Dovremmo essere bravi. Dovremmo esserlo davvero, anche se nessuno ce lo insegna. Nessuna scuola al mondo, nessun maestro, nessun libro: ma se anche ce lo insegnasse qualcuno difficilmente rimarrebbe con noi il tempo necessario per diventare parte di noi. Non ce lo insegnano, non lo impariamo, ma paradossalmente ce l’abbiamo sotto gli occhi in quasi tutti i momenti che viviamo.
Basta tirare su la testa e fermarsi a guardare l’azzurro del cielo e le nuvole che gli scorrono intorno come fotogrammi di un film. Il vento che accarezza l’erba di un prato come un pettine su i capelli, gli alberi mossi dal vento, la risacca del mare che spinge la schiuma sulla riva e poi ritorna indietro. Una carezza, uno sguardo d’intesa, il silenzio complice, la parola giusta, la presenza discreta, una risata spensierata.
La bellezza del momento, del momento esatto in cui assaporiamo la vita, spesso ci sfugge. Persi nei pensieri, nelle attese o nelle preoccupazioni, sentiamo senza ascoltare, guardiamo senza vedere, respiriamo senza assaporare. Sorvoliamo, diamo per scontato, confondiamo e a volte banalizziamo. Insomma, non cogliamo il momento, ma in realtà non lo perdiamo del tutto, perché inconsciamente si deposita nella memoria. E diventa ricordo. Resta con noi quando non ce l’abbiamo più. Ma forse non potrebbe andare diversamente.
E, comunque andrà,
l’addio non è una possibilità.
Non è una possibilità