Il dollaro sale, il petrolio scende, arriva il freddo dei giorni della merla e insieme si porta il picco dell’influenza, eleggeranno un nuovo presidente della Repubblica, qualcuno smette di fumare, qualcuno piange per amore e qualcuno altro si segna in palestra. Sento vecchi amici, ma fortunatamente siamo ancora più amici che vecchi. E intanto la terra continua a girare.
E così, dopo un contenzioso lungo vent’anni la Lazio, la mia Lazio, sabato scorso si ripresenta con la maglia degli anni 80, quella con l’aquila stilizzato sul petto. Ed io non potevo non essere allo stadio per festeggiare questa ricorrenza. Lo so, non ve ne frega assolutamente niente, ma a me sì. Ma più che a me, la cosa interessa soprattutto il mio subconscio. Quella maglia è bella, stilisticamente perfetta. Ma non è una questione estetica. Quella maglia mi riporta dritto dritto a quando avevo quindici anni. Mi riporta ad una squadra che sopravviveva fra la serie A e la serie B, schiacciata da squadre più belle, più forti, più glamour. Tifare Lazio in quegli anni era una specie di iattura, un affare per stomaci forti o forse più per disadattati. La Roma più vincente della storia a confronto con la Lazio più scarsa di sempre. Immaginate come poteva sentirsi un quindicenne, più basso del più basso della classe, con gli occhiali, l’apparecchio ai denti e la sensazione di essere perennemente fuori posto. Giustappunto tifoso della squadra dei perdenti. Non c’era via d’uscita, non c’era possibilità di redenzione. Sembrava davvero che nessun Dio sarebbe venuto a salvarci.
Il dollaro sale, il petrolio scende. Domani mi interroga e non so un cazzo. Diventeremo grandi e resteremo amici? Questo maledetto 37 non passa mai, potevo farmi dare un passaggio da Dario in motorino. Israeliani e Palestinesi riusciranno mai a vivere in pace? Ma soprattutto, se sabato pomeriggio le chiedo di uscire accetterà o farà finta di avere già un impegno? Devo ricordarmi di sentire Filo, così confrontiamo le versioni e speriamo di averci azzeccato. Poi domani vado a comprare i biglietti per il concerto degli Spandau. E intanto la terra continua a girare.
Ricordo un pomeriggio di maggio, dell’83. La Roma aveva appena vinto lo scudetto, cortile della scuola invaso da ragazzi festanti, giallorosso imbandierati, ubriachi di felicità. Io in un angolo, incazzato con il mondo. Si avvicina un vecchio sacerdote che vedendomi così stonato rispetto al contesto mi chiede: “e tu non vai a festeggiare?” “No padre. Io sono della Lazio.” E lui, con sguardo perplesso “E perché?“. Io, più perplesso di lui che non so cosa rispondere. Lo guardo e me ne vado. E ancora mi chiedo se quel “e perché?” volesse dire “perché il fatto di essere della Lazio ti impedisce di essere felice come gli altri?”, oppure, ancora più drasticamente “perché mai tu dovresti essere della Lazio (soprattutto se questa cosa ti impedisce di essere felice)?”. Povero padre Sommazzi, quella volta non riuscii a dargli una risposta sensata. E in fondo neanche oggi saprei dargliela, qualunque senso avesse quella domanda.
A volte i ricordi sparano e feriscono proprio come fosse fuoco amico. Primo tempo della partita, la Lazio attacca, ma il Milan segna, va in vantaggio e sembra reggere il passo. Il ritorno della maglia antica risveglia antichi fantasmi: noi continuiamo ad attaccare, ma non c’è niente da fare, non sembra proprio esserci via d’uscita. Riusciremo mai a crescere, a diventare grandi, riusciremo a costruire qualcosa? Riusciremo a vincere qualcosa? Riusciremo mai ad essere felici?
Il Comune di Roma apre alle unioni civili, in Emilia Romagna arrestano 117 affiliati alla ‘Ndrangheta, in Grecia vincono i comunisti mentre in Libano gli Hezbollah uccidono due soldati Israeliani. Dopo trent’anni gli Spandau a marzo saranno nuovamente in tournée, la Confindustria si auspica la fine della crisi, mentre io per iscrivere Elisa in 4 liceo sono obbligato a pagare un contributo volontario di 130 euro. La Lazio batte 3 a 1 il Milan. E intanto la terra continua a girare.
Eri sicuramente più interessato a quella con cui volevi uscire che alla pace tra israeliani e palestinesi. Confessa. 😉
Nonostante (o forse proprio a causa di) la mie bislacche idee politiche di allora, direi assolutamente sì!!!
Bello. Con gli spandau poi ancora di più. E i ricordi possono davvero essere bastardissimi. Mi piace la metafora del fuoco amico. Rende bene.
Meravigliosa Romolo!
Sappi che io sono milanista. Da quando ero in culla.
.____.
Nessuno è perfetto!
Infatti ahahah! =P
Bello Romolo. Comunque il contributo puoi rifiutati di pagarlo -in parte-.
Non ne sono molto convinto….infatti mi sembra “volontario” per modo di dire!
Solo i versamenti agenzia delle entrate sono dovuti
Io della Roma con un fratello della Lazio. Mi torna tutto quello che hai detto. E detto così mi fa soprassedere sul fatto che sei laziale… 😱 Bel post!
Senti confesso…anche io sono della Roma.Aspettavo il post giusto per dirtelo (davvero! Ti rendi conto?)
Addirittura! Ma io ho un sacco di amici romanisti. E poi che ti devo dire….mi dispiace per te! 🙂
Già attualmente dispiace un pò pure a me
E comunque il tuo blog mi piace un sacco….nonostante la fede calcistica!
Idem
🙂
Ecco lo sapevo…e vabbé dai com’era? Nessuno é perfetto…😁 Peccato non avere ricordi miei di quello scudetto…ero troppo piccola, avrei voluto esserci 😔
Hai ragione…fu molto peggio di quello del 2001! Se segui il link dentro l’articolo poi trovi un ricordo specifico che vi riguarda direttamente…
Molto “meglio”…sì…me lo hanno raccontato 😁😁😁😃