Eh sì. Perché è molto semplice indignarsi o scrivere su FB “Je suis Charlie” come abbiamo fatto più o meno tutti. E’ assodato infatti, direi quasi scontato, che non si uccide per una battuta. Non si uccide in assoluto, come ben argomentava il mio Zeus nell’articolo più bello che ho letto al riguardo. Ma cercando di prescindere da quello che è successo, siamo sicuri che la libertà di satira, ma più in generale la libertà di espressione, non debba avere limiti?
Perché poi succede che pochi giorni dopo questa orribile strage, proprio nella laicissima Francia, nel Paese che ha portato in piazza 3 milioni e rotti di persone per difendere la libertà di espressione, arrestano il comico antisemita Diuedonné. Un’ emerita testa di cazzo, a cui già qualche tempo fa era stato vietato di fare spettacoli pubblici proprio per le tesi estremiste che proponeva. Ieri è stato arrestato con l’accusa di apologia di terrorismo, perché ha pubblicato sul suo profilo la frase “Je suis Charlie Coulybaly”.
Qualcosa non torna. Perché quelli di Charlie Hebdo possono perculeggiare Maometto il Papa e compagnia cantando e uno stronzo qualsiasi non può “ironizzare” sulla strage appena compiuta? Ma allora, questa libertà di espressione ha un limite? E chi stabilisce questo limite? Perché qui ovviamente non parliamo più di satira. Se questa libertà di espressione non deve aver limiti allora dovremmo consentire a qualcuno di difendere la superiorità della razza ariana, la correttezza dell’infibulazione, la dignità del turismo sessuale o qualsiasi altra infamia ci passi per la mente.
Io penso che il limite esista. Penso che esiste come esiste un senso di giustizia naturale, un comune senso del pudore, che va al di là delle culture e delle convenzioni. La tua libertà finisce dove iniziai la mia. Perché non dovrebbe valere per le opinioni? Perché non dovrebbe valere per la satira? E come dicevo qui, se dici stronzate non lo fai in mio nome e io non farò nulla perché tu possa continuare a farlo.
Ribadisco, questo discorso esula dal fatto specifico e dalla condanna senza se e senza ma di un’atrocità come quella commessa da quei fanatici: la difesa assoluta del valore della vita umana è un altro discorso. Che non c’entra niente con la presunta identità fra la libertà di espressione e la libertà di insulto.
Il limite dovrebbe essere fissato dalla Legge. Del resto per arrestare una persona bisogna che ci sia un motivo. Se l’apologia del terrorismo è reato, la libertà d’espressione ha sforato in un campo proibito. Nel caso, chi lo ha fatto se ne assume la responsabilità…
Sono esattamente le stesse cose che mi chiedo io.
Ho molto apprezzato il tuo articolo, nonché il tuo punto di vista.
Se ti va di passare da me l’ultimo articolo cerca di mettere in luce proprio questo: a che livello la satira diventa provocazione aggressiva fine a se stessa?
Caro Giacani, mi vedo costretta a ribloggare anche questo articolo e lo faccio con piacere, perché non fa altro che confermare quello che sostengo anch’io. E cioè che ci deve essere un limite! Io non sono Charlie, l’ho scritto e lo ribadisco. Condanno fermamente quello che è successo e sono rimasta allibita quando ho saputo dell’arresto di Diuédonnè. Perché questa discriminazione?
L’ha ribloggato su SuZieQ11… CoMe SeMPRe FuoRi DaL CoRo.
Allora però è un fatto solo culturale? Cioè se non ci fosse un divieto di legge specifico, potrei inneggiare Hitler o lo sterminio delle foibe? Un par di palle! Non so Punk…mi sa che più passa il tempo e più divento intransigente con gli (quelli che io penso siano) stronzi.
Passo sicuramente
La libertà d’espressione finisce dove inizia la legge, specie laddove la legge è nata per proteggere una nazione da brutti fatti storici e il rischio che si ripetano. Se quest’ultima cosa è accettata come giusta, dovrebbe esserlo anche la prima immagino… è vero anche che tutto è relativo e la gravità delle affermazioni va ponderata…
Beh, se la questione è sull’arresto il limite non può essere che il codice.
Ti ricordo che, almeno fino a poco tempo fa, rischiava la galera il direttore di una testata nella quale veniva diffamato qualcuno, per omesso controllo. Una cosa è il concetto di libertà d’espressione, altro è la messa in pratica in un contesto.
