Il giorno perfetto cominciò con il cielo azzurro e l’aria ancora tiepida di fine estate.
A dire il vero cominciò con un nodo ad una cravatta grigia, così bella che faceva quasi sembrare bello anche me. Un viaggio in macchina nel verde della Sabina con tanto di fratello autista e dolce accompagnatrice (che, guarda un po’, sarebbe diventata la madre dei miei nipoti!).
Nel giorno perfetto c’erano proprio tutti: amici, parenti e conoscenti. Lei arrivò puntualmente con un’ora di ritardo e così cominciammo nell’ora più breve, ma più intensa, quando il tempo si fermò mentre i miei amici cantavano così bene che avrebbero fatto impallidire Gen rosso e Gen verde messi insieme.
C’erano molti preti e tutti dissero cose carine (a parte forse Paolo, che deve sempre fare lo spiritoso, ma noi gli vogliamo bene per quello), Giancarlo disse la cosa più bella. Disse che nel giorno perfetto, proprio in quel giorno lì, la storia del mondo andava avanti e acquistava un pezzetto in più. Perché la storia quella vera, non quella che si studia a scuola, è fatta di tutte le storie d’amore che si susseguono nella scena del mondo.
E poi, nel giorno perfetto, ce ne andammo io e lei da soli (la fotografa sembrava lì per caso, quasi facesse parte della coreografia) in un paesino quasi disabitato, tra vecchi casolari, fiori e scale in pietra. Tornati indietro tutti ci aspettavano con i bicchieri in mano: si mangiò e si bevve a profusione, altrimenti che giorno perfetto sarebbe stato? E poi il viaggio di ritorno con l’amico fraterno a fare da autista (che fico avere l’autista!) per preparare gli ultimi dettagli per il viaggio. Il viaggio perfetto, ovviamente.
C’erano tutti quel giorno, tutte le persone importanti, tutti quelli che dovevano esserci, parecchi dei quali non ci sono più. Ma c’erano nel giorno perfetto e questo non potrà togliercelo nessuno. C’erano ed erano felici. Sì, non credo proprio di sbagliare dicendo che erano davvero tutti felici nel giorno perfetto. E sì, va be’, poi arriveranno i figli, altre gioie, lo scudetto della Lazio, ce ne sarebbero stati di altri giorni felici. Ma oggi, esattamente vent’anni dopo, posso essere certo che quello, lui e solo lui, fu il giorno perfetto.