“Alla fiera der Tufello, pe’ du scudi,
er papata la madre scippò.”
(Latte e i suoi derivati)
Alla fiera del Senato, con due euri, il Berlusca un senatore comprò.
E venne Cicchitto, col cappuccetto, alla P2, Berlusca segnò. Alla fiera del Senato, con due euri, il Berlusca un massone comprò.
E poi venne Gasparri che firmò leggi, che neanche aveva letto, per fare un favore, caposenatore il Berlusca nominò. Alla fiera del Senato, con due euri, il Berlusca un fascio sdoganò.
E poi venne Brunetta, col capoccione, gran rompicojone, un poco ristretto, divenne ministro perché il Berlusca lo aiutò. Alla fiera del Senato, con due euri, il Berlusca un nanetto esaltò.
E poi Sallusti e Feltri, che tipi loschi, Liguori e Porro, un vero tamarro, Giordano e Capezzone, che belle perle, ma sai quante sberle che gli darei. Alla fiera dei giornalai, per due euri, il berlusca tanti maggiordomi comprò.
Poi c’era la Santanché, e la Gelmini, Ruby e la Minetti e altre donne rette, che poi erano mi…otte, ma lui non lo sapeva, faceva regali a tutte loro, perché il Belusca c’ha il cuore d’oro. Alla fiera dell’Ardcore, con due euri, il Berlusca un’igenista mentale comprò.
E poi venne Angelino, che bel faccino, doveva essere l’erede, ma poi lo tradì. Alla fiera del Senato, per due euri il Berlusca il suo Bruto trovò.
Lo tradirono tutti, ma quanto erano brutti, e il Berlusca solo soletto non ne poteva più. Alla fiera del Senato, alla fine, al Berlusca, rimase solo…Lulù
Insomma, tra il tuo e il mio post mi sembra di poter dire che ormai è tutto una fiera! 🙂