La traccia nascosta

“Now with these hands, with these hands, with these hands. I pray Lord with these hands, with these hands. I pray for the strength, Lord with these hands, with these hands. I pray for the faith, Lord. We pray for your love, Lord. We pray for the lost, Lord. We pray for this world, Lord. We pray for the strength, Lord. We pray for the strength, Lord. Come on, come on, come on, rise up, come on, rise up, come on, rise up…”

La storia non finisce. In questi giorni drammatici è facile purtroppo cadere nella tentazione di non vedere al di là di quello che è successo. Si leggono dichiarazioni di chi non ha più una speranza, di chi sembra arrendersi all’irreparabile. Ma abbiamo ancora 5 miliardi di anni prima che il sole si spenga. Ed una certezza: nulla rimane così com’è, neanche noi, figuriamoci le cose. Per quanto possa sembrare strano l’identità stessa è un fenomeno dinamico. L’io si trasforma, noi siamo sempre noi, ma non siamo gli stessi di dieci anni fa o dell’anno scorso, a volte neanche quelli di ieri.

Ed in questo continuo mutamento le esperienze che facciamo arricchiscono il nostro io. Anche quelle più brutte, anche quelle più dolorose, fanno parte di noi, della nostra identità, della nostra storia. E la nostra storia prosegue.

E proseguendo si ricollega alle storie degli altri: continua la storia di quelli che ci hanno preceduto e dà il là per quelle che verranno dopo. E così facendo la nostra storia, seppur piccola, seppur apparentemente insignificante, in realtà contribuisce ad arricchire la storia del mondo. Che non si ferma mai, neanche davanti ad un terremoto. Riesce sempre ad andare avanti e a ricostruire sulle macerie: a ricostruire qualcosa di nuovo, anche più bello di quello che c’era prima.

Ed è vero che l’ultima canzone dell’ultimo vero disco dei Beatles (Abbey Road, perché Let it Be in realtà è una raccolta uscita successivamente, ma registrata prima) si intitola The End. Ma qualche secondo dopo inizia una traccia nascosta Her Majesty, perché anche la storia dei Beatles non poteva finire con la scritta “fine”. E mi piace pensare che in realtà quella Majesty, sussurrata nella traccia nascosta, sia un omaggio a Sua Maestà, la Speranza.

 

5 thoughts on “La traccia nascosta

  1. E’ vero quello che scrivi, terribile ma semplicemente vero. Noi e tutto intorno a noi è in continuo mutamento. Riguardo ai terremoti le montagne si sono formate così, i continenti si muovono e spingono e la crosta terrestre si ingobbisce, si deforma. Del resto la Pianura Padana è destinata a scomparire sotto le spinte del continente africano. Per me può comunque prenderla con comodo, noi non abbiamo fretta. Per i terremotati spero solo che si lavori sodo e bene.

  2. πάντα ῥεῖ diceva uno che ne sapeva più di me.
    Ed è un concetto talmente semplice, disarmante e vero che me lo sono tatuato addosso. A monito. Che tutto scorre, tutto passa, tutto si trasforma. Tutto

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