Il contapassi secondo me è femmina

I cellulari hanno cambiato il nostro stile di vita. Hanno accorciato le distanze, dilatato i tempi e le possibilità, creato nuovi stili di vita e ci hanno reso dipendenti da tutta una serie di dati, informazioni, notizie di cui ora non potremmo più fare a meno, ma di cui fino a qualche anno fa neanche conoscevamo l’esistenza.

Insieme a tante possibilità obiettivamente utili, hanno arricchito (si fa per dire) le nostre giornate anche di tutta una serie di nuove preoccupazioni: quando andiamo in un posto potremmo ritrovarci a chiedere, “ma c’è campo?” oppure “la carica della batteria sarà sufficiente?”. Mai però avrei pensato di avere la curiosità di sapere quanti passi avevo fatto in quel giorno!

Perché forse voi non lo sapete, ma il nostro cellulare ci misura: il battito cardiaco, i passi giornalieri, la distanza percorsa, le calorie bruciate, il tempo di attività e quello di inattività. Non oso immaginare i più che sicuri futuri aggiornamenti in materia: probabilmente riusciremo a misurarci il colesterolo o la glicemia e un domani chissà, grazie al cellulare sapremo lo stato di salute della nostra prostata!

Ma quello che volevo dire è un’altra cosa. Questo sistema di controllo si azzera ogni giorno e riparte. Ieri hai camminato due ore? Bravo, ma oggi riparti da zero. Oggi sei stato stravaccato sul divano tutto il giorno? Tranquillo, domani potrai farti valere e raggiungere il tuo obiettivo giornaliero. La cancellazione del traguardo raggiunto e insieme la remissione dei peccati commessi può essere allo stesso tempo liberatorio o frustrante. Ma in fondo è una sorta di metafora della vita, volendo potremmo quasi considerarla una sorta di filosofia, un modo di affrontare la giornata. E fin qui tutto bene.

In realtà, lungi dal dimenticare, lui, il nostro inquietante compagno di vita, evidentemente carico di estrogeni peggio di una squadra di nuoto sinconizzato, tiene traccia di tutto. Fa finta di azzerare, ma in realtà non si scorda di niente! Anzi, mantiene in memoria ogni dettaglio, come la tua dolce metà che si ricorda com’era vestita tua cognata al matrimonio della figlia della sorella! Quanti giorni hai raggiunto l’obiettivo, quante volte hai toppato, il tuo traguardo massimo, la giornata migliore e quando meno te lo aspetti, tira fuori la statistica:

Negli ultimi quattordici giorni hai superato l’obiettivo dei passi giornalieri 13 volte, il 92%. Puoi fare meglio

Posso fare meglio? Ma come posso fare meglio? Ma mica sono un maratoneta! Insomma, come dice il vecchio proverbio, la mattina non importa se tua sia leone o gazzella, se stai nella giungla o in mezzo al mare. Non importa nemmeno se correrai come Husain Bolt o camminerai come Mosè nel deserto. In ogni caso, dai retta a me, qualche volta spegni il cellulare!

10 thoughts on “Il contapassi secondo me è femmina

  1. E se spengo il cellulare, come faccio poi a leggere i tuoi bellissimi post? 😊
    Comunque, oltre a Runtastic, io ho anche l’app che controlla le mie ore di sonno e ogni sera alle 10,30 mi dice: ” Jo’ è ora di andare a letto”.
    E magari io sto dormendo già da mezz’ora. 😂😊

  2. Ci sentiamo onnipotenti con lo smartphone in mano, posso fare questo e quello. Ci sentiamo padroni del tempo e del mondo. Ma il padrone è lui, è la droga più potente che ci sia. Come faremmo senza di lui? Probabilmente sopravviveremmo lo stesso. Un mondo senza smartphone non mi spaventa… senza lavatrice invece sì.

  3. I telefoni moderni ci hanno cambiato la vita in meglio in molti modi, ma ho la sensazione che siamo arrivati ad un punto in cui di app ce ne siano un po’ troppe… dico, e il cervello e la memoria? Non li vogliamo proprio piu’ usare?

  4. Il contapassi lo associo non tanto a al maschio in generale quanto a uno in particolare, un mio ex-collega maniaco di statistiche e conteggi d’ogni tipo. Pluviometro sul terrazzo di casa con accesso via web per monitorare la quantità di pioggia dall’ufficio (meno chilometro in linea d’aria), ore di sonno, chilometri in auto, ma soprattutto me lo ricordo un giorno a far la spesa al super con la moglie incinta di otto mesi, lei davanti che spingeva il carrello strapieno, lui dietro con gli occhi fissi sul cellulare a controllare, appunto, quanti passi aveva già fatto quel giorno.

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