portando acqua al mulino di una tesi, piuttosto che di un’altra. Senza dubbio, per averlo passato sulla pelle, posso dire che c’è altrettanta dignità nel morire seguendo il corso delle cose. La malattia ti toglie tante cose, purtroppo, ma non certo la dignità.
Come dicevo nel post dell’altro giorno, per il lavoro che faccio (ma anche probabilmente per come sono fatto) sono un negoziatore, sono sempre portato a cercare una soluzione condivisa, a conciliare quello che apparentemente è conflittuale. Proprio partendo da questo però sono assolutamente convinto che ci siano principi, ma soprattutto valori, che non siano affatto negoziabili. Uno di questi è che siamo responsabili, ma non padroni della nostra vita. Della nostra, come di quella di nessun altro. Sono responsabile, non padrone, della vita di chi amo. E della mia. Da questo discende un altro principio non negoziabile: ci sono motivi, principi, valori per cui vale la pena dare la vita. Non credo ce ne siano di validi per toglierla. Quella degli altri, ma conseguentemente, la propria.
Detto questo, a questa povera ragazza ai suoi genitori che l’hanno accompagnata in questa scelta difficile, vorrei arrivasse questa antica Benedizione Irlandese, che si scambiavano i viandanti prima di un lungo viaggio.
Che la strada ti esca incontro,
che il vento soffi sempre alle tue spalle,
che il sole brilli forte sul tuo viso,
che le piogge cadano dolcemente sui tuoi campi,
e fino a che non ci incontreremo di nuovo,
che Dio ti custodisca nel palmo della Sua mano.