Noialtri, voialtri

Dietro l’osceno applauso dei poliziotti ai loro sodali, rei giudicati con sentenza definitiva di aver picchiato fino ad ucciderlo un ragazzo di 18 anni, c’è la logica del branco che difende i propri appartenenti. Il Noialtri contrapposto al Voialtri, che ha sempre contraddistinto ogni tribù, ogni esercito, ogni fazione di qualsiasi tempo. Soprattutto quando si sente depositaria del fatto di essere “dalla parte della ragione”. Noi siamo i buoni, noi siamo quelli che rischiano in prima persona per difendere la legge e se per caso, per sbaglio, per un qualsiasi accidente, sbagliamo, pazienza, ci sta. Fa parte del gioco.

Mi piacerebbe parlare con ognuno di questi paladini della legge e chiedergli se fosse capitato a suo figlio, a suo fratello o padre. Ma dovresti toglierli dal gruppo, parlarci occhi negli occhi, al di fuori dell’appartenenza. E magari, anche se hanno Faccetta Nera come suoneria del cellulare, si scoprirebbe che in fondo, quarant’anni dopo continua ad aver ragione Pasolini, che anche loro sono figli del popolo, poveri cristi, esposti a cose più grandi di loro.

Glielo faranno scontare quell’applauso. E purtroppo lo pagherà forse qualcuno che ha avuto disgusto di quell’applauso come e più di me. Quello sarà l’ennesimo pretesto per i Voialtri che dovranno fronteggiare, Blackblok o Ultrà calcistici, No Tav o mafiosi di vario genere. Da che mondo e mondo odio porta odio e da qui non se ne esce, almeno finché non riesci a superare la logica degli schieramenti. Finché non capisci che non esistono Noialtri e Voialtri e non vedi individualmente chi ti sta di fronte, che non è solo parte di un insieme, ma è uno. Uno e basta.

Per questo continuo ad avere pochissima fiducia nei gruppi. Non  riesco mai a riconoscermi fino in fondo in un insieme: non mi sono mai iscritto a nessun partito, a nessun sindacato, a nessuna organizzazione di qualsiasi genere. L’unica tessera che io abbia mai avuto (per quasi trent’anni) è stata quella dello stadio. Detestando cordialmente la gran parte dei tifosi della mia squadra!

D’altra parte invece ho grande fiducia nei singoli. Tendo sempre a dare un’altra possibilità, perché cerco di ragionare sui motivi che hanno spinto chi mi sta di fronte a fare o non fare, dire o non dire qualcosa. Forse, come dice qualcuno che mi vuol bene, sono persino eccessivo in questa tendenza assolutoria, che alla fine non responsabilizza chi ci sta di fronte e lo autorizza a superare confini che andrebbero invece mantenuti. Ma sono fatto così e ormai non credo di cambiare.

Come non cambierà la mia avversione per ogni gruppo, per ogni folla. Che si rafforza proprio annullando il singolo. Che riesce a stare sotto il balcone di Piazza Venezia con la stessa facilità con cui starà poi a Piazzale Loreto. Che applaude gli assassini e va dietro all’imbonitore di turno. Diffidare, diffidare di chi vuole dare voce al popolo, alla folla, anche fosse una folla di buoni. Perché la folla, quando si tratta di scegliere, sceglie sempre Barabba.

 

10 thoughts on “Noialtri, voialtri

  1. Che post stupendo! Bella riflessione e compiuta in maniera impeccabile. Il Noi vs. Loro, che è poi il derivato del Io vs. Te che proviene da una storiella tanto nota quanto artificiale: Caino ed Abele. Il fondamento. La volontà, totalmente umana, di distruggere l’altro per un proprio beneficio: potere, sicurezza o qualsiasi cosa. Questo comportamento, compiuto da singoli o gruppi, è connaturato all’essere umano.
    Rispetto alla tua visione, che approvo quando dici di non fidarti del gruppo, la mia è un passo oltre (e non nel senso arrogante di dire: la mia è meglio, ma proprio nel senso che ho estremizzato ancora ciò che tu hai scritto) e consiste anche nell’avere poca fiducia anche nel singolo. Sento già il coro d’angeli che dice: che vita triste non fidarti della gente. Lo so perché “non fidarsi”, in fin dei conti, è visto come un demonio. Ma “non fidarsi” non significa “odiare”, non significa “abusare del proprio potere” (che rimanda al sesso, alla politica, alla religione, al potere, alla forza, alla debolezza), significa attuare precauzioni preventive nei confronti di una delle specie meno affidabili sulla terra. L’uomo.
    Forse perché penso che, fornita la bolla papale del “fidarsi”, i confini vengono invariabilmente rotti. O, forse, perché forse sarei il primo a romperli. Chi lo sa.

  2. Ma certo che i confini verranno rotti e subiremo l’invasione. La fiducia ha già nel libretto di istruzioni l’avvertenza “attenzione, verrà tradita”. Ma alternative non ce ne sono mica. O almeno, io non le ho trovate! E in fondo penso che ognuno di noi possa essere meglio di quello che sembra. Hai presente l’ultima scena de “La Grande guerra” con Gassman e Sordi. Ecco!

  3. No, certo, non mi permettevo sicuramente di dire qualcosa di “nuovo”. Il mio ragionamento parte dal presupposto che il sottoscritto ha un livello di fiducia nel prossimo che è stabilmente sotto la soglia dell’umanamente accettabile. E sono conscio che non ci sono grandi alternative, ma penso che ognuno debba trovare la sua dimensione più congeniale. Se sei uno fiducioso, bisogna seguirne l’onda… costringersi altrimenti sarebbe dannoso e così via per le varie sfumature.
    No, mi dispiace… non conosco questo film… (sono scarso in certe tipologie cinematografiche)

  4. Un bellissimo post, che fa fermarsi a riflettere… Perché hai ragione: io sono furente da tutto il giorno. E la furia chiama l’odio e non se ne esce…
    Però dico che non tutti i cittadini generalizzano, ma TUTTI i poliziotti avrebbero dovuto prendere le distanze dagli assassini di Aldovrandi, anche, soprattutto, per rispetto di sé e del proprio lavoro.

  5. Ingroup e outgroup, semplice ma efficace meccanismo per influenzare le persone.
    Condivido così tanto quello che scrivi che avrei potuto scriverlo io 🙂

  6. Mi sento di condividere moltissimo la tua analisi, la tua posizione e il tuo sentire espresso in questo bellissimo articolo, carissimo Romolo.

  7. Eh no, oggi non ce la faccio a finire il tu post, ho letto solo l’inizio. Mi sgorgherebbero insulti improponibili per quelle bestie. Anche perchè nel mio piccolo qualche esemplare di partecipanti ad uno di quei branchi io l’ho conosciuto … e non mi vengono belle parole. Mi salgono solo i lacrimoni. Mi sento sempre una voce fuori dal coro, anche se so che questo mio coro conta molti cuori … Mi vergogno per queste persone, e se mi fermo un attimo mi ditrugge il dolore delle famiglie. Perdonami, me ne riparo.

  8. è vero che spesso “il branco” porta le singole persone a perdere l’uso della ragione e fare cose assurde, ma questo non toglie la responsabilità a chi era presente e ha fatto quell’applauso. Un vero uomo, almeno a mio parere, si vede soprattutto nel momento in cui, in mezzo al branco di bestie, riesce a distinguersi come essere umano. In quella sala di esseri umani, semplicemente, non ce n’erano. Branco o meno, fa poca differenza.

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