Mi contraddico? Certo che mi contraddico! Sono vasto, contengo moltitudini (Walt Withman)
(se vi va, questo post prosegue, approfondisce e quindi, ovviamente, confonde, quello che avevo scritto qui)
Non ho dubbi al riguardo: volere è potere. E poi bisogna saper cambiare, bisogna sapersi adattare alle situazioni. Perché le situazioni cambiano, i rapporti evolvono e tu, necessariamente, evolvi con loro. Ho letto da qualche parte che il nostro corpo in due anni cambia totalmente tutte le sue cellule. L’io di oggi, fisicamente, è totalmente diverso dall’io di due anni prima. Quello che è valso fino ad oggi, quello che avevi ritenuto vero, giusto, quello che avevi dato per scontato, domani potrebbe non essere così. Per questo io, smetto quando voglio.
Non sono mica schiavo delle situazioni Decido io se come e quando. Perché io sono l’unico a cui debbo dare conto. Mi va, lo faccio, non mi va, non lo faccio. Voglio dormire, dormo, voglio stare sveglio, sto sveglio. Voglio guardare, guardo, voglio girarmi dall’altra parte, mi giro. E poi tanto…smetto quando voglio.
Non sono schiavo delle convenzioni. Si è sempre fatto così? E chissene importa. Si cambia, si evolve. Non è detto che quello che pensavamo, quello che si è sempre pensato, quello che ha funzionato nel migliore dei modi, non possa essere cambiato, non possa essere migliorato. O forse no, forse cambiando lo peggiori. Ma tanto…smetto quando voglio.
Non sono schiavo dei rapporti. Aria, soffoco, lasciatemi respirare. Tutti sono importanti, nessuno è indispensabile. Che è tutta quest’ansia di condivisione? Non sarà semplicemente frutto della paura della solitudine. O forse della noia. Io sto tanto bene da solo, sapeste quanta compagnia che mi faccio! Posso fare a meno di tutto e di tutti. E che in realtà, se potessi dirti addio, ti chiamerei. E se guardandoti negli occhi, sapessi dirti basta, ti guarderei. Se poi rivedendoti fossi certo che non soffri, ti rivedrei. Per questo, smetto quando voglio.
Ora però mi vado a fumarmi una bella sigaretta. Ho il vizio? Ma no. Smetto quando voglio.
A te stare bloccato fa bene 🙂
Abbiamo il diritto di cambiare idea e di contraddirci, di vivere nel modo che sembra essere il migliore per noi, quello che più di tutti sembra distoglierci dal pensiero della morte.
Ne abbiamo il diritto, certo, ma sentiamo di averlo entro i limiti di ciò che non nuoce agli altri – e forse sono proprio questi limiti ad impedire alla maggior parte di noi di vivere nel modo in cui vorrebbe. Il più delle volte neanche lo sappiamo qual è il “modo” di cui abbiamo davvero bisogno, perciò dovremmo avere il coraggio di provare, dovremmo cercarlo, metterci nelle condizioni di trovarlo.
Ogni azione compiuta controvoglia è tempo prezioso rubato alla vita.
Il miglior punto di partenza è ammettere che il cambiamento c’è, c’è stato e sempre ci sarà, ma questo non è facile (io stessa fatico a farmene una ragione).
Mutiamo tutti di continuo, non c’è scampo. L’identità stessa è un concetto vago e tutt’altro che semplice da definire.
Forse, una volta accettata questa realtà si potrà anche essere più comprensivi, con se stessi e con gli altri.
(mi sa che sto divagando, ma le tue parole e la citazione iniziale hanno scatenato in me questi pensieri, che mi tormentano da un po’!)
Interessante il post su Epimenide!
G.
Sì, soprattutto bisognerebbe essere più comprensivi, hai ragione. Verso se stessi in primo luogo e quindi di conseguenza anche verso gli altri! Epimenide il Cretese è uno scoglio insormontabile…ma su cui è bello sdraiarsi a prendere il sole!
Sempre bello “sdraiarsi” su spiagge filosofiche, non potrei essere più d’accordo!
Ecco, appunto.
Smetto quando voglio è una pia illusione.
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