Dopo la pausa vacanziera tornano i dialoghi con la mia amica Tiffany sui sette vizi capitali. Oggi parliamo di quello dedicato ai golosi!
Lui. “Ci vuole un fisico bestiale, anche per bere e per fumare”, cantava qualche anno Luca Carboni. Un fisico che io non ho! Ecco, questo forse davvero è un vizio che uno si può permettere solo in determinati periodi della vita. Forse il mio amico Dario ricorderà quando ci ingozzavamo con i famosi extraterrestri della madre (una fetta di petto di pollo arrotolata con prosciutto e mozzarella, panata e fritta nell’olio d’oliva calabrese che loro si facevano mandare su da Rossano). O quando per fare uno spuntino ci facevamo quei toast fritti in un panetto di burro, perché il tostapane ci sembrava che li seccasse troppo…
Lei. Mettetemi davanti un buffet e mi vedrete fare tilt, come le slot machine impazzite che girano girano e non si fermano più, capace finanche di fagocitare la tovaglia su cui poggiano le vivande, affermando convinta cose tipo “assaggiala, non è male, i rilievi in oro sono croccanti al punto giusto”. In quel momento di perdizione assoluta quali gli aperitivi ai matrimoni, specie per la fila ai fritti, generalmente indosso un caschetto da rugbista e l’andamento combattente di Porthos dei Tre moschettieri perché la guerra è guerra. Una sobria gentil donzella, insomma.
Lui. Insomma una volta effettivamente ero molto tentato a cedere alle lusinghe della gola. Diciamo che è un vizio che forse vorrei avere, ma proprio non ce la faccio. L’ansia per il colesterolo alto, il reflusso esofageo, il nervoso se non mi entrano più i pantaloni dell’anno prima…no, la gola è proprio un vizio che non mi posso più permettere. O forse, detto in altre parole, sto diventando vecchio. Che non vuol dire automaticamente saggio. Anzi. Solo che capisci meglio i tuoi limiti, valuti quello che puoi fare e quello no. Visto che la quantità ha forti controindicazioni, ripieghi per la qualità. Te la tiri un po’, fai lo snob, con quei piattini belli da vedere e politically correct. Ma dentro di te sai che è un ripiego. E rimpiangi quei bei due etti di spaghetti alla carbonara che ti sparavi senza colpo ferire e senza problemi digestivi qualche anno prima!
Lei. Purtroppo anche io non posso più estrinsecare come vorrei la mia potenza divina (perché di questo stiamo parlando, di superpoteri del palato) e ho giustamente deviato verso la qualità. Il reflusso – sappiatelo – ha creato dei mostri, tra cui me: i cc.dd. FOODIES. Persone estremamente motivate ma con umani limiti fisici che decidono di cedere alle lusinghe della gola ogni tanto, ma al top. Folli personaggi alla ricerca del miglior hambuger, il miglior gelato, il migliore ristorante, il miglior tortino al cioccolato. Conosco persone fomentate per il tango che girano il mondo inseguendo milonghe. Ecco, noi inseguiamo salamelle (anche formaggi e salsine varie. O Il pomodoro che sa di pomodoro). Eccomi, sono la tossicodipendente del cibo, il Ciaccio dei tempi moderni. E a giudicare da chi ho accanto, sono in buona compagnia… in una vera, peccaminosa, goduriosa spirale senza via d’uscita.