E così siamo giunti all’ultimo episodio di questa chiacchierata con Tiffany e come tradizione vuole, abbiamo lasciato il dolce per ultimo…il dolce far niente, ovviamente!
Lui. Partiamo da un presupposto inoppugnabile: il primo uomo pigro della storia inventò la ruota. Su questo nessuno potrà contraddirmi. Dovessimo fare una classifica, certamente quest’ultimo vizio capitale è quello a cui proprio non riesco a resistere. D’altra parte, come ho detto illustrando gli altri, forse è anche quello che mi salva dagli altri 6! Sono troppo pigro per arrabbiarmi o per dedicarmi alla lussuria, per abbandonarmi alla gola o all’invidia.
Lei. Frasi must, presenti all’appello come il prezzemolo: “Lo faccio dopo” o – variante ancora più svogliata – “Domani chiamo”. Dovrebbero chiamarlo doMAI, non domani; potremmo suggerirlo all’Accademia della Crusca, in effetti. Le cose che non mi va di fare, sono un milione. Mi impigrisco solo al pensiero di digitare quei numeretti o di controllare quella cosa. Non mi va di lavarmi i denti dopo pranzo a lavoro, mi prende un’indolenza che neanche il bradipo nei periodi invernali; quando la sera metto le natiche su quei cuscini morbidi in sala vorrei che si fermasse il mondo. Anzi, vorrei che arrivasse qualcuno a infilarmi il pigiama e nel letto. Dove sta scritto che solo i bimbi debbano essere dei privilegiati? Potrebbe essere un nuovo lavoro; dopo i reggi-cappotto alle star, i metti-a-nanna gli apatici.
Lui. In effetti poi, essendo naturalmente contraddittorio, sviluppo delle forme di frenesia che apparentemente sono l’opposto della pigrizia. Adoro alzarmi presto la mattina. Fatemi stare chiuso in casa nel week end e divento idrofobo. Essere pigri ha lo svantaggio che hai la sensazione di perderti un sacco di cose. Poi magari non è così, però a volte mi prende quest’ansia di fare che confligge con la mia consueta cultura dell’ozio.
Lei Anche a me acchiappano delle botte di adrenalina da guinness dei privati, anzi spesso pensano che sia questo il mio lato dominante. Mi piace: correre la mattina alle 7, stare per ore in giro all’aria aperta, organizzare feste con 1000 persone (naturalmente non cucino io), salire sugli aerei e dimenticare chi sono per qualche giorno. La mia è Pelle di plaid avvolgente incastonata in divano confortevole, ma il sangue é sangria con vodka e cannella, tendente al giallo ocra-bollicine-di-champagne. Un bel casino davvero.
Lui. Questi risvegli dall’ozio a volte mi prendono leggendo i CV di persone famose, ministri, capitani di industria, premi Nobel, che hanno la mia stessa età, o anche più piccoli. Allora capita di chiedermi: ma mentre questi diventavano amministratori delegati o presidenti del consiglio, io, a parte scrivere post minchioni sul blog, che stavo a fa? A Rò, non sarà ora che te dai ‘na svejata? Poi in fondo mi dico, che (in modo un po’ più serio di quanto abbia trattato l’argomento qualche post addietro) è sempre una questione di priorità. E allora diciamo che la mia innata pigrizia a volte può essere stata una pi – grazia, perché mi ha permesso di scegliere le cose veramente importanti, facendomi dedicare a quelle, trascurandone altre. Le mie priorità non sono quelle che il mondo, la persone, la società ritiene tali? Pazienza! Me ne farò una ragione. In conclusione di questa scorribanda lungo i sette vizi, per quanto mi riguarda, sono sempre più dell’idea che ormai prossimo alla fatidica soglia dei cinquanta, amici miei cari, questo sono, con i miei vizi e le mie virtù. Difficilmente si migliora. Piuttosto, quello che non bisogna mai smettere di provare, è essere la migliore versione di se stessi!
Lei. Ciò non toglie che io sia una vera fan dell’ozio, Lentezza e noia per me sono i motori della creatività. Ricordo ancora quei pomeriggi di bambina in cui i minuti scorrevano lenti e inventavamo giochi che Mattel scanzate. Quando invece vedo oggi quei poveri ragazzini che passano dal basket al piano al teatro prende a me l’attacco di panico! Che poi neanche io riesco ad annoiarmi più di tanto ormai, nei momenti morti fisso il cellulare, mi metto su fb, cazzeggio su wapp.. e mi perdo i momenti migliori. Ed è per questo che vi consiglio questo libro, che ho adorato e mi sono ripromessa di rileggere ogni tanto. Perché “l’arte del dolce far niente altro non è se non l’arte di vivere”.