Le 10 regole del manuale per costruire cancelli

Regola numero 1. Quando vuoi costruire un cancello, devi decidere cosa vuoi portare dentro. Sembra una cosa banale, ma questa prima regola è fondamentale. Ogni cancello è inclusivo di qualcosa e anche se quando cominci a costruirlo non sai esattamente alla perfezione cosa vuoi portarci dentro, un’idea di base però dovresti averla. Anzi, diciamo che sarebbe molto meglio averla.

Regola numero 2. Quando vuoi costruire un cancello, devi decidere cosa vuoi lasciare fuori. Questa, ovviamente, è la conseguenza diretta di quella di prima. Un cancello serve a includere, ma anche ad escludere. Ed è vero che poi, pian piano porterai fuori cose, persone, esperienze, ma anche in questo caso, una base di partenza su cosa eliminare fin da subito sarebbe utile averla.

Regola numero 3. Quando vuoi costruire un cancello, devi decidere quante aperture ci saranno. Eh sì, perché potresti sempre pensare di fare un’uscita secondaria, magari un po’ nascosta, oppure ben visibile. Un’apertura dentro il cancello che un po’ per comodità, un po’ per pigrizia potrebbe servire a non aprirlo tutto.

Regola numero 4. Quando vuoi costruire un cancello, devi decidere su quale terreno dovrai impiantarlo. E quello non dipende sempre da te, ma a volte sì. Un cancello su un terreno scosceso sarà più complicato, ma una volta che sarai riuscito a realizzarlo, senza dubbio darà più soddisfazione. Su un bel terreno pianeggiante avrà delle linee più tranquille, ma forse alla lunga potrebbe essere banale.

Regola numero 5. Quando vuoi costruire un cancello, devi decidere a quali pareti andrà collegato. Certo, mica vorrai costruire un cancello sul nulla! Avrà qualcosa a destra e qualcosa a sinistra, ci saranno nessi, legami, rapporti, collegamenti, che lo terranno legato a qualcosa o qualcuno. Altrimenti, per quanto bello, per quanto forte, se sarà un’isola nell’oceano, è destinato a venir giù.

Regola numero 6. Quando vuoi costruire un cancello, devi decidere se ci sarà un’apertura automatica. Questo può sembrare un dettaglio, ma non lo è. Con l’apertura automatica ci sarà sempre un nesso causale fra un’azione ed un’altra: spingi un pulsante e quello si apre. Non ci sarà discernimento quando aprire e quando restare chiusi. Un rischio o un’opportunità, devi scegliere.

Regola numero 7. Quando vuoi costruire un cancello, devi decidere quali materiali utilizzerai. Certo, anche questo mica è una questione da poco. Sarà il gusto estetico o la sostanza che guiderà la tua scelta? Vuoi fare un cancello che duri o pensi già che prima o poi andrà sostituito?

Regola numero 8. Quando vuoi costruire un cancello, devi decidere se sarà facilmente scavalcabile. Questa scelta è legata in qualche modo alla precedente. Sarà un muro invalicabile, una novella muraglia cinese, o semplicemente un cancelletto girevole? Avrà degli appigli che renderanno semplice arrampicarsi sopra, oppure degli spunzoni in cima, affilati come coltelli?

Regola numero 9. Quando vuoi costruire un cancello, devi decidere se ti serve per far entrare o per fare uscire. Tutte le cose dette fin ora poi, in conclusione, servono a rispondere a questa regola. Un cancello può servire per proteggere qualcosa da qualcuno che può arrivare e prendersela con sé. Oppure potrebbe servire a chiudere dentro qualcosa perché non scappi via da noi. Può servire ad aprire una strada per uscire e per entrare con serenità. Oppure può rimanere chiuso per sempre.

Regola numero 10. Quando vuoi costruire un cancello, fatti aiutare da qualcuno. A volte non basta una vita per costruire un cancello come si deve, però certo, se siamo in due sicuramente avremo maggiori possibilità di tirare su qualcosa di apprezzabile. Nessuno nasce imparato. E anche se ci sentiamo molto fichi, anche se le attività autoerotiche hanno sempre il loro perché, anche se siamo sicuri di aver fatto le scelte giuste, ho la sensazione che da soli non costruiremo proprio un bel niente. Non è una semplice sensazione, ne sono proprio sicuro.

Golden gates opening to heavenly sky background

P.S. Trent’anni fa o giù di lì, dei giovani maturandi rischiarono di arrivare al primo vero esame della loro vita con il fiato corto o meglio con il sonno lungo per colpa di una trasmissione tv che sarebbe poi diventata quasi mitologica, perché solamente in quell’inverno/primavera dell’85 fece rimanere incollato il pubblico al piccolo schermo fino a tarda notte. Non a caso, si intitolava “Quelli della notte”. Fra quella banda di pazzi capitanata da Arbore, un giovanissimo Nino Frassica interpretava un surreale fraticello che fra le altre cose totalmente folli, parlava spesso di un Manuale per costruire cancelli. Ne parlava tutte le sere, ma ci fosse stata una puntata in cui si fosse degnato di leggerne un piccolo brano o di svelare finalmente qualcosa su come si facesse a costruire cancelli! Più d’uno si convinse allora che in realtà il manuale per costruire cancelli non parlava di cancelli. Ma perché secondo voi questo post invece?

 

 

 

 

 

 

 

20 thoughts on “Le 10 regole del manuale per costruire cancelli

  1. Sarebbe carino scrivere qualcosa sul cancello, una bella frase che dia speranza di essere accolti o almeno ascoltati. Magari non arbeit macht frei, ecco…

  2. Ennò, ovviamente non parla di cancelli! “Quelli della notte” è stato un programma favoloso, ma era un’epoca favolosa! Tutte le sere uscivamo dal teatro un po’ prima per andare tutti insieme a vedere il programma e si faceva tardi, ma si faceva “insieme” … e questo era favoloso! 😀

  3. Avevo 15 anni allora e avevo pure la maglietta col logo “quelli della notte…di che cosa parla il tuo articolo? Sei complicato, i cancelli…il cancello…mumble mumble… uffa Giac, l’ unica cosa che mi viene in mente è una barzelletta scema che sentii a 15 anni appunto…
    Maestra a Pierino: dimmi il nome di una cosa trasparente ”
    Pierino: un cancello
    Maestra: ancora più trasparente
    Pierino: un cancello aperto!”
    Del resto a quest’ora che vuoi pretendere?

  4. In effetti è una splendida metafora, applicabile in vario modo perché è molto sottile e non ti schiaffa subito in faccia il secondo termine di paragone. Complimenti per l’idea e per il lungo giro che ha portato a scrivere questo articolo.

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