I parchi dello Utah: Canyonland, Arches, Bryce Canyon / 3

Pur essendo Stati confinanti e tutto sommato molto simili geograficamente parlando, tra Arizona ed Utah la differenza salta agli occhi. Soprattutto se come noi passate dalla riserva Navajo! Da una parte casette mezze diroccate, baracche in legno e lamiera, terra deserta a perdita d’occhio, dall’altra villette con giardinetto e bandiera americana, campi coltivati anche in maniera intensiva. C’è poco da nascondere, purtroppo la situazione dei nativi americani è ancora molto critica, l’integrazione c’è stata solo marginalmente e la povertà generale è tangibile.

Al contrario lo Utah, terra dei mormoni, dà proprio una sensazione di prosperità, sembra quasi la nostra Emilia Romagna, gente laboriosa che ha saputo piegare la natura ai propri bisogni, senza stravolgerne le caratteristiche, ma senza dubbio cercando di trarne il meglio. Che i mormoni siano poi impaccati di soldi lo sappiamo bene anche a Roma, dove hanno costruito una cattedrale da fare invidia ai monumenti di Santa Romana Chiesa! Il primo approccio con loro ce l’abbiamo avuto a Bluff, paesino vicino al confine con l’Arizona, a circa venti chilometri dalla Monument Valley. Qui hanno creato una perfetta ricostruzione di un villagio dei pionieri che fa vedere il loro stile di vita, con tanto di filmati ed audio in tutte le lingue (compreso l’Italiano). Per i più minchioni disposti allo scherzo, c’è anche la possibilità di vestirsi come veri pionieri e posare in mezzo al villaggio (potevo perdermi l’occasione?)

Da lì ci siamo diretti a Moab, cittadina che si trova proprio nei pressi di due parchi: Canyonland e Arches. Il primo è una sorta di Grand Canyon in piccolo. Lo si riesce a visitare in un pomeriggio, sempre seguendo i percorsi in macchina che portano ai vari affacci.

Dovessi fare una classifica, fra i sei parchi che abbiamo visitato, forse questo è il meno caratteristico, però era lì a due passi, comunque offre scorci interessanti e dunque non posso dire che non ci sia piaciuto. Anche qui il fiume Colorado disegna dei percorsi molto caratteristici.

Tutt’altro discorso invece riguarda il parco di Arches, che poi era il vero obiettivo che ci aveva spinto da quelle parti. Come dice il nome, la cosa caratteristica, che si trova anche altrove ma che lì è davvero preponderante, è la presenza di archi di pietra, formati dall’erosione, dal vento e dall’azione di altri agenti naturali che si sono divertiti nel corso dei millenni a creare scenari molto suggestivi.

Anche questo parco è possibile visitarlo limitandosi a fare il giro in macchina nei vari affacci, oppure avventurandosi in alcuni sentieri che costeggiano le rocce più caratteristiche. Varrebbe la pena dedicarci una giornata intera, ma noi siamo capitati nella giornata penso più calda degli ultimi anni e quindi di passeggiate ne abbiamo fatte ben poche, perché il rischio di squagliarsi fra le rocce era tangibile. Gran peccato, perché alcune formazioni rocciose sono molto particolari e varrebbe la pena avvicinarsi il più possibile.

Hai la sensazione che un bambino gigante si sia divertito a fare delle costruzioni con dei massi enormi, come castelli di carta, mettendoli in equilibrio uno sull’altro. Per dire l’importanza di questo parco, basti pensare che il simbolo dello Utah è il Delicate Arch, una delle formazioni rocciose presenti qui, che noi abbiamo visto solo da lontano perché come vi dicevo avventurarsi a piedi sarebbe sato troppo complicato (qui sotto sulla sinistra).

Da Moab il giorno dopo di nuovo in macchina per l’ultima destinazione di questo giro naturalistico: il parco di Bryce Canyon. Sempre seguendo quella ipotetica classifica di cui vi dicevo, sarei tentato di mettere questo parco al primo posto fra tutte le bellezze che abbiamo visitato perché i colori che si vedono in quelle rocce, dal rosso all’arancione aragosta non hanno paragoni in nessun altro parco.

Anche in questo caso abbiamo fatto bene ad arrivare il giorno prima, in modo da avere poi una giornata completa per la visita. Come per il Grand Canyon l’organizzazione del posto è molto efficiente: anche qui ci sono delle navette che ti portano in quasi tutti gli affacci e poi da lì c’è la possibilità di scendere lungo sentieri oppure costeggiare il Canyon lungo un sentiero quasi sempre asfaltato. Che poi in realtà non si tratta di un Canyon vero e proprio, ma piuttosto di un enorme anfiteatro dentro il quale ci sono queste formazioni rocciose (chiamate Hoodoos), che sembrano gigantesche stalagmiti, formate nel corso dei millenni dall’erosione dell’acqua. Infatti originariamente tutta l’area era sommersa dal mare che poi, sempre a causa dei cambiamenti climatici, si è ritirato, lasciando questo spettacolo di rara bellezza.

Avremmo voluto scendere per i sentieri fino a raggiungere il fondo valle, ma il caldo anche in questo caso ci ha fatto desistere. Abbiamo percorso un tratto per un’oretta e debbo dire che poi risalire è stata davvero dura! Anche perché non bisogna dimenticare che ci troviamo a circa 2400 metri di altitudine e quindi anche l’aria è molto rarefatta (mi dicono che in inverno con la neve lo spettacolo è ancora più impressionante).

E così possiamo dire senza ombra di dubbio di aver concluso in bellezza la parte naturalistica del viaggio. Per chi volesse ripercorrere questo giro, riassumo mete e giorni:

  1. Visita di Williams e Seligman e arrivo nel pomeriggio a Grand Canyon
  2. Visita del grand Canyon
  3. Mattina visita del Grand Canyon, pomeriggio spostamento ad Holbrook
  4. Visita del Deserto Dipinto
  5. Spostamento con visita alla Monumenti Valley
  6. Visita di Bluff e spostamento a Moab, pomeriggio visita a Canyonland
  7. Visita di Arches
  8. Spostamento verso Bryce Canyon
  9. Visita Bryce Canyon

Se come vi dicevo aveste la possibilità di aggiungere un paio di giorni, così da vedere il Canyon de Chelly e Lake Powell, avreste chiuso il cerchio, visitando le maggiori attrazioni di Arizona e Utah. In ogni caso, con una macchina a disposizione, una decina di giorni sono sufficienti per girarli tutti. Ovviamente avendo qualche giorno in più si può decidere di fermarsi per visitare in modo più approfondito Grand Canyon e Brice Canyon, che sono quelli che offrono più possibilità.

Noi, prima del ritorno in Italia, abbiamo ancora altri due Stati da visitare con due mete, stavolta più civilizzate (“c’hai portato a vedere dieci giorni di sassi“…quel poeta di mio figlio): la prima è l’incredibile Las Vegas!