Ieri sera, tornando a casa in macchina, ho ascoltato a Radio Capital un’accorata difesa delle penne lisce. Ma ci rendiamo conto? D’altra parte mi ricordo di aver conosciuto qualcuno che fumava le Kim. Ve le ricordate le Kim? Era una roba veramente rivoltante, eppure c’era gente che se le comprava. E vogliamo parlare del Cumino? Ora, va be’ che tutti i gusti son gusti, ma diciamolo chiaramente: il cumino puzza di ascelle sudate. I cibi pervasi di cumino hanno lo stesso odore dei vestiti che escono dalla mia borsa del calcetto dopo la partita del giovedì. Vi piace l’odore delle canottiere sudate? E d’accordo, niente da ridire. Basta che non le strofinate sulle cose che mangio io.
Passando al vestiario ci sono certi (giuro, li ho visti) che mettono i sandali con i calzini, chi mette i calzini corti, alcuni persino bianchi e ora i ragazzi amano indossare scarpe chiuse, anche mocassini, solo con i fantasmini: la sagra della caviglia pelosa, potremmo chiamarla. Se pensiamo poi che c’è addirittura chi trova bello l’accostamento cromatico giallo rosso, capisci quanto possa essere vario (e anche un po’ avariato) il mondo.
Non parliamo poi della musica. Ho conosciuto gente che ascoltava Gigi D’Alessio e c’è chi, come quel gran minchione del mio amico Zeus ascolta il Death Metal, che è gradevole come il rumore del trapano dal dentista. Certi, invece del solito canarino o del simpatico pesce rosso, tengono in casa serpenti, alcuni persino delle iguane. Io non ho nulla contro le iguane, ma avete visto come ti guardano? Stessero a casa loro, ecco e non avrei proprio nulla da ridire! Per non parlare di quelli con i piercing: ma che ti dice la testa quando pensi di essere fico ficcandoti robe strane sulla lingua o in altre parti innominabili? Quindi, possiamo stupirci che qualcuno adori le penne lisce?
Ognuno ha i suoi gusti, ognuno ha le sue preferenze, che a volte sono palesemente in conflitto con il comune sentire. Ma d’altra parte, se a tutti piacessero le cosce di pollo, che ne faremmo dei petti? E se tutti amassimo il mare, immaginate che fila troveremmo sulla Pontina la domenica pomeriggio per rientrare a casa? Chi più, chi meno, ognuno ha le sue stranezze, i suoi gusti bizzarri. Pure io non faccio eccezione: da qualche tempo, mi sono accorto che la pasta al dente non mi piace più. Non dico che debba essere scotta, ovviamente aborro il “mappazzone” di pasta collosa, però diciamo che per essere perfetta deve avere il giusto tempo di cottura, che per me coincide su per giù con quei 30 secondi in più rispetto alla cifra indicata nella confezione. Ecco, ora l’ho detto!
E voi, lettori ermeneutici, quale perversione avete?