10 futili motivi di felicità

L’Italia è stata eliminata. E anch’io non mi sento tanto bene. E allora, perché non dedicarsi a un bel post minchione, della serie le 10 cose che? 10 motivi per essere felici. Chi non vuole essere felice? Ma qui non si parlerà di motivi seri per essere felici: troppo facile elencare, che so, lo svegliarsi a fianco della persona che ami, vedere la partita di calcio di tuo figlio, essere d’aiuto ad un amico.

Non voglio nominare neanche quei motivi che pur non essendo seri, comunque riescono a dare il verso a una giornata, tipo una vittoria della Lazio, fare una passeggiata in montagna, oppure l’uscire dall’ufficio il venerdì pomeriggio. No questa è un classifica minchiona e quindi elencherò quei motivi futili, quelle cause occasionali, che possono esserci oppure no, che ti capitano, non ti vai a cercare, che però hanno la capacità di colorare le giornate, di dargli quella lieve sfumatura che ben ti predispone e che ti aiuta ad affrontare le sfracassature varie che ogni giorno dobbiamo affrontare.

La prima cosa che mi viene in mente è l’uscita mensile di Tex. Da circa 4o anni a questa parte, da quel numero 118 uscito nel dicembre del 73, per me è un appuntamento fisso. E lo so che non è più quello di una volta. E lo so che le storie non mi prendono più come allora. Ma il fatto di entrare dal giornalaio e trovarlo lì fra tutte le altre cose, il fatto di prenderlo, di averlo fra le mani, con quel dorso biancoazzurro, quelle pagine bianche e nere, sentirne l’odore, andare a vedere la copertina del prossimo numero…troppo bello!

Un secondo motivo è sentire il profumo del ryncospermum. E voi vi chiederete, echecazz’è il ryncospermum? In effetti ha un nome improbabile, sembra qualcosa di viscido, ma in realtà è quella pianta rampicante con i fiorellini bianchi di cui è piena Roma (ma penso anche altre città). Quando fiorisce il profumo dei suoi fiori è l’annuncio dell’arrivo della primavera. Magari poi ancora farà freddo, forse pioverà, ma quel profumo è un segnale inequivocabile…ci siamo, la bella stagione sta per tornare!

Poi, continuando nella scia dei profumi, metterei l’apertura della scatola dei biscotti Gentilini. Fate colazione con qualcos’altro? Magari con quelli del Mulino Bianco? Non conoscete i Gentilini? Non avete mai provato i Vittorio, quelli a sigaretta con il profuno di limone o gli Osvego al miele? E va be’, continuiamo così, facciamoci del male (cit).

Ci sono poi quei futili motivi di felicità che si annidano dentro sfighe clamorose. Entra l’ora legale? Però almeno le giornate si allungano. Ritorna l’ora solare? Però almeno si dorme un’ora in più. E’ un po’ la filosofia del “could be worse…could be raining!“. Effettivamente già quando non piove uno dovrebbe essere felice. Ma c’è un futile motivo per essere felici anche a novembre? Anche quando piove e le giornate si accorciano? Quando devi tirar fuori i cappotti e hai davanti a te 5 mesi di brutto tempo? A volerlo trovare sì che c’è. Una bella bottiglia di rosso novello.

Un altro motivo neanche troppo futile (almeno in certe zone di Roma) è il trovare parcheggio. Ma al di là delle implicazioni pratiche, mi dà gusto l’idea in sé, l’ontologia del posto libero. Il fatto che giri e rigiri, cerchi e ricerchi e proprio quando sei lì semidisperato, che imprechi contro il fatto di aver voluto prendere la macchina, contro il sindaco di turno, contro il destino cinico e baro… eccolo lì! Un posto! Incredibile, solo soletto che aspetta solo te.

Comprare la Settimana Enigmistica. Che rigorosamente a casa mia compare a metà giugno e scompare a fine agosto. Io poi faccio solo due giochi: la ricerca di parole crociate e le cornici concentriche, quando ci riesco. Al limite, a volte anche il Sudoku, ma proprio se non ho niente da fare. In compenso però leggo tutte quelle cazzatelle tipo “forse non tutti sanno che” o “strano ma vero”. Niente ha il gusto dell’estate più di quello.

