Ieri l’astro nascente della Formula 1, il pilota Andrea Kimi Antonelli ha superato l’esame di maturità. Lo so, in tempi come questi, fra guerre, missili, finte tregue e tragedie autentiche, potrebbe ben figurare nei primissimi posti nell’elenco delle notizie del chissenefrega. Invece Giornali e tv hanno dato ampio spazio alla notizia, corredando il tutto con una foto del giovane fenomeno – giustamente festante – con indosso una corona di alloro. E qui si sono scatenati i social.
Ovviamente pieni di gente invidiosa e soprattutto nulla facente, che ha preso di mira il ragazzo, i più sereni invitandolo ad andare a lavorare, i più scalmanati abbandonandosi ad insulti di vario genere. Fra tutti, mi è saltato all’occhio l’opinione di una lettrice di Repubblica che commentava così “basta con questo buonismo, non è possibile che questo ignorante non sappia che la corona d’alloro è dedicata a chi si laurea, che c’entra con la maturità?“
Sicuramente fin dall’antichità la pianta di alloro era simbolo di sapienza ed il legame tra la laurea e l’uso delle corone d’alloro è presente anche nella stessa origine del nome: il “laureato” è letteralmente, colui che è incoronato di alloro. Detto questo, ma in base a quale “buonismo” non dovremmo accettare che un giovane, che tra un’interrogazione e un compito in classe sfreccia a 300 km all’ora nei circuiti di mezzo mondo, possa festeggiare il suo esame di maturità come gli pare e piace? Perché non dovrebbe avere tutte le ragioni del mondo per ritenersi soddisfatto del suo risultato, per sentirsi campione, anche se per una volta non dietro a un volante?
E allora ho deciso che domani, per festeggiare il fatto che nonostante questo caldo verrò a lavorare, mi presenterò in ufficio con una corona d’alloro. E voglio vedere chi avrà da ridire!
