“Quando gli Dei vogliono punirci, esaudiscono i nostri desideri“. (Proverbio Arabo)
Oggi come oggi, capire cosa si vuole diventa sempre più complicato. Quando siamo piccoli i nostri desideri sono chiari, nitidi, forse irraggiungibili, ma univoci. L’adolescenza è di per sé un moltiplicatore: si vogliono tante cose, si vuole l’eccesso, cominciano i dubbi. A volte si vorrebbe una cosa e il suo esatto contrario. Crescendo le idee si chiariscono, gli obiettivi si delineano, si scartano quelli irrealizzabili, si lasciano per strada quelli inutili, si punta dritti alla meta. E poi? Una volta raggiunto l’appagamento per quelli realizzati e messa una pietra sopra a quelli sfumati, che cosa ci resta?
Sarà per quello che, come spesso si sente dire in giro, gli uomini raggiunti una certa età (chi dice 40, chi dice 50…facciamo una via di mezzo e non se ne parli più), gli uomini dicevo (ma perché le donne no?) ad un certo punto fanno cose insolite. Chi si tinge i capelli, chi tenta nuove avventure amorose, chi prova a cambiare lavoro. Come se ad un certo punto ci fosse bisogno di desideri diversi, strade mai percorse prima, che forse possono dare nuove emozioni.
E’ come se i vecchi desideri, ormai realizzati, diventassero delle gabbie: da obiettivi a cui puntare, sono diventati parte di noi e parte di quello che gli altri si aspettano da noi. E allora che cominciano a diventarci stretti, che sembrano essere ostacoli che non ci fanno vivere la vita che si vuole, ma quella che gli altri vogliono da noi. Per questo alcuni li sminuiscono, li danno per scontati. Ma alla fine dei conti si rischia di dimenticarci che la felicità è una scelta. Che dipende da noi e che probabilmente prescinde dai desideri più o meno realizzati.
Da parte mia, ve l’ho già detto anzi scritto altre volte, niente mi piace di più del rincorrere i desideri degli altri, delle persone a cui voglio bene, per aiutarli a raggiungerli. Non saprei, anzi tenderei ad escludere che sia un atteggiamento puramente altruistico. Ma è il mio. E non da oggi. In fondo c’è chi colleziona farfalle, chi fa corsi di paracadutismo, perché io non dovrei sentirmi un po’ genio della lampada? O forse il mio treno dei desideri, come cantava Paolo Conte, nei miei pensieri, all’incontrario va.