AmorromA

Fermate monno sotto ar Cuppolone (A. Donati)

Roma è un concetto astratto.

Dire abito a Roma può voler dire tutto e niente, Può significare abito in una villa di inizio 900, immerso nel verde e lontano da rumori e smog, oppure in un monolocale al 15 piano di una palazzo fuori dalla tutela della legge dello stato italiano. Può voler dire essere ad un passo dal mare, oppure affacciarsi in mezzo alle montagne. Potrebbe voler dire essere immerso nei ruderi della potenza antica più grande che il mondo abbia mai visto, oppure stare in una casa abusiva costruita in un’ananomia periferia nata nel nulla. Dentro la circonferenza dei 70 chilometri del Grande Raccordo Anulare che la racchiude c’è tutto e il contrario di tutto. Persino lo Stato più piccolo del mondo e insieme, probabilmente, il più importante.

Essere romani è un concetto generico.

Un’idea indeterminata. Basta essere nati qui o sono necessarie le famose 7 generazioni? E’ sufficiente viverci o lavorarci, averci studiato o esserci stati per più di una volta? La grandezza di Roma è sempre stata quella di aver accolto tutti, di aver reso legionari anche gli abitanti di una qualche Pannonia qualsiasi. Tutti possono dirsi romani, perché in fondo nessuno potrebbe dirsi degno di una tale bellezza. Financo i tifosi della AS roma, usurpatori del nome della Capitale, possono dirsi romani. Basta bagnarsi i piedi sul biondo Tevere e automaticamente sei dei nostri. Anzi, de noantri.

Ma Roma è anche un nome palindromo.

Perché non è possibile amarla senza odiarla. Non è possibile non rimanere incantati di fronte alla Grande Bellezza e allo stesso tempo maledirla per i suoi orrori. La città più bella del mondo e insieme quella impossibile da viverci. Sporca, caotica, ingovernabile e insieme lirica, soave, eterna. Nobile e coatta, papalina e borgatara, burocratica e accogliente. Il luogo in cui non piove mai, ma in cui bastano due ore di pioggia per mandare in tilt. Il posto dove l’inverno dura tre giorni, dove l’estate non finisce mai, ma dove il ponentino riesce a farti respirare sempre. Se vai via ti manca, se resti ti avvelena. Ma è un veleno che non ti uccide, con il quale ti puoi rendere immune (quelli bravi direbbero che ci si può mitridatizzare) e che insieme ti rende dipendente e non ti lascia più andar via.

 

 

8 thoughts on “AmorromA

  1. Giusto! Su Roma non si discute. A proposito, sei laziale o romanista? Perché se sei laziale va bene così. Se sei romanista beh allora preparatevi per il prossimo campionato… potrebbe essere la volta buona per lo scudetto… sempre che noi ve lo permettiamo 😉
    ALÉ JUVE ALÉ

  2. Per me Roma resta sempre Amor con tutto il pacchetto..
    Per quanto riguarda “c’avemo tutto”…ridenno e scherzzanno, se guardi i musei cammini dalla preistoria al contemporaneo…chi ce l’ha? Solo noi.

  3. Roma non è una città come le altre.
    E’ talmente tanto grande, che il rischio è che venga schiacciata da così tanta bellezza.
    E poi ci sono i suoi abitanti. E poi ci sei tu. :*

  4. In poche righe l’hai descritta perfettamente, mentre leggevo il post me la vedevo scorrere sotto gli occhi, dalle periferie al centro, dal mare alle colline. Sai cosa non finirà mai di stupirmi di Roma? che mentre cammini, svolti un angolo et volià, cambia tutto.

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