Svegliarsi presto la domenica mattina. Senza la sveglia, senza alcun motivo, senza niente da fare. Ma questa cosa già l’ho raccontata, esattamente qui  https://giacani.wordpress.com/2013/10/06/leggera-come-la-domenica-mattina/

Ci sono poi piacere ambivalenti, in cui è bello questo, ma anche quello, una cosa e il suo esatto contrario. Ad esempio. Partire, ma anche tornare. Non tanto per il viaggio in sè, neanche per la meta. Basta l’idea, la pianificazione, perdere mezza giornata guardando siti, immaginando itinerari, controllando le distanze. E pensare poi che comunque c’è anche un ritorno.

L’altro futile motivo di felicità ambivalente è il sapere cosa farà, ma anche essere sorpresi. Conoscere così bene una persona, nei suoi pregi, nei suoi difetti tanto da poter ripetere nella mente le parole esatte che dirà in quella precisa situazione, sapere senza ombra di dubbio come reagirà a quella cosa che stai facendo. Ma anche il contrario. Rimanere completamente spiazzati, disorientati e confusi di fronte ad una reazione inaspettata, mai vista prima, del tutto imprevedibile.

Riuscire a “chiamarsi” le cose. Pensare ad una cosa, ma così senza pensarci troppo e quella accade. Pensare a qualcuno ed ecco arriva un messaggino su What’s up. Canticchiare una canzone la mattina e poi nel pomeriggio ascoltarla accidentalmente in una situazione inaspettata, magari come suoneria del telefonino di uno che incontri per caso…e la radio che passa Neil Young, sembra avere capito chi sei.

In effetti dieci sono pochi.  Me ne vengono in mente tanti altri. Mi verrebbe da dire ad esempio l’entrare in qualsiasi libreria, soprattutto se non hai niente da comprare (ma tanto sai già che qualcosa prenderai lo stesso), segnare un goal il giovedì sera (un gusto effettivamente unico, che forse va anche al di là dei futili motivi), bere un caffè al vetro, accendersi una sigaretta dopo che sono mesi che non fumi, vedere un nuovo episodio di Grey’s Anatomy, andare a correre, leggere un post dei tuoi blogger preferiti, comprare la Repubblica la domenica mattina e leggere il fondo di Scalfari pensando quanto sia pesante, retorico un vero trombone, ma quanto ti piace, trovare finalmente le ciliege al mercato, magari quelle bianche toste e asprigne di Ravenna, cucinare il pesce, il profumo del basilico, tornare dalla spiaggia e prepararsi un aperitivo con il Punto e Mes e tanto ghiaccio, la colazione di Pasqua con il salame, la cioccolata e la gara a coccetta delle uova sode, la faccia dei ragazzi la mattina di Natale davanti ai regali, addormentarsi nel letto con le lenzuola pulite appena messe (non quelle di un albergo, che si presume lo siano. No, quelle di casa, che hanno quel profumo che non trovi altrove), passeggiare per viale Libia il sabato mattina, le mattine d’estate quando improvvisamente c’è quell’arietta fresca e quelle giornate di sole quando in pieno inverno sembra quasi fare caldo, preparare la brace per il barbecue. Forse però, dovessi aggiungerne una sola cosa ai futili motivi, allora metterei il rivedere per l’ennesima volta uno dei tanti episodi di Stanlio & Ollio e ripete le battute ridendo prima ancora che le dicono. “Stanlio, tu che ne pensi dell’amore a priva vista?” “Che fa risparmiare tempo”.

 

stanlio e olio

17 thoughts on “10 futili motivi di felicità

  1. Pensa che Calep era un grande amico di mio nonno. Lo dico per farti invidia. Io il post sulle dieci cose l’ho fatto… Credo autunno 2011. Te lo linkeró.

  2. Mmm. Il quadro autografo che abbiamo secondo me è con la C, tutta lunga, non si capisce davvero se è una G, sai? Nella sua biografia cita mio nonno 🙂

  3. Sei anche tu uno a cui piace fare le liste, vedo… bene, bene… è una delle mie manie. Belli i tuoi 10 “mi piace”. Anche mio zio compra Tex ogni settimana dalla sua prima uscita! Io invece avevo iniziato con Dylan Dog, ma mi sono fermata già da qualche anno ormai…

  4. Pingback: La felicità è come la nebbia a Milano | Viaggi Ermeneutici

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