Io sono assolutamente daccordo con te!
Grazie mille per i complimenti Giacani. E condivido il tuo pensiero, un limite c’è. Anche lontano, quasi invisibile, ma non per questo assente. Un limite ci dev’essere o ci deve essere una parità di trattamento, come dici te. Perché non ho ancora visto uno Stato che si alza e protegge il diritto, che ne so, del Ku Klux Klan di dire cose razziste o altre amene aberrazioni.
Sulle prime mi verrebbe da dire che l’intero personaggio Dieudonné non aiuta. Ma concettualmente hai del tutto ragione.
Ripensandoci, però, mi sono reso conto di essermene lavato le mani, rimettendomi alla Legge. Quindi dico la mia: sono contrario all’arresto di Dieudonné, che personalmente non sopporto e aborro. ma non dovevano arrestarlo.
Hai coraggio, perchè forse in pochi hanno provato a pensare a tutto questo… tutti a scrivere (io compresa) che la libertà di stampa è stata spazzata via ecc…, ma nessuno che abbia provato a pensare a quel limite che ora nessuno pare vedere: a volte si supera il limite ma non si ha il coraggio di vederlo…forse Charlie Hebdo ha superato questo limite…
Anch’io sono contrario all’arresto. Basta impedirgli di parlare in pubblico per affermare i suoi deliri
Sono daccordo Romolo. ..a tutto dovrebbe esserci un limite. Bel post, vorrei scriverle io ste cose sensate
A proposito della libertà di stampa e di espressione, oggi il Corriere della Sera l’ha combinata grossa…
Qui l’antefatto: http://www.corriere.it/cultura/15_gennaio_14/tutte-matite-mondo-be5d7bc0-9bc1-11e4-96e6-24b467c58d7f.shtml
Qui una delle repliche: http://prontoallaresa.blogspot.it/2015/01/matite-in-difesa-della-liberta-di.html
Mi fa quasi sorridere questa coincidenza, lo stesso giorno, lo stesso tema, lo stesso ragionamento alla base, le stesse idee che tu però sei riuscito ad esprimere davvero bene. Anch’io penso che il limite esista. Esista eccome.
Effettivamente ci sono strane coincidenze di idee fra noi blogger. Speriamo solo che alla fine non arriveremo a fondare un partito!
Credo non sia stato messo dentro SOLO per la satira…
Per dire: è satira urlare “Gliele do io le case agli immigrati” col plastico di auscevizze sullo sfondo ed il baffetto di Hitler?
Concordo con molto, anzi tutto ciò che hai scritto. sto affannando per trovare del tempo per fare un articolo quasi mio dove raccolgo tanti articoli ed opinioni con cui mi trovo in sintonia. A presto ( un eufemismo, ovvio, tu non passi mai dal mio blog, ma non importa Ciao)
Bhe se ognuno può dire ciò che vuole allora il limite a che serve?
Quelli di Charlie Hebdo non hanno preso un fucikle e sparato su persone inermi, fare satira come la fanno loro non uccide Dio, Maometto, papa francesco, il sindaco , il Presidente….se ti interessa lo leggi, se no non compri il giornale….
Ma si può “ironizzare” su una strage? Non credo. Si può ironizzare (l’ironia fa scappare anche una rista o no?) su cadaveri di persone inermi che facevano la vita di tutti i giorni senza infastidire Coulybaly se non nella sua mente, o credo religioso, politico o chiamalo come ti pare.
La libertà è un bene difficile da gestire, ma da lì a sparare e credere che sia giusto poter ridere su una strage per me ce ne vuole.
Mi piace quello che hai scritto, ma in assoluto io penso che il limite sia quello che ho scritto nell’articolo che mi ha portato qui: non si ride del debole.
Assolutamente d’accordo. A meno che il debole, come nel giusto esempio che facevi con il mitico Woddy, non sia in realtà in posizione di forza. E comunque l’autoironia è senza alcun dubbio la forma più sublime di umorismo
Sì, ma è diverso quel caso. Luttazzi faceva l’esempio: si può fare una battuta sul cancro? Sì, se la fa un malato di cancro. E comunque dipende dalla sensibilità del comico: che però non è assoluta. Per questo è importante avere un pubblico.
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