Mi ami? Ma quanto mi ami?

Bello de zia

L’altro giorno ho messo una foto su FB. Una foto particolare. Anzi diciamola tutta, una foto veramente scema! Ma del resto, cosa vi aspettate: se ho un blog minchione, figurtevi cosa può essere il mio profilo di faccialibro! In realtà era un esperimento. Ma andiamo con ordine.

Un like su FB non si nega a nessuno. Questa è una premessa necessaria: pensate se un like costasse, che so, 10 centesimi. Ne metteremmo lo stesso numero? Gli everything likers, come li chiamano andrebbero falliti! O cambierebbero mestiere. In ogni caso, cosa c’è dietro un like? Non è sempre o solo un “mi piace”. E’ una carezza, una pacca su una spalla, la voglia di dire ci sono, ti ho visto, ho letto, ho colto quello che volevi dire, sono d’accordo con te. Sono tuo amico.

Ma quando postiamo qualcosa di oggettivamente poco attraente che significano i like? Qualcuno l’avrà messo così, tanto per…Altri avranno voluto forse dire “ti sono talmente amico che mi piace anche questa foto oscena“. Oppure, “ti sei davvero rincoglionito da mettere ‘sta foto, ma in qualche modo io devo tirarti su, quindi metto mi piace“. Forse qualcuno può arrivare addirittura a vederla bella, quella foto, perché ti vuole così bene che non vede quello che vedono gli altri. A me capita con qualcuno. Mi piace talmente tanto quello che fa, o quello che scrive, o quello che è, che ogni cosa mi piace. E’ raro, ma capita.

Insomma, sta di fatto che fino adesso 56 amici hanno messo “mi piace” a una foto che veramente ci vuole la mia facciadiculo per renderla pubblica. E io, non ho problemi ad ammetterlo, sono assolutamente contento di queste pacche sulle spalle virtuali, a prescindere dalle motivazioni che ci stanno dietro. Ma la cosa singolare è che invece qualcuno si è fermamente ribellato alla foto in questione, intimandomi di toglierla al più presto. Mia figlia e mio fratello mi hanno insultato, il mio Amico con la A maiuscola non finiva di perculeggiarmi e una mia amica speciale mi ha mandato un messaggio su waht’up scrivendomi “nun te se po’ guardà!”. Perché solo loro? Forse perché sono quelle che non hanno bisogno di darmi pacche sulle spalle. Forse perché non hanno necessità di rimarcare il loro apprezzamento. Ognuno di loro sa che io so quanto ci tengono a me.

E così, alla fine dell’esperimento mi è rimasto qualche dubbio irrisolto, qualche domanda senza risposta. Di che tipo di amici abbiamo bisogno? Amici spietati e sinceri come gli ultimi o comprensivi e “buciardi” come i primi 56? Meglio qualcuno che ti nasconde i tuoi difetti o qualcuno che vuole sempre e comunque aprirti gli occhi? Meglio quello che ti vuole così bene che non riesce a vedere quello che non va perché gli piaci così come sei o quello che ti vuole così bene che vuole tirare fuori la parte migliore di te?

E tu, che amico sei, la vedi la gobba o fai finta di niente?

 

 

27 thoughts on “Mi ami? Ma quanto mi ami?

  1. Quando penso a un amico penso a qualcuno che sia sincero sempre, che mi dica le cose in faccia, e magari ci ridiamo insieme sopra… preferisco che le cose me le dica, perchè se non me le dicono loro non riesco proprio a immaginare chi possa farlo 😉

  2. Mmm secondo me non esiste una risposta univoca. Ci vuole l’altalena tra i mi piace e i messaggini spietati su whatsapp! Che tanto finiremo sempre per apprezzare quegli amici sinceri ma spietati piuttosto che bearci dei distratti e insignificanti “mi piace” diffiicili da interpretare. (Detto ciò mi sento di dire che sono una spietata: i miei “non mi piace assolutamente perché…” arrivano più spesso dei like! Però con il cuuuore (: secondo me sta lì la chiave del tutto )

  3. Eì così infatti. Poi dipende anche dalle situazioni o dai momenti nella vita. E forse gli amici migliori sono quelli che, appunto, riescono a capire il momento e darti quello di cui hai bisogno in quel momento

  4. Forse sì, è vero… però non so, credo che allora non siano poi così difetti… piuttosto mi concentrerei sugli sbagli, se dovesse farne… forse quelli li vedrei meglio… 😉

  5. Meglio qualcuno che ti nasconde i tuoi difetti o qualcuno che vuole sempre e comunque aprirti gli occhi? Meglio quello che ti vuole così bene che non riesce a vedere quello che non va perché gli piaci così come sei o quello che ti vuole così bene che vuole tirare fuori la parte migliore di te?
    Sei bravissimo, hai messo le tue domande finali in modo che non ci sia proprio un “giusto” e uno “sbagliato”. Penso che in effetti, anche se tutti vorremmo dire che siamo sinceri e vogliamo sincerità dagli altri, sappiamo che non è per forza così semplice, bianco o nero. Come dici tu, forse idealmente bisognerebbe essere in grado di capire, secondo il momento, di cosa il nostro amico ha bisogno. Io tendenzialmente preferisco dare la pacca sulla spalla,però è chiaro che con una persona con cui veramente hai tanta confidenza, sai anche quando puoi permetterti di essere sincero, e anzi, magari lo fai proprio perché in quel momento è la cosa più giusta, quella che va bene per l’altro. Ma non credo nel dover “aprire gli occhi a tutti i costi”. E’ possibile conciliare affetto, gentilezza e sincerità 🙂

  6. Romolo poi ci stanno quelli a cui hai strappato un sorriso (che de ‘sti tempi è oro!) ma non hanno messo mi piace perché inesatto rispetto al sentiment scatenato…. Ci sarebbe da approfondire:-)

  7. Caro Romolo, sono convinta che il virtuale sia lo spazio dell’effimero…di fatti c’e’ gente che regala i “like” per affermare la propria esistenza. Misero me, tapino! Mi piace pero’ la domanda finale. Io cito spesso Leo Buscaglia che scriveva che l’amico e’ colui che ti dice “Ehi, tesoro, hai la punta del naso sporca!”. Tua figlia, le persone a te piu’ vicine ti hanno fatto notare la caduta di stile…io, per esempio, non ti conosco ed ho sorvolato…

  8. Be’, io ho messo un mi piace su quella foto perché l’ho trovata ironica e divertente, e mi ha fatto simpatia.
    Sulla questione più generale, però, credo che ci possano stare amici di vario genere, basta solo non aspettarsi tutto da ognuno di loro. I pochi amici veri e vicini sanno sorvolare sulla gobba quando non è momento di parlarne. Diffido di chi mi dice: “Io sono sincero/a, dico sempre ciò che penso”. è una forma di egocentrismo, perché il dialogo si fa in due, nel rispetto e nella comprensione del momento e del contesto…

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