Rientrando in macchina stasera, in mezzo al traffico impazzito del periodo prenatalizio che trasforma il mio tragitto casa ufficio dai 50 minuti abituali ad oltre un’ora e un quarto pensavamo di come in effetti le regole stradali possano essere una bella metafora della convivenza civile.
Ognuno di noi ritiene di sapere cosa sia il bene e il male. Ognuno di noi pensa di viaggiare alla giusta velocità, nel giusto mezzo fra quelli che seguono pedissequamente, acriticamente (quindi stupidamente) le regole e gli incoscienti che non capiscono il rischio che corrono e che fanno correre a te non seguendole. Perché ognuno di noi pensa di essere esattamente a metà fra la disciplina zelante e la disobbedienza pericolosa. E non è così pure fuori dal traffico? Non è così pure con le altre regole, con le tasse, con i regolamenti condominiali o con i comandamenti (per chi ci crede!)? Non siamo tutti convinti di essere nel punto esatto fra gli estremi, fra l’ingenuo e il furbo, fra il bigotto e il miscredente…
E così sfarfagliamo a quelli che vanno troppo piano, ma ci dà gusto metterci in mezzo a quelli che vanno troppo veloci. Ci arrabbiamo con quelli che ci superano a destra, ma siamo insofferenti con quelli che camminano piano a sinistra. Ci infuriamo con quelli che non mettono la freccia, ma poi magari ci scordiamo di farlo. Ma quelli che proprio ci mandano ai matti sono quelli che scientificamente rallentano al giallo per dare poi un’accelerata imporvvisa, in modo che loro passano e ci inchiodano al rosso successivo: tiè! Io la faccio franca e in più costringo te a rispettare le regole!
Perché, in fondo, rispettare le regole è fastidioso, è scocciante, soprattutto rispettare regole che riteniamo stupide, ancora peggio rispettarle mentre vedi altri che non lo fanno. E così gli odiatissimi vigili sono una visione celestiale quando beccano il cornuto che va sulla corsia degli autobus a Caracalla…Alè, dagli giù, bruciagliela quella patente, anzi, bruciagli pure la macchina!
Forse converrà ricominciare a prendere la metro.
Se non ci fossero quegli infamoni che ti si attaccano dietro i tornelli per non pagare il biglietto…