Decadendo decadenza decadente

E così decadde.

In un momento di estrema gravità e generale commozione Lui decadde. Stuoli di lingue furono riarrotolate, chiappetettelabbra furono sgonfiati e fiumi di silicone furono sparsi in ogni dove. I nani da una parte le ballerine dall’altra, si sciolse la grande alleanza.

Qualcuna propose una giaculatoria, qualcun altro propose a Brunetta di darsi fuoco e qualcun altro organizzò invece una raccolta firme. Brunetta se ne mise a capo, anche perché l’idea di finire bruciato non lo entusiasmava. Visto il grande amore che la ggente aveva per Lui, raccolsero 7 milioni di firme in 7 ore. Qualcuno sollevò qualche dubbio sulla loro veridicità, ma erano i soliti magistrati di sinistra privi di eleganza e savoir faire. A puro titolo di cronaca elenchiamo le ultime dieci firme raccolte.

Pier Renato Brunetta

Gian Brunetto Renata

Renatone Brunetton

Brunetta dei Ricchiepoveri

Renabru Nettato

Nabrure Tattone

Brurena Tottane

René Van Brunetten (Passaporto olandese)

Renatò Brunettà (passaporto francese)

Nanosima Conaltredoti

In conseguenza di queste infondate calunnie le liste furono bruciate e allora, già che c’erano, qualcuno rilanciò l’idea di bruciare anche Brunetta, che stranamente però non sembrava entusiasta di essere lo Jan Palach de noantri.

Per uscire dall’empassse Gasparri, che più d’uno scambio per Marty Feldman,lanciò l’idea di scrivere una legge che per quelli con il cognome che comincia con la B e finisce per oni, con i capelli di plastica, alti un cazzo e mezzo nati il 29 settembre del 36, doveva prevedere:

il non pagare le 20 mila lire ogni volta che si passava dal via

l’autodeterminazione del 7 bello, che poteva anche essere di spade, denari, bastoni

l’esclusione dal conteggio del ponteponentepontepitappetapperuggia

una bandiera ad personam che non poteva essere rubata (e che? Vai a ruba’ a casa dei ladri?)

la vita eterna. Amen

Ma subito qualche giornalista prezzolato di Rai3 cominciò a puntualizzare che l’entrata in vigore di questa legge avrebbe creato un vulnus alla democrazia. Lui, sentito vulnus si rianimò, perché aveva capito un’altra cosa e poi a vedere tutte quelle olgettine vestite di nero gli tornarono in mente le serate eleganti con tubini neri e un trucco leggero che tanto aveva apprezzato in passato.

Ma il corso delle cose era segnato, i giudici brutti, cattivi e invidiosi, che avevano ormai un’orchite galattica sviluppata in un ventennio di inchieste senza fine e senza costrutto, andando contro la volontà popolare chiaramente espressa da 7 milioni di firme raccolte in 7 ore, espressero il loro giudizio finale. E Lui decadde.

Alte grida di dolore si levarono al cielo. Qualcuno gridò talmente forte che riuscì persino a svegliare Napolitano,
che fece un sussulto e pensando ancora alla sua giovinezza napoletana, gridò

“A ca fu? S’è schvejato o’ Vesuvio?”Ma si riassopì subito dopo.

10 thoughts on “Decadendo decadenza decadente

  1. GRANDIOSO. Anche questo sarebbe da pubblicare … se su Il Giornale, Libero e Il Tempo sarebbe anche più divertente. Ma ancor meglio sarebbe leggerlo a Bruno Vespa in diretta mentre sta in trasmissione. Grazie, Romolo!

  2. Pingback: Renato Brunetta, un genio incompreso | RIFLESSIONI QUASI ANALITICHE

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