Capita a volte, mentre parlo con qualcuno, di interrogarmi su cosa pensi di me il mio interlocutore. Lo osservo mentre parla o mentre ascolta quello che gli dico e cerco di capire. E spesso ho la sensazione che abbia un’idea sbagliata, che non capisca davvero come sono fatto. A volte penso di essere meglio di quello che sembro, altre volte invece ho esattamente la sensazione opposta e ho la quasi certezza che questo fantomatico interlocutore mi giudichi meglio di quello che sono. Questa ambivalenza, o meglio, la distanza fra quello che penso di essere e quello che penso gli altri pensino di me, ha determinate conseguenze.
Conseguenza numero uno. Le opinioni altrui su di me hanno un’importanza che disegna una curva asintotica allo zero. Lo so, potrebbe essere un difetto. Ma nel bene e nel male mi rendo conto che è così. Sto a sentire tutti, anzi sono molto curioso delle opinioni altrui. Ma è una curiosità accademica. In realtà, in fondo in fondo, sono proprio pochi i giudizi altrui che davvero mi interessano. Non ve la prendete quindi. Niente di personale!
Conseguenza numero due. Non sono capace di piacere per forza a qualcuno. Ma questa cosa già la sapete, perché l’ho scritta qui non sono e non sarò mai un buon venditore, non sono e non sarò mai un conquistatore di cuori.
Terza conseguenza. Non so dire di no. O meglio, certo che lo so dire, ma per me è davvero faticoso. Con i figli, con i colleghi, con la zingarella che si offre di pulirmi il vetro, con quello che mi vende l’aglio al mercato di Val Melaina, con chi vuole offrire le rose alle signore sedute al mio tavolo, con gli amici, con mio padre. Direi di no è una fatica inenarrabile, uno sforzo sovrumano e contronatura, che quando posso evito come la peste. E lo so che non si può piacere a tutti (e neanche me ne importa, in effetti) e so anche che un “no” solitamente non uccide nessuno. So anche che, come capita per primo a me, non è che poi gli altri se ne muoiano dal volere il mio sì. Immagino bene che possano tranquillamente fare a meno del mio aiuto e a volte sono solo le circostanze a far sì che io sia coinvolto., che mi chiedano cose che potrebbero benissimo chiedere a centinaia di altre persone. Però…però è più forte di me “Ma sì, dai lavame ‘sto vetro, va!”
Invece per me le opinioni altrui contano, hanno un peso.
Non arrivano a condizionarmi, hanno un peso relativo, ma sono importanti lo stesso. Anche quelle negative, le critiche, magari un po dure, mi sembra che tutto possa servire per capire meglio me stessa e le cose che faccio, che dico.
E dico no molto più spesso di quanto dovrei. La negazione diventa per me, spesso, un modo per tutelarmi, per non correre rischi.
E spesso l’ho pagata in occasioni perdute, possibilità che mi nego.
In molti ambiti.
Ma le opinioni contano e qualcuna molto più di altre.
Un trucco per cominciare a dire no è sviare lo sguardo.
Ormai riesco così bene a fare in anticipo un’aria così poco interessata, che distributori di depliant e similari neanche ci provano con me
Quando parlo con altri di solito mi concentro sull’altro e non penso a me.
Però anche per me dire di no è moooooolto difficile…ci saranno dei corsi per migliorarsi? 🙂
…pensa che io delle volte non piaccio neanche a me stessa 😉
Io a volte stento a capirmi…piacermi…no, decisamente quasi sempre mi piaccio!
E’ proprio perché ti concentri sugli altri…non ti viene da chiederti cosa gli frulla per la testa mentre ti parlano?
mi devi dare ripetizioni!
No, basta opinioni. Basta idee, basta parole! Fatti! Voglio i fatti, quelli mi interessano e su quelli mi concentro. le parole se le porta via il vento!
😀 ….prima o poi ci arriverò anche io!!!
Ma certo! Per quel poco che ti ho conosciuto non vedo proprio perché no!
Fai conto che ti ho abbracciato!!! 🙂
Non tengo molto in considerazioni le opinioni, ma in compenso gli abbracci sono i miei preferiti 😉
😀
si, ma non cosa pensano di me.
Le opinioni degli altri contano per me, non dico di no. E mi condizionano.
Ma nelle relazioni solo quando non contano.
Invece io sono curioso come una scimmia e quindi mi interrogo, faccio ipotesi, costruisco castelli in aria. Poi mi stufo e mi dico…ma alla fin fine…che me ne importa???
…amico mio, io ti voglio bene, ma stasera vedo che c’è bisogno di una birra corretta uischi pure qui! I fatti? Se le parole se le porta via il vento, i fatti sono tutti al parco a farsi robba…
Se mi vuoi bene dimostramelo, se ti importa di me, sporcati le mani, se vuoi gioire con me stappa la bottiglia. Le opinioni me le fumo in una bella canna! Questo intendo!
Certo, ti capisco, e mi chiedo se in qualche modo non ti abbia dimostrato questo affetto, se non ho usato il modo giusto. Cos’ho, oltre alle parole per dirtelo?
Io sono già passata alla fase del “non me ne importa” 😉
La curiosità è una bella cosa, i castelli in aria meno ;)))
No problem! 😀
Sai che, leggendo quel che scrivi, mi ritrovo molto nelle tue parole? Anche io sono curioso di quello che dicono, ma unicamente per una questione di interesse spassionato, una sorta di voracità intellettuale. Il consiglio, poi, lo recepisco solo in pochissimi casi. O, se lo recepisco, non sarà mai totalmente dell’altra persona, ma piuttosto un mix fra quello che mi ha detto lei/lui, quello che interpreto io e valuto io sfrondando e altri pareri (o parti) di persone da cui ho interesse a ricevere il consiglio.
Io ho iniziato a vivere molto meglio, da quando ho imparato a dire più spesso NO! Puoi provarci, se vuoi. Se invece stai bene così, allora rimani come sei 🙂
mmm… a me capita (la mia impressione è questa, per lo meno), in genere, che chi mi conosce lì per lì si faccia un’idea meno positiva di quanto io stessa mi consideri. se poi ha pazienza e apertura per (voler) conoscermi, allora l’idea diventa più positiva di quanto io stessa mi reputerei.
oh cielo, mi sono incasinata da sola -.- vabbè, dai, hai capito!
però in genere tendo ad ascoltare quello che mi si dice e poi frullo tutto per tenere solo ciò che reputo utile.
capita che di fronte ad input ‘scomodi’ mi chiuda a riccio ma continuo a rifletterci su. sembra un rifiuto all’ascolto, ma in realtà rimugino su.
Su per giù allora ci troviamo. E con i no invece, come ti poni? Anche su quello andiamo d’accordo?
io ogni tanto ci provo. ma poi dico di sì. -_- sono una causa persa.
ma ogni tanto lo dico. e recentemente ho detto no.
e che male.
Sentirmi raccontata da altre persone, soprattutto quando tutte hanno la stessa percezione di me, mi è molto utile. Mi dà la comprensione delle mie trasparenze e dei miei segreti. Laddove riconosco la mia debolezza, cerco di fare ciò che posso. Del giudizio fine a se stesso posso anche risentirmi, essendo gatta permalosa. Ma con lo sticazzi in punta di lingua.
Lo sticazzi è comunque sempre una via di fuga essenziale!